Brillante e immediata anche al di là della maschera televisiva grazie a una sua filosofia dell’immagine televisiva ben chiara e distinta. Veronica Pivetti, ormai la professoressa nell’immaginario collettivo, si racconta a DM rivelandoci interessanti dietro le quinte sui suoi lavori televisivi di ieri e di oggi, senza trascurare il momento felice che sta attraversando tra tv, teatro ed editoria e le idee che guidano il suo zapping nelle serate sul divano.
Possiamo parlare di periodo d’oro per Veronica Pivetti?
Fai immediatamente le corna, le sto facendo anche io (ride, ndDM). Tocca tutto quello che vuoi. Non vorrei dirlo però è proprio un buon periodo. E’ andata benissimo la prof, benissimo ‘Per un pugno di libri’, adesso sto facendo uno spettacolo teatrale, è uscito il libro ed è alla sesta ristampa. Ma che voglio di più dalla vita? Diciamo che è un ottimo periodo.
Qual è secondo te il segreto del successo del tuo personaggio, in fondo una maschera non proprio popolare, che non dice frasi ad effetto?
Bella domanda, bisognerebbe chiederlo al pubblico. Una cosa importante in questo mestiere è avere una sorta di empatia con le persone, cosa che sicuramente ho. Siccome il nostro è un mestiere di comunicazione, chi ha empatia arriva. Credo e spero che il pubblico pensi che quando faccio una cosa non gli do una fregatura.
Quanti ‘no’ hai detto?
Manco me li ricordo più. Tantissimi per condurre l’intrattenimento e tantissimi per la fiction. Ho anche detto di no quando all’orizzonte non c’era niente. Diciamo che più che sapere bene quello che voglio fare, so molto bene quello che non voglio fare.
Uno dei tanto NO a chi l’hai detto?
Mi avevano offerto persino la conduzione del Grande Fratello, piuttosto che Affari tuoi. Ma anche altri varietà. E poi fiction che poi non so neanche con che titolo siano andate in onda.
Secondo te per entrare nelle case degli italiani è stato più utile il cinema (la Fosca di Viaggi di Nozze) o la tv (Commesse, Il Maresciallo Rocca, Sanremo)?
E’ un bel concorso di colpa. Ho avuto sempre una grandissima fortuna. Sono partita facendo cose di qualità ma contemporaneamente popolari. Viaggi di Nozze è stato campione d’incassi di quell’anno e stiamo parlando di Verdone, una figura mitica per il nostro cinema. Quella è una botta di culo spaventosa. Poi è arrivato Commesse, ero in compagnia della Ferilli e della Brilli, più note di me e molto amate. Avevo fatto anche Sanremo. Tutta roba molto chiassosa. A me pare che tutto mi abbia dato molto. Verdone mi ha visto da Fazio, in quel periodo Quelli che il calcio era un programma di culto.
Quante soddisfazioni ti ha dato condurre Per un pugno di Libri?
Al programma sono affezionatissima, nonostante arrivi ultima dato che va avanti da 13 anni. Gli devo moltissimo: mi ha aperto le porte di una rete che amo, Raitre, che ho sempre seguito. E’ a prova di bomba. Sono entrata in una trasmissione di altissimo livello. Alta ma contemporaneamente molto piacevole, leggera. Sono entrata in una squadra supercollaudata ma sono stata accolta a braccia aperte. E’ andato benissimo tra l’altro, mi sembra che ha fatto un punto in più di share quest’anno. E’ come essere invitata ad una bella festa. Lo vedevo e dicevo: ecco, vedi una cosa che farei molto volentieri. Poi me l’hanno proposto e ho detto: qui qualcuno mi ascolta, sono mentalmente intercettata.
Il confronto con Marcorè com’è stato?
