10
novembre

SERVIZIO PUBBLICO: MICHELE SANTORO FA ‘UN NUOVO GOVERNO’ CON GIANFRANCO FINI E VITTORIO FELTRI

Michele Santoro, Servizio Pubblico

Dopo un bunga bunga se ne fa un altro. Nei palazzi della politica è tutto pronto per la grande ammucchiata, per un nuovo esecutivo di larghe intese al quale prenderanno parte vincitori e vinti. Così, la volontà degli elettori sarà spogliata alla maniera di Full Monti. Cioè Mario Monti, l’economista che con tutta probabilità verrà nominato Premier dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi. Questa rovente situazione politica terrà banco nel ‘cantiere’ televisivo di Servizio Pubblico, il nuovo programma di Michele Santoro che stasera intitolerà la sua seconda puntata “Un nuovo Governo”. Il paladino della libera informazione racconterà l’Italia dopo la disfatta del Cavaliere e per farlo ospiterà Gianfranco Fini.

Il Presidente della Camera (e leader di Fli) siederà nello studio di Servizio Pubblico e prenderà parte al dibattito sull’attualità politica e sulla profonda crisi economica che il Paese sta attraversando. La discussione si prevede incandescente, per ovvi motivi. Interverranno anche Marco Travaglio, con la sua “balla della settimana”, il vignettista Vauro e l’editorialista de Il Giornale Vittorio Feltri, sempre particolarmente agguerrito nei suoi interventi televisivi. Non mancheranno i reportage di Sandro Ruotolo ed il collegamento con i lavoratori di Porto Marghera e gli operai della Fincantieri di Sestri Ponente. Questi ultimi – lo ricorderete – sono stati protagonisti di una sfiorata rissa in diretta tv, su Rete4: chissà se da Santoro reagiranno allo stesso modo…

La prima puntata di Servizio Pubblico aveva registrato un record di ascolti: la seguirono quasi 3milioni di telespettatori. Tuttavia, il programma era parso a molti una sorta di Annozero al rallentatore, e lo stesso Santoro aveva annunciato progressivi miglioramenti nelle puntate successive. Stasera vedremo se ci sono state modifiche al format o alla scaletta. Come sempre, il programma andrà in onda su una multipiattaforma web-tv. Ecco dove potete seguire Michele Santoro: per l’elenco dettagliato cliccate QUI.

La trasmissione punterà molto anche sull’interazione con il pubblico della rete, con sondaggi su Facebook e Twitter lanciati in tempo reale dallo Studio 3 di Cinecittà. Servizio pubblico tornerà in onda stasera a partire dalle 21.

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78 Commenti dei lettori »

Pagine: [1] 2 » Mostra tutti i commenti

1. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:08

per un nuovo esecutivo di larghe intese al quale prenderanno parte vincitori e vinti. Così, la volontà degli elettori sarà spogliata alla maniera di Full Monti.
——————
Prenditela con Berlusconi, il quale ha detto che per il bene dell’Italia l’unica soluzione è un governo Monti.
Per le elezioni son rimasti in pochi ( anche se nel Pdl son tanti)
Forse non hai capito la gravità della situazione. Hai letto l’andamento delle Borse ieri? Forse con un governo a termine formato da una grossa coalizione che metta nero su bianco i punti da affrontare ( legge elettorale compresa) forse ci salviamo.
Tu lo sai caro Leardi che con questa legge elettorale il Senato sarà sempre a rischio?
Alla Camera il futuro Centrosinistra è nettamente avanti ma al Senato ci sarebbero le stesse difficoltà di sempre. Immagina uno scenario di stallo dopo le elezioni. Una catastrofe immane. Mica i mercati aspettano noi..



2. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:12

Ovviamente Berlusconi ha detto quelle parole su Monti, “rinnegando” il voto, non perchè è impazzito o abbia a cuore le sorti dell’Italia ma perchè ieri ha visto con i propri occhi il tracollo di Mediaset a -12%.
Per SALVARE le proprie aziende dal fallimento ha ricevuto consigli e suggerimenti per salvarle e l’unica soluzione per non perdere milioni ed aziende è avallare Monti..



3. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:12

*c’è un per salvarle di troppo



4. pippo ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:15

e secondo te come riusciranno ad andare daccordo persone che la pensano in modo diametralmente opposto? bisogna smetetrla di piangere come i bambini, l’italia rimane un paese solido ed economicamente forte. guardati intorno e vedete che questo paese non è affatto come lo dipinge il mondo della sinistra. adesso c’è la mania di gurdare l’andamento in borsa, anche di gente che fino a ieri non spaeva neanche cosa fosse la consob.



