Questa sera alle 21,10 su Rai1 andrà in onda l’attesissimo film tv Paolo Borsellino – I 57 giorni. La pellicola diretta da Alberto Negrin, con sceneggiatura di Francesco Scardamaglia (storica firma del cinema italiano scomparsa nel 2010), si propone di raccontare le intense giornate che separano la strage di Capaci da quella di Via D’Amelio a Palermo. 57 giorni che fanno capire come il delitto di Borsellino fosse più che annunciato.
Lo stesso giudice intuito il suo destino iniziò a prepararsi in qualche modo alla morte, cercando in più occasioni di attardarsi da solo per dare la possibilità agli assassini di ucciderlo senza coinvolgere la scorta. Furono invece in cinque a cadere in via D’Amelio, dove una Fiat 126 imbottita di tritolo esplose nel momento in cui il giudice suonava al citofono della madre.
A dare il volto al giudice è l’attore Luca Zingaretti, riuscito grazie ad ore di trucco ad occultare l’aspetto da “Commissario Montalbano” e assumere le sembianze di un sofferente Borsellino. Un giudice, a detta del regista Negrin, decisamente diverso da quello sin’ora raccontato in tv e al cinema, lontano dai soliti film su Cosa Nostra e dagli eroici trionfalismi.
Il film, le cui musiche sono del maestro Ennio Morricone, ha potuto contare sul supporto in fase di scrittura di Rita e Manfredi Borsellino, rispettivamente sorella e figlio del giudice, ma anche del Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso e del giudice Antonio Ingroia, questi ultimi fondamentali nel chiarire innumerevoli dettagli e passaggi oscuri della triste vicenda.
Molti dei luoghi in cui la pellicola è ambientata sono gli stessi nei quali sino all’ultimo visse Paolo Borsellino. Dal Palazzo di Giustizia, per la prima volta aperto ad una troupe cinematografica, a via Cilea, dove abitava e tuttora abita la famiglia Borsellino.