Qualcuno che (finalmente!) reagisce al qualunquismo, quel vizietto snob che colpisce spesso gli intellettuali quando si parla di televisione. Non viviamo certo nel migliore dei mondi mediatici possibili ma onore al merito a Nicola Piovani che, in barba all’idea della cultura che rimpiange Pasolini maledicendo la tv praticamente ad ogni istante, si schiera e ci mette la faccia. E lo fa pure con determinazione.
Esce allo scoperto addirittura a difesa de L’eredità e della sua leggendaria ghigliottina, un segmento calamita capace di attirare nel tempo anche autori di format stranieri, e, al di là di tutto, meritevole di resistere indenne all’usura del tempo in un contesto mediatico che polverizza tutto in maniera frenetica. A destare la rabbia di Piovani è un articolo apparso su Il Venerdì, l’inserto chiccoso di Repubblica. In particolare una frase, piuttosto denigratoria, di Ruggero Cappuccio così preso dal disquisire amabilmente, e in tono apocalittico, del degrado culturale del Belpaese da trascendere in una leggerezza, che ha la colpa principale di generalizzare all’eccesso. Questa l’espressione incriminata:
“Prima del Tg 1 propinano quiz con domande per pazienti in stato crepuscolare”
Il premio Oscar non ci sta ed essendo coinvolto in prima persona dal fascino del gioco finale ci tiene a precisare. Ribatte ottenendo dalle stesse pagine del giornale da cui era partita l’allusione diritto di replica:
“Mi sono sentito personalmente coinvolto, e anche un po’ risentito, perchè sono fra quei ‘pazienti’ che seguono con divertimento quel quiz prima del tg.”
E continua:
“attenzione a liquidare in blocco gli spettatori con termini sprezzanti: non aiuta la credibilità del contenuto”
Si scopre persino, lungo il corpo della risposta, che Piovani si diletti a registrare il programma per giocare con gli amici, come se fosse un gioco da tavola mediatico. Ebbene sì: manipoli di uomini di cultura che si intrattengono con la ghigliottina di Carlo Conti. Nulla da invidiare insomma a un Trival Pursuit, a uno Scarabeo o a qualsivoglia chicca enigmistica elogiata dalla cultura alta. Una nota che costringe la redazione del giornale a correre ai ripari. Ci vuole una prosopopea diplomatica di primo livello per stemperare il caso e un intervento chiarificatore che prova a spostare l’oggetto del contendere su una presunta critica ad altri programmi non meglio specificati.
Peccato però che l’Apocalisse di Cappuccio si abbattesse proprio su Raiuno e sul quiz prima del Tg; difficile rimangiarsi le parole rimbalzando tutta la contestazione sulla linea più easy degli ultimi quiz di Mediaset. Il pezzo conteneva anche un elogio ad Enzo Biagi volto a documentare l’inabissamento del primo canale. Giusto pretendere sempre di più (qualche riservina sulle domande dei primi giochi può essere legittima) ma quando la frittata è fatta il tentativo di rigirarla può essere anche peggio.
1. Il criticone TV ha scritto:
27 gennaio 2012 alle 18:10