E’ notizia di pochi giorni fa che il conduttore di Militello, che ha un contratto con la Rai fino ad agosto, tornerà in prima serata su Rai3 con una produzione itinerante per il Belpaese, in onda presumibilmente dal prossimo settembre. Eppure Pippo Baudo continua a reclamare spazi che in tutta sincerità forse non gli competono più.
Sia chiaro, Baudo rimane un caposaldo della televisione italiana e del servizio pubblico, ed è giusto che la Rai non lo tenga in panchina. Ma la prima serata di Rai 1, una rete che necessita di essere “riordinata” in primis per ringiovanire il pubblico – come dopotutto deciso dal Consiglio di Amministrazione e ventilato a TvTalk dal ViceDirettore Generale Antonio Marano -, è giusto che sia data in mano ad altri. E’ il pubblico a chiederlo, che già in passato ha sentenziato sul Pippo nazionale.
A parte l’esperienza poco fortunata di Centocinquanta, pesa su Baudo il ritorno a fine 2008 al sabato sera della prima rete con Serata d’Onore che, contro C’è Posta per Te, si fermò ad un misero 12% di share, nonostante le polemiche contro la De Filippi che avevano accompagnato la première del programma. Tra l’altro Mauro Mazza, stando a quanto rivelato da Baudo in un’intervista al Corriere della Sera, gli aveva anche proposto di tornare con la stessa produzione, quattro serate evento da utilizzare come “tappabuchi” per ogni evenienza.
Una proposta rispedita al mittente, mittente che tra l’altro Baudo ha definito un “bravo giornalista del TG2 che non sa nulla, tecnicamente nulla di spettacolo”: “A me questi discorsi? A me?” ha dichiarato il conduttore. Belle parole anche su Mauro Masi, che a suo dire bloccò il progetto in 6 puntate di Mister Giallo per via della Goodtime di Gabriella Buontempo, incaricata di produrre i filmati: “Lavoriamo tre mesi, scriviamo sei puntate: ad un certo punto, però, viene fuori che la Goodtime è di proprietà di Gabriella Buontempo, moglie di Italo Bocchino. Che, intanto, con Fini se ne è uscito dal Pdl. Così, quando il progetto arriva a Mauro Masi, berlusconiano, Masi dice no, escluso, il programma non si fa. E Mauro Mazza abbozza. Perché intanto, da finiamo che era, pure Mazza è diventato filo berlusconiano”.
Si salva solo Lorenza Lei, anche se a lui non dispiacerebbe affatto vedere a capo dell’azienda Claudio Cappon, uno dei più accreditati, o un manager alla Sergio Marchionne. L’unica certezza è che la Rai è “un’azienda moribonda, seviziata dalla politica” e piena di berlusconiani, dei “miserabili scherani”, che la hanno trasformata in una tv commerciale. Tutta colpa “di quello schifo di legge Gasparri“, frase che non è affatto piaciuta al senatore del Pdl. “E’ Un conduttore finito, per farsi notare deve insultare il prossimo. Stia un po’ a casa”, ha dichiarato a SkyTg24 – L’intervista.
1. MisterGrr ha scritto:
18 marzo 2012 alle 17:18