20
marzo

FLAVIO INSINNA A CHI: «LA SCOMPARSA DI MIO PADRE MI HA FERMATO. HO PASSATO L’ESTATE SDRAIATO SUL PAVIMENTO A GUARDARE IL SOFFITTO E A PIANGERE. SOLO ORA RIESCO A TORNARE A VIVERE»

Flavio Insinna - Chi

In un’intervista esclusiva ad Alfonso Signorini, che appare sull’ultimo numero di “Chi” – in edicola da domani, mercoledi 21 marzo, profondamente rinnovato nella grafica e nei contenuti – Flavio Insinna confida il suo dramma, che ha poi raccontato in un libro, “Neanche con un morso all’orecchio“, edito da Mondadori.

Tutto è cominciato alle cinque del mattino, un mattino che avrebbe segnato la svolta. «Pensavo fossero entrati i ladri», spiega Insinna. «Mia madre che urlava, rumori sordi per casa. Mi sono alzato di botto dal letto e sono corso in camera dei miei». Il ladro c’era. Era la vita: Totò, il padre di Flavio, stava morendo. Il dolore sarebbe cominciato da lì. «Non avevo mai pensato prima di allora che papà potesse andarsene. Stavo organizzandomi la vita. Avevo comperato casa da un po’, ma non riuscivo a staccarmi dai miei. Ogni volta una scusa diversa: la ristrutturazione sbagliata, i divani che non arrivavano. In realtà era solo paura di staccare il cordone. E poi quel mattino: mio padre era lì, davanti a me, inerme sul letto, respirava a fatica. Lui era sempre stato il capo del branco. Era arrivato il mio turno, ma dove avrei trovato la forza per prendere in mano la situazione?». Continua il conduttore: «Così ho passato tutta l’estate sdraiato per terra a guardare il soffitto con gli occhi sbarrati. Proprio per terra, sul parquet. Come i drogati, i depressi all’ultimo stadio. Mi dicevo: “Da domani cambia tutto: colazione, tg del mattino”. E ogni volta mentivo a me stesso. Non l’ho mai detto. Ma piangevo, piangevo, come un bambino. Mi mettevo l’asciugamano in testa al buio e mi sdraiavo per terra. Così. E ripetevo a voce alta: “Da domani cambia tutto”. Giorni e giorni passati a mentire a me stesso, a trascinarmi».

Solo oggi il dramma di Insinna sembra in via di superamento: «Credo che adesso sia giusto piano piano ripartire. Per me, per mamma, per il pubblico. Dobbiamo tornare a vivere, non a sopravvivere. Pochi giorni fa ho girato il numero zero di un programma preserale per Canale 5. Beh, che carezze all’anima sono state le risate del pubblico! Son tornato a casa e ho detto: “Mamma, sono un po’ arrugginito, ma ce l’ho fatta”. Ci siamo abbracciati. Credo di averla risvegliata».

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12 Commenti dei lettori »

1. marco ha scritto:

20 marzo 2012 alle 18:51

penso che i veri dolori sono quelli che rimangono privati nella vita di ognuno di noi, quando ci si mette in posa o si scrivono libri rischiano di essere dolori programmati per fini poco nobili…
poi ognuno faccia quel che vuole.



2. Gabriele90 ha scritto:

20 marzo 2012 alle 20:23

Marco non penso che qualcuno possa speculare sul proprio dolore…. Di più poi per la morte di un padre…..



3. Andrea80 ha scritto:

20 marzo 2012 alle 20:43

Io invece credo che mettere nero su bianco il proprio dolore possa essere un buon modo per esorcizzarlo… la scrittura si sa aiuta moltissimo e poi Insinna mi pare un tipo sincero, non uno che vende la morte del padre per due soldi



4. Davide Maggio ha scritto:

20 marzo 2012 alle 20:44

Andrea80: la penso come te.



