14
marzo

LA GUERRA DEI FIOCCHI: USIGRAI NE CHIEDE UNO PER ROSSELLA URRU E PER LE MORTI BIANCHE

Fiocco Giallo per I Marò

Il sindacato Usigrai non ci sta: anche sui gesti simbolici occorre più riflessione e meno ‘discriminazioni’. Se raccoglie consenso unanime l’idea di condurre i Tg delle reti di Stato con un fiocco giallo, in segno di solidarietà ai Marò, vittime di un caso di diplomazia internazionale quantomeno singolare, ci si chiede perché si facciano dei distinguo. La richiesta più che altro si concentra sull’interrogativo: perché nessun simbolo per Rossella Urru?

Non tanto una polemica antimilitarista ma piuttosto un invito ad essere sempre dalla parte di tutti gli italiani tragicamente in ostaggio all’estero e più in generale una vicinanza ideale a tutte le lotte e le vittime che coinvolgono l’Italia come Paese e gli italiani come persone. Nel dettaglio ecco la richiesta di chiarimenti da parte del sindacato:

‘Sul fiocco giallo per i marò che indossano i conduttori di alcuni tg, iniziativa a quanto pare della Direzione generale della Rai, avremmo gradito essere interpellati. Poiché siamo tutti dalla parte dei militari italiani, che svolgevano il loro dovere in acque internazionali avremmo suggerito semplicemente di trovare un segno che mettesse insieme il caso che li riguarda con quelli di Rossella Urru e degli altri italiani sequestrati all’estero. Sarebbe stato un modo da Servizio pubblico per tenere insieme tutte le sensibilità‘.

Diciamo che si dovrebbe essere abituati al fatto che i casi militari abbiano una rilevanza maggiore dal punto di vista istituzionale, basti pensare alle scelte sul minuto di silenzio, mai negato alle forze armate, più discontinuo per le altre categorie. Questa sorta di lettera aperta diventa però anche il pretesto per le rivendicazioni di campo, come da appurata tradizione conservativa dei sindacati.

L’occasione è ghiotta per ribadire l’emergenza che riguarda l’informazione e il lavoro di tante persone che operano nel settore. E proprio a Nuova Delhi la Rai ha previsto la chiusura della sede di corrispondenza. Il piano di ridimensionamento ovviamente non trova d’accordo i rappresentanti dei lavoratori, in questo allineati a quei giornali cattolici attaccati da Celentano (che, ricordiamo, avevano chiesto di salvare i corrispondenti anziché sborsare un cachet cospicuo per il Molleggiato). I sindacalisti giocano anche d’anticipo e propongono:

‘Fin d’ora chiediamo per il Primo Maggio un fiocchetto bianco che ricordi le morti sul lavoro e susciti una riflessione che spinga sempre più a prevenirle anche per dare il segno di un Servizio pubblico che parlandone dia il suo specifico contributo’

Istanze tutte nobili con il solo limite che rischia di diventare una guerra politica dei fiocchi: coccarde blu per le categorie più vicine alla sensibilità di un partito d’opinione contro le coccarde rosse, simboli più appannaggio dell’altra grande area politica del Paese. Una nuova arena di scontro tra le due ideologie storiche maggioritarie, ancora striscianti nel sottobosco di ogni dibattito?

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3 Commenti dei lettori »

1. WHITE-difensore-di-vieniviaconme ha scritto:

14 marzo 2012 alle 11:11

eroi invisibili, al solito.



2. MisterGrr ha scritto:

14 marzo 2012 alle 11:14

Giusto, ma non dimentichiamoci anche degli altri italiani rapiti. Non c’è solo Rossella Urru, ragazzi. Sembra, a volte, che sia in mano ai rapitori solo lei.



3. giovanna ha scritto:

14 marzo 2012 alle 11:39

I connazionali ostaggio di bande armate in tutto il mondo sono ancora nove. Dieci se si considera Bruno Pellizzari, italo-sudafricano ostaggio dei pirati somali dal 10 ottobre 2010, che però – come spiega a Sky.it l’ufficio stampa del Ministero degli Esteri – non rientra ufficialmente nell’elenco dei connazionali sequestrati.

Tra gli ostaggi c’è Rossella Urru, la cooperante rapita nel sud dell’Algeria in ottobre e scomparsa tra le dune del Sahara: nei giorni scorsi si era diffusa la notizia, poi smentita, di una sua liberazione. Della donna, però, si sono perse al momento le tracce. Nella stessa zona del sequestro Urru, è stata catturata a febbraio 2011 anche la turista fiorentina Maria Sandra Mariani, 53 anni. E’ l’ostaggio da più tempo nelle mani dei rapitori. I sequestratori fanno capo probabilmente ad Al Qaida per il Maghreb islamico (Aqmi), la rete integralista che controlla l’immensa fascia desertica che va dall’Algeria alla Mauritania, dal Mali al Niger, al Ciad fino al Sudan. L’ultimo italiano ad essere stato rapito, lo scorso 19 gennaio, è il cooperante siciliano Giovanni Lo Porto, catturato con un collega tedesco in Pakistan nella località di Multan (Punjab). Sarebbe nelle mani del gruppo talebano Tehrik-e-Taliban Pakistan, capeggiato da Hakimullah Mehsud. Sono sempre prigionieri dei pirati poi, i sei italiani della nave ‘Enrico Ievoli’ sequestrata il 27 dicembre scorso al largo delle coste dell’Oman e che sarebbe alla fonda al largo delle coste somale. FONTE TGSKY24



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