28
novembre

MEDIASET E RAI: MENO 20% DELL’AUDITEL PER I SEI CANALI GENERALISTI NELL’ULTIMO DECENNIO. EVASIONE CANONE AI MASSIMI STORICI.

Crollo ascolti Rai e Mediaset

Che lo stato di salute della vecchia televisione generalista fosse precario lo si era capito già da qualche tempo. Il clima di austerity piombato nel Paese con i macrocambiamenti che tutti abbiamo visto ha reso evidente qualcosa che stava covando da tempo, a partire dalla loro dieta mediale. L’approfondimento che batte le fiction, anche le più pop, il crollo generale dei numeri, il cambio dichiarato degli obiettivi di rete.

Secondo lo studio portato avanti dall’Università Cattolica del Sacro Cuore le sei reti del duopolio (ed è giusto precisare che in questo studio non sono stati compresi i canali del digitale che fanno capo ai due colossi) hanno smarrito per strada quasi un quinto della loro forza. C’è sicuramente una rilevantissima moltiplicazione dell’offerta, così come delle tipologie di piattaforme mediali in concorrenza, ma l’alibi del crollo non può essere liquidato come fisiologica contrazione da proliferazione della scelta.

Se nel 2000 ‘Raiset’ si spartiva grossomodo il 90% dei telespettatori e degli investimenti pubblicitari, dopo 11 anni ci si attesta mediamente al 70%. Un dato ancora più severo sulla politica di gestione dei contenuti se si guarda più a fondo e in prospettiva. Risulta infatti che in questo nuovo quadro la popolazione con un livello culturale elementare costituisca il 30% del campione, appena il 5% invece per quanto riguarda i laureati.

Bocciatura totale, parziale se si considera la quota di quelli che si sono lasciati condurre a una migrazione interna verso i canali digitali di Rai e Mediaset, un eloquente messaggio all’appiattimento al ribasso su cui ha giocato la logica dei palinsesti. I ‘maliziosi’ del resto hanno sempre lamentato nell’anomalo intreccio tra le logiche della tv di Stato e del competitor privato un gioco al massacro per la salute del servizio pubblico non riuscendo a prevedere però che anche per Cologno Monzese non sarebbero stati tempi d’oro.

Se si moltiplicano le voci che rivorrebbero il Premier uscente Berlusconi in cabina di regia per un nuovo investimento di energie per le proprie aziende è il segnale che ai piani alti di Mediaset la spia dell’allarme si è accesa. A parte i fuoriclasse della rete in effetti ci troviamo davanti a una Rete 4 sempre più accartocciata su se stessa, a un Italia 1 stritolato dalla crisi d’identità, ad una Canale 5, sempre meno ammiraglia.

Se si dovesse procedere con la rapidità dell’ultimo anno, in cui si è registrato un calo medio del 4% negli ascolti, nel giro di poco tempo, complice il completamento del processo di digitalizzazione delle frequenze delle regioni italiane in cui si trasmette ancora in analogico, si potrebbe arrivare, almeno per le reti non ammiraglie, ad un allineamento generale di share frammentato. Già non si contano i casi di inabissamento al di sotta delle quote d’allarme rosso.

Allarmante anche il reportage sul canone. Dal 2006 al 2011 si sarebbe passati dal 26% al 43% con un drammatico exploit nelle regioni meridionali, capaci di far balzare la quota di inadempienti al pagamento fino all’87%. E se l’Europa deve essere ancora il riferimento dobbiamo confrontarci con un tasso medio dell’Ue che è fermo all’8% di evasione.

Fiorello e Saviano sono solo le eccezioni che confermano la regola e che rendono ingiustificabili tutte le scuse sul crollo che rifiutino una piena responsabilizzazione dei creatori dei palinesti?

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9 Commenti dei lettori »

1. luke ha scritto:

28 novembre 2011 alle 11:49

Tanto ho odiato Berlusconi come Presidente del Consiglio tanto lo ho amato come Presidente Finivest.



2. pig ha scritto:

28 novembre 2011 alle 11:58

Chiediamo a Silvio Berlusconi di riportare Mediaset ai suoi vecchi fasti.Solo lui potrebbe riportarla in alto.Non sarà stato molto amato come politico da una parte del Paese ma come imprenditore credo che metta d’accordo tutti,lui è il numero 1



3. Pippo76 ha scritto:

28 novembre 2011 alle 12:03

Una sola persona ha affossato le reti generaliste….
Prendete esempio, a livello di qualità di realizzazione dei programmi, da Sky + Cielo e Real Time



4. Pippo76 ha scritto:

28 novembre 2011 alle 12:04

Il Canone Rai andrebbe fatto pagare nelle bollette Enel. Punto.
E’ l’unica soluzione per la lotta all’evasione del canone che è la primo posto.
Però se tutti pagano il canone una rete andrebbe privatizzata, la politica dovrebbe fare un passo indietro e il livello qualitativo DEVE alzarsi.



5. Clà ha scritto:

28 novembre 2011 alle 12:27

ancora canali devono inventarsi sia Rai che mediaset e los hare si abbasserà ancora…per quanto riguarda il canone che lo mettano con la bolletta della luce credo sia l’unica soluzione



6. ANTONIO1972 ha scritto:

28 novembre 2011 alle 13:09

tra un anno,quando il switch off sarà completo,la vedo dura per rai e mediaset. soprattutto quest’ultima,ultimamente ha addirittura peggiorato l’offerta dei suoi canali digitali,riducendo al nulla le ben quotate la 5 e mediaset extra. bisogna che si diano una svegliata prima che sia troppo tardi



7. WHITE-difensore-di-vieniviaconme ha scritto:

28 novembre 2011 alle 13:53

che tristezza il problema canone.



8. seacasadipaola ha scritto:

28 novembre 2011 alle 14:03

ma la gente nn paga il canone oltre che per la crisi per il fatto che la rai sta deludendo gli italiani,tg1 di parte e gente raccomandata vedesi conduttrice del primo pomeriggio di rai2 a condurre programmi,mentre professionisti sono a casa..
La gente è delusa del servizio ed evade il canone,la rai sempre meno servizio pubblico e serva del potere



9. masayume ha scritto:

28 novembre 2011 alle 14:05

Mah. Io al contrario mi stupisco di come ancora la TV generalista faccia certi numeri. Il trend di decrescita è palesemente ineluttabile. Come fai a competere con youtube (per eempio) dove ti puoi fare il tuo “blob” personale pescando solo i migliori 10 minuti annegati spesso in due ore di programma. Per non parlare dei salti all’indietro che vengono automaticamente proposti. Sono sempre meno quelli che sono per una fruizione totalmente passiva. Per riconquistare i transfughi occorrerà una programmazione dedicata frammentata sui vari canali.
Le reti generaliste rimarranno con i grandi eventi e poco altro, se guidate con i criteri che sono stati usati finora.



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