Sono certa che qualcuno avrà detto: oh che palle questa. Io continuo a dire che non si può piacere a tutti ma in realtà mi piacerebbe piacere a tutti. A chi non piace piacere? Il vostro articolo mi ha molto incoraggiata, mi ha fatto molto piacere leggerlo. Capita che uno si sente sempre sulla graticola in questo mestiere. Tutti fanno finta di fregarsene delle critiche, io non me ne frego affatto. Patisco moltissimo se sono critiche negative. Per fortuna non ne ho ricevute tantissime nella mia vita. In linea di massima il mio arrivo a Per un pugno di libri è stato molto gradito. La percentuale positiva è stata talmente alta che ho detto: va bene così. Non frequento molto internet: quando leggo qualcosa positivo saltello qua e là, se sono cose negative è come se invece mi arrivasse una forchettata nell’occhio.
Che impressione hai avuto dei ragazzi descritti spesso come ignoranti?
Non è vero che sono ignoranti. L’unica cosa che io trovo è che sono troppi tesi per colpa dei professori che investono in questa cosa manco dovessero vincere le Olimpiadi. L’ho detto in trasmissione 250 volte: se uno mi fa vedere come libro preferito Il Giorno del Parini io non ci credo. C’è anche quello per carità ma comincio a pensare che c’è dietro lo zampino dei prof. Dico: se anche il vostro libro preferito è Topolino, portate l’Almanacco di Topolino, ne parliamo. Uno ha diritto di leggere il cacchio che gli pare, quando gli pare. Siccome i prof vogliono fare bella figura un po’ li torchiano. Questi poi non possono venire agitatissimi. Se perdono, hanno perso. Chi se ne frega, è un gioco, non esageriamo.
Sei diventata praticamente l’emblema della professoressa di lettere in questo periodo. Di solito la rappresentazione riportava a un personaggio un po’ ’sfigatello’…
Spero di non sembrare anche io un po’ sfigatella. Il mondo della scuola lo conosco per finta, devo dire. L’immagine della mia prof certo non è veritiera rispetto ai veri problemi della scuola. Noi infatti facciamo una commedia, sono una professoressa completamente pazza.
E’ una prof diversa rispetto ai personaggi interpretati da Silvio Orlando in La scuola o Tirabassi ne I Liceali…
Io faccio una professoressa che ha una passione per l’investigazione, che fa tutto fuorché studiare. Non l’ho mai vista correggere i compiti una volta. L’abbiamo un po’ svecchiata quell’immagine, l’abbiamo emancipata.
Enrico Lucci ti ha chiesto di raccontare la tua depressione. Ti è piaciuto il taglio abbastanza inusuale delle Iene?
Ho visto solo un pezzettino e ho visto che mi aveva messo assieme ad altri personaggi. Mi sono incontrata con lui e ho fatto l’intervista. Quando vai tra le braccia de Le Iene può succedere qualunque cosa, compreso niente. Sono stata depressa per sei anni. Se l’approccio era ironico, ben venga. Nel libro ho raccontato una cosa molto triste in un modo più allegro possibile. Credo che un personaggio che fa spettacolo e che è atipico, come Lucci che è divertente e irriverente, lo tratterà a modo suo. Non è mica un medico, può fare quello che vuole. L’importante che è rispettoso. Lui mi diverte, mi è simpatico.
A proposito del libro. Hai in mente di continuare a scrivere?
Non ho solo in mente di continuare a scrivere. Ho un contratto con la Mondadori per dei libri. Se fosse andato malissimo mi avrebbero preso a calci nel sedere. Siccome è alla stessa ristampa abbiamo già cominciato a ragionare. Non sono però una scrittrice, ho raccontato una storia. Non credo che l’umanità non resista senza il mio secondo libro. Resisteva benissimo anche senza il primo.
Fratelli e sorelle d’Italia si rifarà su La 7?
