25
marzo

BARBAROSSA: QUESTA SERA E DOMANI SU RAI1 LA FICTION CALDEGGIATA DALLA LEGA

Kasia Smutniak e Raz Degan in Barbarossa

Definita da molti come una “fiction di regime”, va in onda questa sera e domani in prima serata su Rai1, la miniserie Barbarossa. La pellicola, incentrata sulle gesta della lega di Alberto da Giussano e realizzata in un doppio formato per cinema e tv, fu infatti, fortemente caldeggiata dal Senatore Umberto Bossi (presente in un piccolo cameo). Le intercettazioni audio tra Agostino Saccà, all’epoca alla guida di RaiFiction e il Premier Silvio Berlusconi, scossero non poco le fondamenta di Viale Mazzini, segnando la fine dell’era Saccà, e alimentando, se mai ve ne fosse bisogno, la lunga inchiesta sui presunti legami tra politica e tv pubblica.

Girata nel 2008 e finanziata per 4,5 milioni di euro da Rai Fiction e 2,6 da Rai Cinema, Barbarossa sbarcò nelle sale italiane il 9 ottobre 2009, totalizzando un incasso totale di 830 mila euro a fronte di un costo di ben 12 milioni. La miniserie, diretta da Renzo Martinelli, ha per protagonista Rutger Hauer, nei panni del cattivo Federico Barbarossa, e Raz Degan in quelli del prode condottiero Alberto Da Giussano.

Nel cast internazionale, anche Kasia Smutniak nel ruolo della bella Eleonora, Hristo Shopov (Rainaldo di Dassel), Cecile Cassel (Beatrice), Antonio Cupo (il Console dell’Orto), Angela Molina (Hildegard von Bingen), F. Murray Abraham (il Siniscalco Barozzi) e Federica Martinelli (Tessa).

La vicenda si svolge nelle terre dell’Italia del Nord soggette al dominio dell’Imperatore tedesco Federico detto Barbarossa. Il suo sogno è di conquistare anche le regioni del Centro e del Sud per riunificare l’Impero che un tempo era di Carlo Magno. Il  racconto inizia nelle campagne intorno a Milano, anno 1158. Un ragazzo salva fortunosamente la vita a uno sconosciuto cavaliere. Il giovane si chiama Alberto da Giussano, milanese e figlio di un fabbro, e non crede ai suoi occhi quando capisce che il guerriero imponente che ha di fronte è Federico I di Hohenstaufen, l’imperatore. Milano, in quegli anni, è una città al massimo del suo splendore. La città ha saputo sfruttare bene la sua posizione geografica: a est c’è Venezia, che importa merci da tutto l’oriente. A sud c’è Genova, centro del commercio del mediterraneo occidentale. A nord ci sono i passi alpini che permettono gli scambi con i paesi del nord.  Federico di Svevia, detto il Barbarossa, salito al trono e, in poco tempo in grado di riportare l’unità in Germania, guarda a sud e vede dei Comuni autonomi, intraprendenti, e soprattutto ricchi. Decide quindi che la loro ricchezza sarebbe servita a realizzare il suo grande progetto: far risorgere l’Impero. Unire di nuovo sotto la stessa corona il regno che quattro secoli prima era stato del grande Carlo Magno.

L’esercito imperiale giunge così alle mura milanesi, scatenando una terribile battaglia, durante la quale perdono la vita i fratelli di Alberto. Il 10 marzo 1162 Milano viene rasa al suolo. Alberto insieme al resto della popolazione milanese subisce l’umiliazione di sfilare davanti all’imperatore, abbandonando la città. Esiliato e costretto a nascondersi nei boschi, il giovane da Giussano giura di vendicare la morte dei fratelli e di riprendere la sua terra.

Forma così un piccolo esercito di ragazzi esiliati che condividono il suo sogno di libertà: la Compagnia della Morte. Lo spirito di fratellanza e l’unione tra i comuni porteranno attraverso il giuramento di Pontida alla nascita della Lega Lombarda. Sulla pianura di Legnano il Barbarossa e Alberto da Giussano guidano i loro eserciti in una terribile e sanguinosa battaglia, che vedrà trionfare la Compagnia della Morte, grazie a una geniale e misteriosa strategia di attacco. Alberto viene acclamato come un eroe, ma non riesce a darsi pace: sul campo di battaglia non c’è traccia del cadavere del Barbarossa.



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3 Commenti dei lettori »

1. Giuseppe ha scritto:

25 marzo 2012 alle 16:11

Malgrado i giudizi negativi di critica e pubblico al momento dell’uscita nella sale cinematografiche, ritengo che il lavoro di Martinelli in versione miniserie sia degno di interesse per la ricostruzione storica e per la curiosità di individuare il succitato cameo di Bossi.



2. morgatta ha scritto:

25 marzo 2012 alle 16:32

avevo già deciso di non guardarlo, adesso che so che compare bossi eviterò il canale anche facendo zapping… rischio di beccare proprio quel momento… :-) siccome oggi non stò bene di stomaco aggraverei la situazione senza ragione



3. same old story ha scritto:

25 marzo 2012 alle 19:58

flopperà di brutto…



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