7
febbraio

SANREMO HORROR STORY: “CHE BRUTTO AFFARE” PER JO CHIARELLO

Jo Chiariello

Il Festival di Sanremo si avvicina e sarebbe un peccato tralasciare 61 anni di storia della canzone italiana. Note e  versi, acuti e stecche, scenografie ridondanti e look improbabili. Niente paura però, non staremo qui a menarvela con le solite storie trite e ritrite di “fiori e sogni che non ritornano più, papaveri e papere, mamme che ballano e italiani veri,  fiumi di parole e laghi in cui fare il chupa-dance”. Cercheremo invece di deliziarvi con performance che hanno lasciato un segno indelebile. Sì, nelle carriere dei  protagonisti che ancora oggi sono in causa con youtube per far rimuovere i filmati della vergogna.

E’ una sera di febbraio del 1981 e sul palco dell’Ariston una quasi maggiorenne Jo Chiarello presenta, sicura e spavalda, “Che brutto affare”, smaliziata canzoncina pop scritta dal maestro Franco Califano. Un poeta della musica italiana, per carità. Peccato che se è nella serata giusta fra storielle, doppi sensi e parolacce il Califfo rischia di sortire l’effetto di ascella pezzata davanti alla faccia di Carla Bruni. Non è un caso allora che sul palco dell’Ariston “l’affare” di Jo si ingrossi, fino a diventare cult. La ragazzina bionda ossigenata, pioniera del boccolo Clerici-style, ammicca e punta l’indice contro un maschio che, a suo dire, è “uno scoppiato da dimenticare”. Lui pensava di trovarsi davanti un’oca da spennare ma è lei a comandare il gioco sentenziando: il pollo l’ho pelato io.

Inguainata in un vestito prugna, sexy quanto il costume da bagno del mago Otelma, Jo vessa ulteriormente il suo uomo, colpevole di non averle “ insegnato neanche a far l’amore”. Eppure lei lo credeva un “superman” e  lui si becca dello scemo non essendo nemmeno la metà di un man. Insomma una delusione profonda, l’eclissi totale della passione, the opposite of sex, anzi del Cali-sex, quello narrato e spiegato punto per punto (erogeno) nel best seller Calisutra.

Ecco l’imperdibile video di Che Brutto Affare:

Jo Chiariello non ebbe accesso alle fasi finali del festival del 1981, vinto da Alice con “Per Elisa”. Continuò a proporre canzoni sullo stesso filone di “Che brutto affare”, fra cui “In Bianco” scritta ancora dal Califfo. Dopo aver sperimentato diversi stili musicali tornò a Sanremo nel 1989 con un brano melodico “Io e il cielo” con cui si classificò seconda fra le Nuove Proposte.



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22 Commenti dei lettori »

1. MisterGrr ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 12:48

Onestamente non capisco come non abbia fatto a vincere una canzone del genere. Per me è colpa dell’osceno vestito.

Grazie Domenico per permettere a noi ggiovani di conoscere questi che sono veri e proprio cult!

Io purtroppo ho in mente solo le stupende esibizioni di Paola e Chiara in “Amici come prima” e soprattutto il mitico “Batte Forte” delle Lollipop. Mi mancano tanto!



2. paolo ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 12:49

Ma le foto della scenografia nuova? Come mai ancora non sono uscite?



3. Davide Maggio ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 12:49

paolo: noi abbiamo pubblicato il bozzetto



4. paolo ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 12:53

Davide
Lo so, lo so! ;) Io dico, le foto ufficiali, come tutti gli anni, non ci sono ancora?



5. Nina ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 13:01

Io ho un vago ricordo, di questa canzone, ero bambina e con le amiche la cantavamo ci faceva ridere.



6. edward ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 13:11

ma quindi nn c’è ancora la foto della scenografia come gli anni passati?



7. Salvatore Cau ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 13:32

La Chiarello aveva un suo perché, meriterebbe una nuova occasione!



8. Nina ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 13:33

Io ricordo un gruppo che cantava “Tu fai schifo sempre”.



9. Vincenzo ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 13:36

Quanti ricordi… E pensare che questa canzone la trovo orecchiabilissima e davvero simpatica; ai tempi consumai il vinile della compilation del festival per ascoltarla!
Mitici gli anni ottanta! Che brutto affare, ti amavo di un amore nucleare….



10. griser ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 13:59

Spero che postiate il figlio di celentano con annesso commento della gialappa. È un must iperdibile



11. Domenico Marocchi ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 14:00

Salvatore Cau, meriterebbe una seconda occasione a casa tua…te la metti sul comodino e ti fai svegliare a suon di “Sceeeeee….Moooo”!



12. Domenico Marocchi ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 14:02

Il figlio di Celentano sarà celebrato a dovere…giusto Davide???



13. tania ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 14:09

ALTRO CHE JO CHIARELLO,ANDATE SUL LIVE E GUARDATE CHE IL VIDEO CHE STA SPOPOLANDO SUL WEB



14. tania ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 14:16

intendevo dm live su facebook ;)



15. Salvatore Cau ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 14:44

@Marocchi

No, io preferisco “non sei stanco di una che ti manda sempre in bianco” :)



16. Tyrael87 ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 15:03

Ahahahaha IL FIGLIO DI CELENTANO, il momento più epico di tutta la storia delle radiocronache della Gialappa’s Band. il signor Carlo non ha più riso così da allora, forse solo quando David del GF11 ha usato il toro meccanico.



17. polly87 ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 15:15

assomiglia a una delle sorelle LALLAI dell’ultimo xfactor!



18. Il cuore muove ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 15:42

Di – vina!
ahah



19. Josep Ballester Alizpikueta ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 17:51

adesso capisco da chi ha copiato il look Lady Gaga!



20. PerryZoma ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 18:16

Gli horrorSanremo sono una delle mie visioni preferite su youtube.Oltre la Chiarello segnalo Miani,Stefano Sani,Barbara Boncompagni,Giacomo Celentano…mentre ho riscoperto bei personaggi come Rudy Marra,Bracco di Graci il trio Bungaro,Conidi Di Bella.



21. lele ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 18:43

@Nina
Non ero ancora nato quando a Sanremo portarono “Tu fai schifo sempre” però ricordo perfettamente quando in 2° liceo la mia prof di lettere la cantò in classe. Rido ancora adesso!



22. jacopoandrea ha scritto:

7 febbraio 2012 alle 21:09

lele se non ricordo male erano i Pandemonium che portarono il pezzo di cui parli tu… cmq io che sono del 1969 quei san remo me li stavo già godendo… questo genere di canzone manca molto nei nostri tempi… a davide chiederei di pubblicare “donna sola” di Pinot (moglie di uno dei cugini di campagna) sembrava una “travona” del hinterland milanese… e non dimentichiamoci sempre del 1983 come questo pezzo l’interpretazione stonatissima di tal Sibilla, prodotta da Franco Battiato, con oppio



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