Carlo Freccero ha sete di “vendetta”. A giudicare dalla sua reazione, pare che il direttore di Rai4 non abbia proprio digerito il polverone mediatico attorno a Fisica o chimica. Il dirigente televisivo ha infatti deciso di fare uno sgambetto alla redazione di Libero, ritenuta responsabile dell’episodio con la pubblicazione di un articolo polemico. Dopo le minacce (“io vi mando i forconi sotto la redazione…“), Freccero è passato ai fatti.
Come riporta il giornale di Maurizio Belpietro, il direttore di Rai4 ha presentato un esposto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia “affinché lo stesso valuti eventuali iniziative disciplinari“. La medesima istanza è stata inoltrata al Garante della privacy Francesco Pizzetti. Alla base dell’esposto ci sarebbe la celebre telefonata di fuoco intercorsa tra Freccero ed il giornalista di Libero Francesco Borgonovo, autore dell’articolo incriminato. Quella conversazione, nella quale direttore di Rai4 si lasciava andare ad espressioni poco generose, fu registrata e divulgata dal cronista, che l’aveva ritenuta di interesse pubblico.
Ebbene, secondo Freccero “norme comuni di deontologia impongono che quando il giornalista abbia una conversazione con qualcuno lo informi (…) dell’intenzione di utilizzare il contenuto della conversazione stessa pubblicamente“. Per quella conversazione, lo stesso direttore di Rai4 era stato spospeso per dieci giorni dal suo ruolo, a causa una contestazione disciplinare mossa della Direzione del personale Rai.
Dopo essere stato sanzionato (ed aver annunciato immediato ricorso), Freccero è dunque partito al contrattacco mettendo in discussione la legittimità della divulgazione di una telefonata privata. Della questione si occuperanno gli organi competenti, ma va fatto notare come la pratica in questione abbia dei precedenti televisivi piuttosto illustri.
Basti pensare alle telefonate mandate in onda dai programmi di Michele Santoro, da Piazza Pulita, da alcuni tg e quotidiani… Ma soprattutto da Report, che a inizio marzo aveva fatto infuriare Renato Brunetta proprio in merito ad una vicenda analoga, con quelle che l’ex ministro non esitò a definire registrazioni ‘non autorizzate’.
La faccenda, dunque, passerà ora in mano agli avvocati. Tra precedenti e cavilli vari, si preannuncia un braccio di ferro.
1. Nina ha scritto:
24 aprile 2012 alle 11:20