23
febbraio

IL GIOVANE MONTALBANO, CON MICHELE RIONDINO QUESTA SERA SU RAI1. SI RIPETERA’ IL SUCCESSO DELL’”ORIGINALE”?

Michele Riondino in Il Giovane Montalbano (foto di Fabrizio Di Giulio)

Andrea Camilleri al cinema e in tv. Periodo d’oro per lo scrittore siciliano, presente nelle sale italiane con il film – trasposizione del suo omonimo romanzo – La scomparsa di Pato, di Rocco Mortelliti con Neri Marcorè e Nino Frassica, e da questa sera su Rai1 con Il Giovane Montalbano, la nuova fiction Rai in sei puntate della quale è co-sceneggiatore insieme a Francesco Bruni.

La serie, prodotta da Palomar, vedrà per protagonista Michele Riondino, giovane attore tarantino, vestire i panni del commissario reso celebre da Luca Zingaretti. I fan di quest’ultimo possono però dormire sonni tranquilli, nessuna rivoluzione in corso, cambio della guardia o pensionamento dell’attore. Il Giovane Montalbano è infatti un prequel della serie, un’operazione piuttosto singolare nel panorama della fiction italiana, ma ampiamente diffusa tra le produzioni statunitensi.

Per sei settimane potremo finalmente scoprire tutto ciò che avremmo da sempre voluto sapere sul commissario più famoso d’Italia. Ambientata all’inizio degli anni 90, la serie diretta da Gianluca Tavarelli, ripercorrerà la vita di Montalbano nel periodo più delicato della vita: la giovinezza, raccontando il suo primo incarico nel paese di montagna di Mascalippa, il trasferimento a Vigàta, dove Montalbano aveva già vissuto qualche tempo da ragazzo, ma anche gli inizi della sua amicizia con Mimì Augello (Alessio Vassallo), e il primo incontro con l’amata Livia (Sarah Felberbaum).

Nell’episodio in onda questa sera, dal titolo La prima indagine di Montalbano, il giovane Salvo è vicecommissario in servizio a Mascalippa, uno sperduto paese di montagna della Sicilia più segreta. Il suo superiore è Libero Sanfilippo, un commissario saggio ed esperto, che gli insegna come muoversi nelle indagini più intricate. Ma il carattere di Montalbano, insofferente alle regole e attento più all’umanità delle persone che alle apparenze, si manifesta già in questo suo periodo di apprendistato: nell’indagine sull’omicidio di Casio Alletto, un mezzo delinquente con precedenti per furto di bestiame.

Montalbano sa benissimo che il colpevole non può essere il pastore Tano Borruso, l’unico in paese a possedere un paio di scarponi chiodati simili a quelli usati per uccidere l’Alletto. Lo sa perché crede di conoscere gli uomini, e Tano Borruso non è un assassino. Quando viene promosso vicequestore a Palermo, Sanfilippo potrebbe proporre a Montalbano di sostituirlo come commissario a Mascalippa. Ma Sanfilippo si rende conto che il suo giovane e dotato allievo mal sopporta il freddo di quel paese di montagna. Così chiede al ministero che anche lui venga trasferito.

Il giovane vicecommissario è fidanzato con Mary, un’insegnante che lavora a Catania e che lo raggiunge per il fine settimana. Salvo vuole molto bene alla ragazza, ma non si sente ancora di sposarla. E’ proprio Mary, grazie a uno zio che lavora al ministero, a  rivelare a Salvo la sua prossima destinazione: commissario capo a Vigata. Per Montalbano si tratta di un ritorno, dal momento che proprio a Vigata, città di mare in provincia di Montelusa, il giovane commissario ha passato l’infanzia dopo la morte della madre. E a Vigata vive ancora il padre di Montalbano, con cui Salvo non sembra avere un buon rapporto.

Però Vigata è sul mare, e questo è sufficiente per riempire di gioia l’animo del commissario. Che riesce subito a trovare un ristorante che soddisfa pienamente le sue richieste. Vede anche una casa sul mare che gli piacerebbe affittare, ma Mary lo dissuade: chissà quanto costerà… Montalbano ci lascia il cuore, in quella casa, e per il momento si adatta nella foresteria del nuovo commissariato. Qui fa la conoscenza di Carmine Fazio, un esperto agente che gli è di grande aiuto: Montalbano infatti deve scontrarsi con le difficoltà di un ragazzo di trent’anni a cui viene affidato un ruolo di responsabilità. Ma Montalbano trova nel commissariato di Vigata quella famiglia che forse non ha mai avuto. E trova anche un fratello minore di cui il questore gli chiede di occuparsi: Agatino Catarella, un poliziotto rimasto orfano, dall’animo semplice.

In poco tempo, Montalbano è riuscito a risolvere il caso dell’omicidio Alletto a Mascalippa, scagionando il pastore Borruso e trovando il colpevole, e al tempo stesso ha avuto il suo battesimo del fuoco a Vigata: sventa il piano di una ragazza, Viola, che voleva punire il malvivente che l’aveva violentata, ma al tempo stesso fa in modo di arrestare il responsabile della violenza. È nato il Montalbano che conosciamo: il poliziotto in grado d’inventarsi mille modi, non sempre ortodossi, per assicurare alla giustizia i colpevoli, ma sopratutto per assicurare alla Rai, nuovi ascolti record.



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2 Commenti dei lettori »

1. giemmegi ha scritto:

23 febbraio 2012 alle 17:46

Ho sempre seguito il Commissario Montalbno, non manchrò di seguire le gesti del “giovane”.



2. luigino ha scritto:

23 febbraio 2012 alle 18:35

Secondo me l’idea è carina,ma mi chiedo: non potevano impegnarsi un po’ di più nel trovare un attore che assomigliasse di più al Montalbano giovane? Questo qua non ricorda proprio Zingaretti da giovane…. poi non so,magari avranno preso qualche foto di Zingaretti da giovane e questo attore gli assomiglia tanto,ma a me non sa proprio di Montalbano giovane.



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