15
gennaio

MA ANCHE NO: GIANCARLO CASELLI CONTRO LA TV CHE DELEGITTIMA I MAGISTRATI

Giancarlo Caselli

Nella domenica televisiva, mentre Rai1 ha scodellato la lista dei big in gara a Sanremo 2012, La7 ha trasmesso un’interessante intervista a Giancarlo Caselli. Il Procuratore Capo di Torino è stato ospite di Antonello Piroso a Ma anche no, e ha parlato di giustizia, attualità e politica. Interessanti sono state soprattutto le sue parole sull’atteggiamento dei media nei confronti della magistratura.

L’occasione per trattare l’argomento è stata una domanda di Andrea Scanzi del Fatto Quotidiano. Sollecitato dal cronista, Caselli ha spiegato come nel passato l’opinione pubblica abbia “fatto il tifo per la magistratura“. Del resto, le telecronache di Tangentopoli erano un inno ai giudici. “Poi però dal tifo si è passati alla perplessità e oltre“, ha spiegato.

Un cambiamento di prospettiva che avrebbe trovato spazio in tv: dal tifo alla delegittimazione. E qui Caselli ha raccontato un’esperienza personale. “A furia di vedere certi spettacoli tv che mi dipingevano come un manigoldo (…) anche mia madre dubitava di me“. Il magistrato ha poi parlato di disinformazione soprattutto in merito a definizioni (“giustizialista”, “eversore”) che la tv attribuisce a certi giudici.

Una critica importante, priva però di riferimenti espliciti. Peccato, perché sarebbe stata un’occasione per fare chiarezza. Si riferiva a giornalisti? A politici? In ogni caso, anche noi notiamo come spesso la tv tratti la questione giustizia con estrema superficialità. Un problema, dunque, c’è.

I dibattiti, infatti, riducono tutto ad un confronto tra garantisti e giustizialisti, tra liberali e forcaioli. I politici ci sguazzano e talvolta anche alcuni magistrati cedono al ricatto. Partecipano a talk show dove sono costretti a prendere posizione: di qua o di là dalla staccionata.

Ecco, la riflessione si amplia: se da una parte la tv può addirittura arrivare ad “assaltare la giustizia” (per riprendere l’accusa di Caselli), dall’altra c’è il rischio che alcuni magistrati si delegittimino da soli davanti alle telecamere.

I giudici, infatti, non solo devono essere imparziali ma devono anche apparire tali di fronte al grande pubblico.

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2 Commenti dei lettori »

1. Giuseppe ha scritto:

15 gennaio 2012 alle 22:34

Quello del rapporto dei magistrati con la televisione è un problema annoso. Credo, tuttavia, che le cose siano andate peggiorando quando alcuni personaggi politici (in particolare a partire da Bettino Craxi fino ad arrivare a Silvio Berlusconi) hanno cominciato a puntare il dito contro la cosiddetta magistratura politicizzata evidenziandone il carattere di emergenza politica nazionale da risolvere a vantaggio del potere esecutivo. Il resto della storia la conosciamo abbastanza bene ed è un fatto che diversi magistrati hanno sfruttato la televisione per difendersi da questi attacchi e per fare carriera politica (cosa sarebbe stato Antonio Di Pietro senza la televisione?). L’invito alla calma e alla moderazione nell’esposizione mediatica è stato rivolto più volte alle parti in causa dalle istituzioni preposte, ma invano. Allora, a meno che non si vogliano varare apposite leggi che impediscano questo genere di esposizione, penso che sperare nell’imparzialità dei giudici davanti alle telecamere dipenderà proporzionalmente dall’atteggiamento della politica di fronte alla giustizia. Ovvero, non cambierà mai niente.



2. emy ha scritto:

16 gennaio 2012 alle 10:12

completamente d’accordo!!
il rischio di legittimazione è davvero dietro l’angolo.
Di questo hanno parlato anche a Servizio Pubblico giovedì..
una puntata davvero interessante e da guardare.. la magistratura può anche sbagliare nessuno lo mette in dubbio… ma partire subito con l’idea del pregiudizio politico in ogni loro azione diventa veramente rischioso per la tutela della professionalità di giudici e magistrati..



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