Il sindacato Usigrai non ci sta: anche sui gesti simbolici occorre più riflessione e meno ‘discriminazioni’. Se raccoglie consenso unanime l’idea di condurre i Tg delle reti di Stato con un fiocco giallo, in segno di solidarietà ai Marò, vittime di un caso di diplomazia internazionale quantomeno singolare, ci si chiede perché si facciano dei distinguo. La richiesta più che altro si concentra sull’interrogativo: perché nessun simbolo per Rossella Urru?
Non tanto una polemica antimilitarista ma piuttosto un invito ad essere sempre dalla parte di tutti gli italiani tragicamente in ostaggio all’estero e più in generale una vicinanza ideale a tutte le lotte e le vittime che coinvolgono l’Italia come Paese e gli italiani come persone. Nel dettaglio ecco la richiesta di chiarimenti da parte del sindacato:
‘Sul fiocco giallo per i marò che indossano i conduttori di alcuni tg, iniziativa a quanto pare della Direzione generale della Rai, avremmo gradito essere interpellati. Poiché siamo tutti dalla parte dei militari italiani, che svolgevano il loro dovere in acque internazionali avremmo suggerito semplicemente di trovare un segno che mettesse insieme il caso che li riguarda con quelli di Rossella Urru e degli altri italiani sequestrati all’estero. Sarebbe stato un modo da Servizio pubblico per tenere insieme tutte le sensibilità‘.
Diciamo che si dovrebbe essere abituati al fatto che i casi militari abbiano una rilevanza maggiore dal punto di vista istituzionale, basti pensare alle scelte sul minuto di silenzio, mai negato alle forze armate, più discontinuo per le altre categorie. Questa sorta di lettera aperta diventa però anche il pretesto per le rivendicazioni di campo, come da appurata tradizione conservativa dei sindacati.
L’occasione è ghiotta per ribadire l’emergenza che riguarda l’informazione e il lavoro di tante persone che operano nel settore. E proprio a Nuova Delhi la Rai ha previsto la chiusura della sede di corrispondenza. Il piano di ridimensionamento ovviamente non trova d’accordo i rappresentanti dei lavoratori, in questo allineati a quei giornali cattolici attaccati da Celentano (che, ricordiamo, avevano chiesto di salvare i corrispondenti anziché sborsare un cachet cospicuo per il Molleggiato). I sindacalisti giocano anche d’anticipo e propongono:
‘Fin d’ora chiediamo per il Primo Maggio un fiocchetto bianco che ricordi le morti sul lavoro e susciti una riflessione che spinga sempre più a prevenirle anche per dare il segno di un Servizio pubblico che parlandone dia il suo specifico contributo’
Istanze tutte nobili con il solo limite che rischia di diventare una guerra politica dei fiocchi: coccarde blu per le categorie più vicine alla sensibilità di un partito d’opinione contro le coccarde rosse, simboli più appannaggio dell’altra grande area politica del Paese. Una nuova arena di scontro tra le due ideologie storiche maggioritarie, ancora striscianti nel sottobosco di ogni dibattito?
1. WHITE-difensore-di-vieniviaconme ha scritto:
14 marzo 2012 alle 11:11