Il bene non fa rumore. Verità profonda? Forse. Se per il prossimo programma in partenza a Fabio Volo fosse stato affidato il compito di fare spicciolo intrattenimento o un tentativo di cabaret di seconda serata sarebbe già sulla bocca di tutti. Invece con la linea buona, scelta per il suo ritorno in televisione, previsto per il 21 marzo, il bresciano riesce a far parlare di sé più come scrittore, voce della radio e attore che come personaggio televisivo.
Fenomeno letterario, se non di costume, con quella sua prosa divertente e semplice, e i suoi sprazzi di quotidianità illuminata, l’ex iena smette i panni dell’irriverente che gli hanno concesso tanta fortuna nei suoi esordi per abbracciare un nuovo profilo. Forse colpa della maturità, forse merito della voglia di sperimentarsi in maniera eccentrica.
Volo in diretta prova a invertire la tendenza ad una programmazione tetra ed estrema di questi ultimi anni. E’ proprio il buon, stavolta è proprio il caso di dirlo, Fabio a far filtrare qualche prima indicazione sulla nuova idea a cui presterà il volto per la terza rete del servizio pubblico, un’emancipazione di non poco conto se consideriamo che lui è un autodidatta della letteratura. A Diva e Donna racconta:
”Il programma è una via di mezzo tra il Late Show di David Letterman e il Muppet Show. Grazie a persone come Jeremy Rifkin o Noam Chomsky, proviamo a dare una versione diversa del mondo di oggi. Vorrei che fosse davvero una buona ‘buona notte’. Le buone notizie ci sono, solo che fanno meno rumore. Certo io non è che posso dare lezioni di vita agli altri. Ma sono curioso del mondo e se l’economista Rifkin mi spiega che basta tenere la temperatura del frigo su di un grado per allungare la vita del pianeta, io lo faccio, felice di dare il mio contributo.”
L’approccio sembra essere quello di sempre. Come nelle sue pagine, adrenalina e malinconia, voglia di divertirsi e divertire ma anche qualche apertura non banale alla riflessione. Ormai protagonista poliedrico ha imparato a fare i conti con i lati positivi e negativi dell’essere popolare, anche se con questa nuova esperienza è da testare piuttosto la sua resistenza ai nasi arricciati:
”chi legge un mio libro o segue un mio programma si accorge che in tutto io metto semplicemente il mio sguardo sincero sulle cose. Non ho la pretesa di dare chissà quale verità, ma di raccontare il mondo così come lo vedo io. E io lo vedo con ironia, con il sorriso.”
”Non mi dà fastidio il giudizio. Ma mi arrabbio per il pregiudizio. Se qualcuno parla di me come il latin lover un po’ sfrontato de Le Iene, vuol dire che ha un pregiudizio, e a nulla serve che io perda tempo a raccontargli cosa ho fatto in tutti questi anni.”
1. MisterGrr ha scritto:
8 marzo 2012 alle 11:57