Il ritorno di Adriano Celentano al Festival di Sanremo 2012 non è andato come previsto. O forse sì. La seconda performance del Molleggiato all’Ariston resterà nella storia del piccolo schermo, col cantante osannato come fosse un Dio ma anche subissato di fischi. Già, i fischi: l’imprevisto che il para-guru della kermesse canora sembrava quasi aspettarsi.
In apertura del suo intervento, Adriano ha cantato Thirteen Woman. Poi è partito a testa bassa:
“La corporazione dei media si è coalizzata in massa contro di me neanche se avessi fatto un attentato allo Stato. Fra quei quattro o cinque che mi hanno difeso mi ha colpito la voce di un prete che ho visto da Mara Venier, don Mario. Grazie don Mario, tu hai capito ciò che i Vescovi hanno fatto finta di non capire”
Il Molleggiato è tornato così a parlare di Sacro, di vita e morte, di Paradiso. Insomma, ha fatto un nuovo predicozzo urbi et orbi davanti a milioni di telespettatori, e in platea non tutti hanno gradito. Soprattutto quando l’omelia ha assunto i toni vittimistici.
“Estrapolano una mia frase e ne cambiano il significato”si è lamentato Celentano, che ha poi invitato tutti a ragionare di Dio e ha attaccato:
“E’ su questi temi che dovrebbe basarsi un giornale che ha la presunzione di chiamarsi Famiglia Cristiana o anche Avvenire, ma loro parlano della politica del mondo anziché della politica di Dio. Perché Gesù era un politico e lo era anche Giuda…”
Di fronte all’ennesimo sermone, dal pubblico sono volati alcuni fischi e a seguire qualche schiamazzo.
“Basta, basta! Vai a casa!”.
Lì per lì il Molleggiato, anzi il Contestato, è rimasto impietrito ma col sorrisetto sulle labbra. “Perchè dite ‘basta’? Prima dovreste farmi finire di parlare….” ha risposto a chi lo voleva zittire dalla platea, aggiungendo:
“Io non ho il potere di chiudere un giornale mentre qualcuno non ha esitato a chiudere qualcosa. Ma siamo in democrazia e io ho espresso un mio desiderio (…) Quando dico che Avvenire e Famiglia cristiana andrebbero chiusi definitivamente, ho detto andrebbero, non significa esercitare una forma di censura”.
Poi, forse credendosi in Piazza San Pietro, Celentano è tornato a parlare di Gesù e del senso della fede. A seguire, ha intonato uno dei suoi ultimi brani più polemici, la Cumbia di chi cambia, e ha duettato con Gianni Morandi. Durante l’esibizione, l’ex ragazzo di Monghidoro si è commosso.
Ecco, quando canta il Molleggiato è davvero da standing ovation. Ma quando fa il sermone, il pubblico non ci casca più: e giù fischi.
1. pippo ha scritto:
19 febbraio 2012 alle 02:31