Vi abbiamo raccontato di Made in Love, coraggiosa sperimentazione di Napoli Tv, dedicata all’amore omosessuale. Una sorta di Uomini e Donne in versione gay che abbiamo voluto approfondire con Lina Carcuro, conduttrice del programma, voce verace di una delle edizioni più riuscite del Grande Fratello. La dottoressa ora anche imprenditrice (Lina infatti continua la professione medica con una specializzazione in chirurgia estetica e al contempo gestisce un ristorante insieme al compagno) si racconta a DM…
Lina, com’è nata l’idea di Made in Love?
E’ nata da Danilo Di Flora. Made in Love nasceva come trasmissione per etero però non ci sembrava di trasferire al pubblico niente di straordinario, niente di speciale. Diego un giorno mi chiama e mi dice: senti Lina vogliamo fare questo programma, invece che per etero, per omosessuali? Ci sono stati quattro secondi da parte mia di riflessione. Sono stata felice di partecipare a questo progetto e aprire una porta che, come dico spesso, andava sfondata da tempo.
Perchè, secondo te, la stessa idea non l’ha fatta sua la De Filippi?
Non posso sapere perché non abbia voluto fare determinate scelte. Ricordiamoci che in ogni televisione c’è un editore, bisogna dar conto a chi ti produce, all’emittente che ti trasmette; è un team e molto spesso un’idea può essere assecondata oppure no. Purtroppo per quanto l’omosessualità sia normale è ancora qualcosa che sorprende qualcuno e non viene presa come un dato di fatto. Non penso che questa sia comunque l’idea di Maria, è talmente avanti rispetto ad altre donne e professioniste che non penso ci sia una chiusura su questo, anzi.
Quindi?
Penso che siano state le altre parti a non voler introdurre il modello omosessuale in televisione, l’omosessuale stesso. Ancora oggi viene ritenuta scomoda la cosa.
Potrebbe essere un problema d’identità di rete?
Non mi permetto assolutamente di giudicare. Non mi sento assolutamente in grado di dire cosa Canale 5 avrebbe potuto fare in passato. Doveva nascere prima? Forse no. Lo doveva fare qualcun altro al posto nostro? Siamo stati i primi a sfondare questa porta e siamo contenti di avere questo primato, soprattutto perchè per noi è molto più di un programma.
Qual è la percezione di questo programma?
Abbiamo fatto la selezione all’interno dei locali gay e poi in studio. Già dalle selezioni si è percepita una piacevolissima sorpresa nel vedere questi ragazzi imbarazzati, timidi ma comunque sorridenti, genuini, veri. La cosa che più ci imbarazzava, ma che ci faceva felici nello stesso tempo, è il commento di tutti: ma sono proprio normali sti ragazzi. C’è ancora la concezione erronea dell’omosessuale all’eccesso, col tacco a spillo, con la parrucca. Abbiamo avuto come ospite Paola Concia, lei è stata una delle prime a dire che la normalità dell’omosessualità è una dato di fatto. La televisione può in questo caso comunicare l’idea della naturalezza, della quotidianità, della semplicità di quello che è l’omosessualità.
Anche le impressioni popolari vanno in questo senso?
Testuali parole della vicina di casa di mia madre: “ma com’ su bellil, comm su normali”. Io già per questo ho vinto. Ho messo questi ragazzi in televisione non tanto per portare l’omosessuale in tv, ma per far si che potesse nascere qualcosa, il desiderio di una storia d’amore.
Che tipo di concorrenti avete selezionato?
Vanno dall’operaio all’impiegato comunale, allo studente universitario. Uno specchio trasversale della società molto ampio. Il numero è proporzionato alla durata del programma che dovrebbe essere di dieci puntate. Speriamo che si possa continuare, ce lo chiedono in continuazione sul web.
A proposito della rappresentazione stereotipata dell’omosessuale, che ne pensi della tendenza alla macchietta del Grande Fratello?
Un po’ di caricatura c’è. Come si chiama quel ragazzo che ha la cresta enorme? Ho visto questo ragazzo vestito di rosa che urlava e che ballava Jennifer Lopez. Ho detto: vabbé simpatico ragazzo ma molto diverso da quello che vedi per strada, quant’è diverso da quello che si vede nelle città, nelle fabbriche. Io penso che la scelta del GF non sia stata quella di scimmiottare il mondo omosessuale, ma credo che sia stata una scelta per rianimare questo Grande Fratello che è assolutamente morto e in cui non è spiccata nessuna personalità al di là di quei due che piangono e che continuano a piangere perché le loro fidanzate non vanno in trasmissione.
