“Non è nelle sue corde“, “Non mi trasmette niente“, “Mi emoziona“, “Ha un timbro particolare“. Sono questi i nuovi commenti degli italiani che non riescono a fare a meno dei talent show più in voga sul piccolo schermo del Belpaese. Telespettatori improvvisamente diventati eccellenti docenti di danza e prestigiosi vocal coach, pronti a decretare il successo di un ballerino o la sonora bocciatura di un cantante in erba.
Si, il tubo catodico nostrano è foriero di una nuova moda, quella dei talent show, che ha repentinamente soppiantato il “fenomeno” precedente che vedeva nell’uso e nell’abuso dei reality show l’unico appiglio mediatico per sperare di far impennare la colonnina dello share. E se risulta decisamente più apprezzabile questa nuova “corrente di pensiero” che vede nello scouting televisivo il più alto indice di gradimento da parte del pubblico, è altrettanto vero che il pericolo è dietro l’angolo.
Sembra riproporsi, infatti, la stessa situazione di alcuni anni fa quando, erroneamente, secondo l’opionione di chi vi scrive, i reality show vennero dati per spacciati, non riconoscendo che ad essere spacciata era, invece, la linea editoriale della quasi totalità delle emittenti che sperava nella produzione e realizzazione di uno show del genere per rintracciare un pubblico latitante che non solo ha continuato a latitare ma, avendo imparato a scegliere, ha conseguentemente decretato dei sonori flop per molti dei reality proposti. Illo tempore parlai di “reality a tutti i costi”. La conferma della floridezza del genere è arrivata, al contrario, proprio nel corso di questa stagione quando programmi come L’Isola dei Famosi e il Grande Fratello, forti di uno staff autorale pronto a garantire contenuti, hanno riscosso successi eclatanti e, per alcuni aspetti, decisamente meritati.
Ora sembra avvicinarsi lo stesso “pericolo overdose” per i talent show. Sull’onda del successo di Amici, prima, e di XFactor, poi, si è generata nelle menti di coloro che fanno televisione la convinzione che il talento abbia soppiantato la “realtà” e rappresenti il nuovo, indispensabile, ingrediente per far breccia nel cuore del pubblico. Per questo è tutto un pullulare di talenti in erba pronti a sfoggiare le proprie qualità non ancora espresse, in attesa dell’agognata consacrazione mediatica.
Ultima manifestazione del fenomeno che ci apprestiamo a vivere nei prossimi mesi è Academy, talent show condotto da Lucilla Agosti che, pur opportuno per concorrere, insieme ad XFactor, in maniera completa contro l’acerrimo rivale Amici, stenta a decollare e non può far altro che contare su un pubblico che non riesce a far superare allo show il 5% di share. Ma se con Academy siamo ancora nel “consentito” e, per certi versi, nel “giusto”, parrebbe opportuno tenere a mente il lento, inesorabile, declino del 2006 che non solo ha affossatto, seppur temporaneamente, un genere televisivo nel suo complesso ma, di riflesso, ha inghiottito nell’insuccesso anche programmi di chiara fama che, di certo, non meritavano la triste parentesi cui sono andati incontro.
1. Marco82 ha scritto:
8 maggio 2009 alle 17:30