Il Giovane Montalbano non fa sconti alla televisione, lui che è uomo di teatro e di cinema e che si appresta a vivere la possibile popolarità del piccolo schermo con molta diffidenza. Michele Riondino in una delle sue prime uscite pubbliche si ottura bene le orecchie e respinge le sirene del successo mediatico con un’intervista a Vip che lascia molti pochi dubbi sulla sua cifra artistica.
Per tre anni nel Distretto di Polizia di Taodue, presto al cinema nel film di prossima uscita Gli sfiorati (e in autunno in Acciaio, nei panni di un operaio, mestiere che Michele avrebbe fatto se non si fosse per lui aperta la via dell’arte), Riondino è conosciuto all’elite culturale italiana per aver preso parte ad uno spettacolo teatrale sul tema delle nuove mafie, per la regia di Emma Dante, dal titolo Cani di Bancata, piccolo capolavoro di forza argomentativa e di regia.
Sarà per questa provenienza un po’ più di nicchia e per una passione per i circuiti culturali un attimino più piccoli che Riondino si concede poco al bagno di folla, prospettiva verosimile per un continuatore ideale di un ruolo che ha fatto la fortuna di Luca Zingaretti. Bando alle facili allisciature diplomatiche il giovane Montalbano appare molto onesto quando racconta:
“Non sono un fan della fiction che ho visto dopo essere stato scelto. In compenso, sono un lettore e appassionato di Andrea Camilleri [...] in Camilleri la mafia è trattata in modo diverso da come siamo abituati a vederla solitamente. Lui non mostra la mafia che uccide, ma quella che è entrata nella profondità dei comportamenti della gente, quella che per ‘convincerti’ non ha bisogno di sparare. [...] Ci tengo a restare uno normale. Spero che non mi capiti quanto accaduto a Luca Zingaretti. Ma sono solo sei puntate e il pubblico ha memoria breve. All’inizio ho avuto molti dubbi, non ero certo di voler accettare questo ruolo ma Tavarelli e Camilleri, che ci teneva tanto a sviscerare gli inizi della sua creatura, mi hanno convinto.”
Conserviamo traccia di queste parole e rispettiamo la libertà artistica e personale di ciascuno. Se un giorno però dovessimo vedere il buon Michele Riondino nei panni di un monaco da marketing spicciolo o robe del genere, poco elitarie, diciamo, promettiamo di riaprire il cassetto della memoria.
1. MisterGrr ha scritto:
1 marzo 2012 alle 17:30