Solo un ‘personaggio’ insomma?
Non c’è assolutamente niente di concreto, non c’è una verità che viene fuori. Io sono stata lì dentro, sono scelte che vanno al di là della persona, sono scelte finalizzate, tra virgolette, all’interesse, allo share. A questo punto del gioco credo che sia soltanto quella la scelta. Kevin è un ragazzo delizioso, lo riterrei eccessivo anche se fosse etero però. E’ molto simpatico ma rappresenta una diversità in quella che per noi non è più una diversità. Io penso che sia stato utilizzato dal Grande Fratello per la sua simpatia, al di là dell’omosessualità. Questa è una domanda che dovreste fare agli autori: perché ha dei grandi valori? Perché è omosessuale, perché volete portare l’omosessualità in tv perché questo ragazzo è un po’ circense, così buffo da attirare l’attenzione della gente e alzare lo share?
A proposito di Gf, qual è il tuo rapporto personale con il programma e le persone di quella realtà?
Non mi sento tanto ma alcune volte ci messaggiamo. Ho un rapporto con gli autori molto bello, asciutto. Io a loro devo tanto perché sono state persone con me molto carine. Li ricordo tutti con estremo piacere. Il GF è stata una bellissima parentesi della mia vita. Senza il Grande Fratello non avrei potuto fare questa esperienza di vita. Mi ha portato gioie e dolori ma soprattutto l’amore incondizionato delle persone, questo è l’aspetto del Grande Fratello più bello. Se tu hai onestà di pensiero e di azione la gente ti vuole bene e ti ama. Per me il Grande Fratello non è stata un’occasione di lavoro. Ci sono state tante serate dopo, io li ringrazio perché al di là della mia professione ho raccolto soldi da terra. Nelle serate non facciamo nulla, io mi vergogno anche. Non bisogna montarsi dopo e non bisogna avere deliri di onnipotenza, quello lo fa la gente ignorante che non apprezza la vita, che non ha la dimensione della realtà. E’ il danno più grave che ti può provocare il Gf ma se tu non sei strutturato…
Rimanendo in tema, che ne pensi di tutta la vicenda Luca Di Tolla?
Vorrei dire a Luca Di Tolla: non è che ti hanno detto che sei uno spacciatore o un narcotrafficante eh? La tua famiglia dovrebbe essere dispiaciuta o comunque dovrebbe dannarsi nel momento in cui avesse un figlio delinquente, non un figlio omosessuale. La famiglia doveva turbarsi perché il figlio era omosessuale? Ma ci rendiamo conto? Ma che esempio sei? “Ma famme o piacere Luca Di Tolla, ma famme o piacere”. Su questo sono intransigente. Io non sto dicendo che tu non hai il diritto di definire la tua identità di genere o il tuo orientamento sessuale. Tu sei libero di andare a letto con chi vuoi tu però non te ne vergognare nel caso in cui qualcuno ti possa chiedere se sei gay. Non ci sono i presupposti affinché tu ti offenda. Ti dovresti offendere per altre carenze che tu hai, dovresti ‘’preoccuparti’’ delle tue carenze in italiano, dei tuoi discorsi contorti, dei tuoi umori altalenanti.
Sei d’accordo anche sulla pubblicazione delle foto?
A parte che quello è diritto di cronaca. Se entri al Gf devi essere pronto a tutto, quindi da quel momento diventi un personaggio pubblico, non puoi arrabbiarti per delle foto. O non le fai o accetti che vengano pubblicate. Assolutamente diritto di cronaca. Io sono diventata giornalista quest’estate, sono stata sia intervistata sia ho intervistato… il diritto di cronaca prima di tutto!
I sogni televisivi di Lina?
Mi piace molto comunicare con la gente tramite la televisione. Sarei felice se potessi continuare l’esperienza televisiva anche con altri programmi però non pretendo niente. Non c’è solo la televisione. E’ una bella fetta della mia vita ma non è tutto. Sono felice così.
1. Loly ha scritto:
23 gennaio 2012 alle 16:30