5. vicky ha scritto:

20 marzo 2012 alle 21:15

So che riceverò risposte tipo:”ognuno reagisce come si sente”e va bene però…Ho poco più di 40 anni e sono orfana di entrambi i genitori da 30 anni,ho perso la mia migliore amica per uno stupido incidente domestico(26 anni)e mio nipote schiacciato da una gru alla TAV(24 anni).Ho lasciato la Calabria per il nord in cerca di lavoro,senza conoscere nessuno(stavo dalle suore).Mi ha quasi uccisa la solitudine,ho avuto paura,ho avuto freddo e non avevo tempo per piangere i miei morti.Quando leggo queste cose mi gira lo stomaco,la D’Urso di continuo ripete che sua mamma è morta.I genitori muoiono,non c’è logica per la mia amica,per mio nipote e tutti i giovani che vanno via prematuramente.Perdonatemi lo sfogo ma comprendetemi,con tutto il rispetto per Insinna



6. moretto ha scritto:

20 marzo 2012 alle 21:33

Porcamiseria vicky… Che dire… Hai ancora fratelli? Ma che è successo alla tua amica? Un abbraccio!



7. vicky ha scritto:

20 marzo 2012 alle 21:52

Lai mia amica(bellissima ragazza e bellissima persona)si trovava da sola a casa,stanca e sfinita si è addormentata sul divano per tutta la notte e purtroppo la stufa a gas è rimasta accesa e così…Ho tre sorelle che sono rimaste giù,hanno la loro vita,ci sentiamo poco perchè ho osato esigere la quota del mio1/4 di casa.Dopo varie bufere
da un anno un uomo meraviglioso è diventato mio marito.Mi ha aiutata completare gli studi,sono diventata promoter finanziaria e abbiamo aperto un ufficio.Non ho figli ma sinceramente non oso chiedere di più alla vita perchè ora sono serena e dormo tranquilla.Non voglio sminuire il dolore di Insinna ma non riesco a controllare la rabbia,so veramente che ognuno reagisce in maniera diversa,io i miei tormenti li ho vissuti da sola,senza mai lamentarmi o annoiare gli altri.Un abbraccio anche a te



8. Federica ha scritto:

21 marzo 2012 alle 09:38

Credo che ognuno reagisca al dolore a proprio modo…soprattutto se si pensa che il proprio padre sia immortale…..lo capisco benissimo Flavio……ed è sincero secondo me, condivido il pensiero di andrea 80.
Tutti hanno dei dolori tremendi da affrontare nella vita, se non si è pronti, se si è deboli, ci si ritrova sdraiati sul parquet a piangere…e non è l’unico!



9. vicky ha scritto:

21 marzo 2012 alle 10:34

Dopo che ho scritto tutto ciò che mi riguarda(di getto e di istinto)mi sono pentita,odio lamentarmi e odio le lagne però bisogna leggere e non interpretare.Nessuno ha sminuito il dolore di Insinna,però tra i
Fiorello,la D’Urso,e altri un pò mi hanno quasi”obbligata”a scriverlo.
Quindi nel massimo rispetto per tutto e per tutti resettiamo e facciamo finta di nulla,si scrive solo di televisione non è il confessionale.Buona giornata



10. Sweeney ha scritto:

21 marzo 2012 alle 18:39

…E comunque concordo con Marco: frasi e foto come quelle che si leggono/vedono su “CHI” hanno molto del “posato”. Ogni tanto Insinna a questo lutto aggiunge un nuovo diverso o particolare come se recitasse un copione teatrale.



11. Sweeney ha scritto:

21 marzo 2012 alle 22:18

Potete anche eliminare i commenti scomodi, ma chi si presta a trasmissioni e riviste di tutti i tipi non per condividere ma per PUBBLICIZZARE il proprio lutto (ed il libro che ne ha tratto), ne fa mercimonio, lo prostituisce, fa della pornografia dei propri sentimenti. Eliminate pure, tanto se non compare qui lo pubblico altrove. Buone vendite, Insinna.



12. daniele ha scritto:

20 luglio 2015 alle 15:55

Premetto che rispetto la morte del papà di Insinna, a me dispiace quando muore qualcuno, ci mancherebbe per carità. A me non piace però questo ostentare e ripetere le proprie disgrazie in pubblico, sia in tv sia sui giornali. Ho letto che anche altri personaggi dello spettacolo hanno perso dei parenti cari, però vieni a saperlo dai giornali o su internet, non dai diretti interessati, perchè probabilmente vogliono tenere riservata la propria vita. Essere personaggi pubblici non significa rendere pubblica la propria vita, anche se ognuno fa quello che vuole. Probabilmente gente come Insinna vuole condividere con gli altri le proprie gioie e dolori, e magari da un certo punto di vista posso capirlo.



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