E’ stato un’incursione a La 7 che ho amato molto. Oltretutto mi hanno chiamato in un momento in cui si parlava tanto della rete. E’ stata un’esperienza molto piacevole. Adesso si parlerebbe di farlo. Ho sentito che in teoria si potrebbe. Ci sto ragionando anche perché io ho un po’ di idee per la televisione. Ce le ho e me le sto facendo venire, visto che è un momento di grande rivoluzione per la televisione. La gente comincia a rifiutare alcune cose, ne cerca altre. Vorrei non perdermi questo giro, vorrei starci in questo mutamento. I cambiamenti mi piacciono molto e mi piacerebbe ragionare su qualcosa di nuovo, atipico. Fare un’incursione in una tv un po’ più irregolare non mi dispiace.
Che ne pensi di questo calo di La 7?
Probabilmente sono state fatte scelte ardite. Ad esempio sono una sostenitrice dell’operazione Dandini. Non solo perché il programma mi piace e mi diverte molto. Sappiamo cos’è in Italia il sabato sera, sappiamo cosa fanno le grande reti. Proporre una sorta di varietà così differente, di qualità, inaspettato è una sfida forte. Non avrà fatto i grandi numeri ma sta risalendo, tra l’altro. Trovo che sia una sfida, coraggioso chi la fa. Con le corazzate siam tutti capaci di vincere.
Nessun legame con le vicende politiche nel calo?
No, credo sia un discorso televisivo. Credo che il pubblico sia molto esigente, soprattutto più di quello che pensano alcuni dirigenti che lo trattano come se fosse scemo. Tutti ci siamo raffinati come telespettatori. C’è più scelta. Sono molto contenta che uno che il sabato sera non voglia veder ballare o non vuol vedere i fenomeni da baraccone si può vedere un intrattenimento intelligente. Quello della Dandini è un programma di rottura per il sabato sera.
Italia’s Got Talent non ti esaltava…
No, non mi fa impazzire. Non me ne frega niente di vedere quelli che ingoiano delle pile accese, piuttosto che quelli che cantano. C’è questa smania di far esibire tutti. Io ho iniziato a sei anni a fare la doppiatrice. Fare l’attore è un mestiere, non un passatempo. Non credo sia necessario che tutti si esibiscano per forza.
Non condividi il genere talent?
A me pare una palla infinita, alla fine. X Factor mi diverte molto. C’è una giuria interessante, guardi le loro valutazioni, sono persone competenti, sono personaggi. Mi fa un po’ effetto invece vedere questi fenomeni che si esibiscono e poi gli cambia la vita. Te la cambia veramente poi?
Quindi se la De Filippi ti invitasse nella giuria artistica di Amici come ha fatto con De Sica non ci andresti?
Non sono mai andata a quelle robe lì, ma dubito che mi inviteranno. Amici è un po’ diverso, a Italia’s Got Talent chiunque fa una specialità ci prova. Magari poi c’è anche gente bravissima. Non l’ho seguito e poi magari c’erano anche dei geni. Quando ci sono capitata mi scocciava un po’ perché ci vedevo delle cose strane, che non m’interessavano. Non credo comunque che m’inviterà.
C’è stata Luciana Littizzetto sabato scorso…
Ah, è vero. Hai ragione. Allora se mi chiama vediamo cosa bisogna andare a fare (ride, ndDM).
Ultima curiosità. Sei stata la voce di un personaggio importantissimo di Sentieri. Cosa ne pensi della scelta di chiuderlo a 700 puntate dalla fine in Italia?
Porca miseria me le potevano far fare, almeno andavo a vedere cosa succedeva a quella disgraziata (ride, ndDM). Viviamo insieme da 25 anni, adesso non so com’è finita. Siamo invecchiate insieme. Una volta vivevo di doppiaggio. Una volta che fai un personaggio per 25 anni non è una sorella, ma quasi. La conosco molto bene, lei. Ci siamo incontrate una volta tanti anni fa.
1. MisterGrr ha scritto:
4 aprile 2012 alle 15:57