E’ un treno in corsa la terza edizione di Italia’s Got Talent: l’alchimia creata tra i giudici, la stravaganza di alcuni concorrenti e una buona dose di talenti ed originalità nelle esibizioni, macinano divertimento e leggerezza nel sabato sera di Canale 5. La carrellata di casting piace e funziona perché non ha ritualità o liturgie da rispettare ed è imprevedibile nel suo meccanismo rodato. Il montaggio rende tutto più veloce e dinamico (plauso alla Gregoretti!), e gioca con i giudici, bravi a non prendersi mai troppo sul serio.
Puntata dopo puntata dalle esibizioni nascono tanti piccoli tormentoni che quasi sempre hanno come protagonista Rudy Zerbi: un certo astio per l’hip pop, il debole per le ragazze in deshabillé e l’insofferenza per i travestimenti kitsch. Il più giovane dei tre giudici diventa così un punto di riferimento per il pubblico: se a calcare il palco è uno dei talenti incompresi, ci si aspetta di vedere immediatamente la sua desolazione manifestata in maniera sempre divertente. Ma anche con i concorrenti più meritevoli, il suo verdetto è spesso quello decisivo, è lui il giudice da ‘battere’ per passare il turno.
Giudici a parte, Italia’s Got Talent mostra le molteplici facce del talento del Belpaese che non si limita certo al canto o al ballo. Nella quarta puntata c’è tutto il catalogo dei luoghi comuni all’italiana: dal piatto di pasta divorato in soli ventisei secondi a M. Stanco, maestro della pizza acrobatica sui pattini, passando per il trio siciliano che canta una canzone tipicamente siciliana. Poi c’è il talento dell’intrattenimento e per capirlo fino in fondo bisogna essere disposti ad allargare gli orizzonti. C’è Michele Ormella, rappresentante di pasticceria che si finge giardiniere e poi mette in scena uno spogliarello, Pierangelo Gullo di 7 anni che rispondendo ai giudici senza alcun tipo di imbarazzo, tiene il pubblico nel palmo della mano quando canta “Eri piccola così”, e Federico Curzi che regge con il mento prima un forcone, poi una carriola e poi una transenna.
Per i più esigenti, c’è anche il talento classico e inconfondibile, la ciliegina sulla torta, come quello di Igor e Andrea Matyhuschenko, padre di 43 anni e figlio di 10, che si esibiscono in un numero acrobatico pieno di prese, salti, capriole in aria, verticali sospese e chi più ne ha, più ne metta. E lo fanno talmente bene da farlo sembrare semplice. La sintonia tra i due è così forte che a Gerry, manco a dirlo, scappa l’ormai immancabile (e a tratti stomachevole) lacrimuccia. Decisamente bravi anche i True Black, originali nella loro coreografia luminosa.
Infine, sullo sfondo, brillano i casi disperati, le meteore, star per una sola sera, che sacrificano il proprio talento senza la minima speranza di passare il turno. Sono utili al programma almeno quanto i talenti veri perché se ci fossero solo artisti con la A maiuscola, verrebbe meno il gusto dell’imprevedibile. Tra gli incompresi di questa puntata spiccano Santolo Palumbo, il ballerino di lap dance con un’improbabile tuta nera glitterata, e Antonino Narisi, personaggio dal look anni ’80, con l’olio che gronda da ogni muscolo del corpo e un perizoma che non sarà passato inosservato.
Insomma, Maurizio Costanzo ha detto bene quando ha motivato il successo di Italia’s Got Talent a Verissimo: il programma funziona perché c’è varietà e tanta fantasia.
1. MisterGrr ha scritto:
29 gennaio 2012 alle 11:30