Piccolo manuale per aspiranti Dive. O sussidiario illustrato del copia, incolla e tiratela. L’autrice di questi capolavori, instant book della settimana sanremese, dovrebbe essere senza dubbio Nina Zilli.
Maria Chiara Fraschetta, nata nel 1980 è cresciuta a Gossolengo, è di certo l’esempio calzante di come con una cotonatura di troppo, un bravo stylist e un investimento corposo nell’acquisto di dischi delle dive del passato sia un attimo improvvisarsi cantante e sfruttare la passerella dell’Ariston per assicurarsi visibilità.
Una visibilità televisiva che la Fraschetta rincorre con ansia sin dagli anni 90, quando si mette in fila per entrare a far parte del circuito di MTV prima e di Red Ronnie poi. La dimestichezza con la telecamera porta la ragazza, vestita con pantaloni oversize e capelli rasta, a fiutare meglio mode e tendenze, musicali e non.
Dopo il vuoto discografico, un veloce studio in laboratorio del successo di Amy Winehouse e una bella cofana cotonata, la ‘nostra’ ha dovuto fare i conti con il successo riscosso da Giusy Ferreri. Giusy piace per la sua semplicità ed onestà, non rinnega le sue origini e anzi, dopo l’ubriacatura da talent, lotta per imporre i suoi gusti musicali.
Nina ne approfitta allora per sputare veleno sul mondo dei talent, prende le distanze da fior fior di artisti che escono da Amici ed X-Factor (e che vendono) e in ogni intervista sottolinea che lei “viene dalla dimensione live e non dal televoto”.
Dopo un Sanremo rivelazione nelle nuove proposte e la colonna sonora per un film di Ozpetek la Fraschetta lavora ulteriormente sulla propria immagine e si mette in fila per partecipare al Festival del 2012, accanto a gente come Emma, Noemi e Carone. Gente che la Zilli, per coerenza, dovrebbe prendere a testate vista la repulsione per il talent. Gente che, per reazione, dovrebbe tirare fuori tutte le betacam di MTV e Tmc2 per documentare gli esordi imbarazzanti da “brava presentatrice” della nuova “diva del soul”.
L’apoteosi si raggiunge nella settimana sanremese. Uno stuolo di giornalisti (sordi?) comincia a paragonare la Zilli, in gara con “Per Sempre”, a Mina. Anche stavolta è un copia e incolla di note ed armonie trite e ritrite, la gestualità è quella di chi passa le sue notti su youtube a rivedersi i video di “DaDaDa” e il fatto che nessuno sottolinei un’imbarazzate debolezza vocale rende il “fenomeno” ancora più interessante da studiare.
Ma la nostra Fraschetta è già oltre. Dopo il Festival e un suo probabile buon piazzamento, l’aspetta l’ennesima prova davanti alla lucina rossa di una telecamera. Sarà lei infatti la primadonna musicale del nuovo one-man-show di Giorgio Panariello. E’ probabile che anche in questo caso, Nina proverà a strizzare l’occhio alle memorabili sigle vintage interpretate da Giorgia al “Più grande spettacolo dopo il week-end” di Fiorello. Certo è che se vorrà confrontarsi con gli stessi capolavori e le stesse note toccate dalla Todrani, fra la tappa sanremese e la prima serata di Canale5, la Fraschetta dovrà nell’ordine: frequentare un bel corso di canto, fare un viaggio a Lourdes, pregare ogni sera davanti al poster di Whitney Huston e soprattutto scendere dal piedistallo. Su cui è salita da sola.
1. MisterGrr ha scritto:
17 febbraio 2012 alle 18:17