5. pippo ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:18

quello che non si è fatto in un ventennio di governi, adesso lo si fa in un anno grazie ad un senatore a vita? credeteci pure! meglio andare al voto e non fare ribaltoni come nel ‘98 con d’alema e nel ‘2000 con amato. tutat gente di sinistra e non eletta dal popolo. verrebbe tradita la fiducia degli elettori del 2008.



6. pippo ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:20

ma si facciamo “l’ammucchiata” da vendola a casini, da fini a di pietro e da bersani a bossi.



7. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:26

Mai sentito parlare negli altri Paesi di “Grande Coalizione”?
Devono governare fino alle elezioni del 2013 su di un programma preciso controfirmato da tutti prima, mi pare logico. Fare determinati punti ( già elencati come (liberalizzazioni, patrimoniale, pensioni, riforme strutturali) che Berlusconi non poteva fare.
Non siamo un paese soldo ed economicamente forte. Lo si è visto ieri.
Quindi vanno mese da parte le varie ideologie e si pensa all’Italia pr qualche mese.
Le elezioni non servono a nulla in questo modo ed ORA..



8. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:28

pippo
Non si tratta di ribaltoni e chiacchiere varie. E’ successo in tanti paesi che gruppi politicamente differenti si siano uniti per qualche tempo PER SALVARE UN PAESE non per raccontare chiacchiere e barzellette.
E’ successo anche in Italia nel 1994 con Ciampi…



9. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:31

guardati intorno e vedete che questo paese non è affatto come lo dipinge il mondo della sinistra. adesso c’è la mania di gurdare l’andamento in borsa, anche di gente che fino a ieri non spaeva neanche cosa fosse la consob.
——-
Certa gente non capisce che quei freddi numeretti danno il polso esatto dell’economia e del nostro paese ( al netto di inevitabili speculazioni)
Vuoi dire anche tu che il paese va alla grande perchè i ristoranti sono pieni? Non è la sinistra che demonizzava Berlusconi, era il mondo interno che aveva capit oche riforme e cambiamenti con mezzo deputato in più non si potevano fare ma da un paio di anni.



10. Marco Leardi ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:39

@Pippo76. Innanzitutto risparmiati i toni da maestrino. Io sono per l’abolizione dell’attuale sistema elettorale e gradirei pure che si andasse ad elezioni anticipate.. I miei interessi sono quelli del libero cittadino, che per esprimersi ha a disposizione il proprio voto. Non mi faccio influenzare dalle posizioni di Berlusconi, Bersani o chi per essi…
Che il problema siano le Borse te l’avevo scritto io, quando l’altro ieri ti ostinavi a considerare Berlusconi l’unica causa della crisi attuale.



11. pippo ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:39

la grande coalizione alla tedesca da noi non si può fare perché la sinistra italiana non è una sinistra moderata europea, ma populista demagogica e soprattutto con l’ossessione di berlusconi. se non cambia questo modo di pensare la sinistra (ricordate quando di pietro giustificò l’aggressione a berlusconi?), non ci possono essere governi di larghe intese. e comunque berlusconi per un solo motivo accetterebbe questo ipotetico “governicchio”: il suo partito non è pronto ad andare ora al voto.



12. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:43

Che il problema Italia abbia fatto crollare le borse mondiali non è un problema secondario.
Nell’ultimo periodo il problema siamo noi. E’ ovvio che la crisi economica è mondiale ma noi siamo un Problema oggettivo per i nostri partner europei e non solo. Quindi Berlusconi non è ovviamente l’unico responsabile ma ha dato una grossissima mano affinchè arrivassimo all’ultimo stadio prima del baratro
( votare con questa legge elettorale è un suicidio)
Non credo che il nostro paese per come si trova reggerebbe l’urto di una campagna elettorale con i mercati che chiedono interventi e riforme..



13. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:44

( parlo del crollo di ieri)



14. john2207 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:46

Così, la volontà degli elettori sarà spogliata alla maniera di Full Monti.

Ma chi ha scritto l’articolo ? Giuliano Ferrara?

I vestiti (in tutti i sensi) li ha tolti Berlusconi. Con chi altro te la vuoi prendere? Ma roba da matti !



15. pippo ha scritto:

10 novembre 2011 alle 17:52

“Non credo che il nostro paese per come si trova reggerebbe l’urto di una campagna elettorale con i mercati che chiedono interventi e riforme”. la colpa è di quei deputati che si sono “venduti” all’udc e non hanno permesso di attuare le riforme chieste ed apprezzate poi dall’europa. e poi non scordiamoci che la colpa di questo disastro mondiale viene dagli “usa”, dove le banche prestavano i soldi “a cani e porci” senza assicurarsi il ritorno indietro dei capitali. quindi obama ha poco da stare allegro, visto che i suoi sondaggi sono crollati a picco, così come sarkozy (la situazione francese è peggio di come viene dipinta): il prossimo anno potremo avere due nuovi presidenti in francia ed in america. solidarietà a marco, qualcuno ancora non capisce che bisogna rispettare il parere di tutti.



16. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:03

pippo76, questo è un blog di tv (quindi un blog relativamente spensierato) ma ultimamente la butti sempre sul politico….e tra l’altro diffondi un pessimismo che mi butta in depressione.Dovrò smettere di leggere Dm per non cadere in depressione?
per me la stai facendo troppo grossa. L’italia, è rispauto,è fatta soprattutto da piccolissime, piccole e medie imprese,la maggior parte delle quali nonè nemmeno quotata in borsa. Quindi per favore smettiamola,noi comuni mortali che non abbiamo un solo euro investito in azioni,di guardare con affanno, come gli americani, gli andamenti in borsa.
L’italiano medio,che di certo non ha quotazioni in borsa e se ce l’ha, sono poche migliaia di euro investiti, campa bene lo stesso. Quindi per favore smettila di fare questo allarmismo angosciante che mi butta decisamente in depressione.



17. Giuseppe ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:05

Che la soluzione della crisi prospettata da un esecutivo di larghe intese con la guida ‘tecnica’ sia un bunga bunga politico lo penso anch’io. In primo luogo perchè imposta dalle stesse banche e speculatori finanziari alla base della crisi. In secondo luogo perchè imposta da potentati politici e economici sovrannazionali che colgono l’occasione per imporre dall’alto un indirizzo neoliberista non necessariamente condivisibile e auspicabile. Il governo tecnico Monti non è un governo “neutro” è il governo voluto da chi sta tenendo sotto sequestro la democrazia italiana e da chi, internamente, cerca di sfruttare la posizione di rendita non giustificata elettoralmente. Allora, accettando la logica del governo di guerra imposto dagli alleati, per evitare di essere bombardati tuti i giorni dai mercati, c’è solo da auspicare che questo obrobrio politico abbia brevissima vita e si vada ad elezioni il più presto possibile.



18. Vincenzo ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:08

Bene, stasera da Santoro ci saranno Fini (vuole lui risollevare l’Italia? namo bene) e Feltri (stà sempre ovunque, a sparare ca***te).

Comunque, a tutti quelli che stanno commentando (e nello stesso tempo dicendo alcune ca***te), prendete un po’ d’aria, che vi fa bene… non parliamo sempre di politica, dato che questo blog non è politico, e soprattutto non attacchiamo tutto e tutti…



19. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:18

Ultima cosa ancora tolgo il sorriso a qualcuno ( magari racconto qualche barzelletta per tirar su il morale o porto qualche gnoccola per stasera :-D )
Luigino, ti informo che in una crisi economica dilagante le prime a chiudere son proprio le piccole e medie imprese. Il commercio stagna, scarsa liquidità , prestiti alle imprese a tassi più alti, meno commesse… le grandi vanno in difficoltà ma le piccole saltano.
Non è questione di essere quotate in borsa o meno. Queste sono le basi proprio eh… mia alta finanza.. ;-)



20. Giuseppe ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:20

Non è un blog politico, ma il post che stiamo commentando sì.



21. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:22

Appunto, di cosa dovremmo parlare in un post su Santoro?
Del bunga bunga o della situazione politica attuale?



22. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:23

pippo76 carissimo,nel mio quartiere di periferia ci sono 10.000 botteghine aperte da SEMPRE e nessuno mai ha fallito. i bar sono sempre stracolmi di getne e dai parrucchieri ci sono le solite 400 donne che si fanno settimanalmente la messa in piega. vedo vanno molto anche le lavanderie a gettoni. inoltre le piccolissime e medie imprese,se sanno lavorare,non hanno prestiti con le banche…..



23. Marco Leardi ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:28

Il post presenta la trasmissione Servizio Pubblico, che è un talk show politico. E’ naturale che ci si confronti anche sull’attuale situazione, in attesa di vedere cosa combinerà Santoro questa sera;)



24. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:31

Ed i ristoranti son sempre pieni e la gente prende sempre aerei.
Buonanotte… informati di quel che è successo in Grecia con stipendi ridotti del 20%, licenziamenti ecc.
Lasciamo perdere comunque perchè va tutto bene e questi numeretti non interessano a nessuno, disse lo gnorri..



25. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:31

sì, Leardi, però pippo76 non è che rappresenta l’italiano medio….cioè tutto il tempo a parlare della borsa di milano.Ma anche se chiude a -10 a me che cavolo me ne frega? non ho un solo centesimo investito in borsa.E non sapevo che eravamo un popolo di investitori in borsa…. questo lo scopro ora con pippo76.



26. Vincenzo ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:32

Si, il post tratta di Santoro ed è naturale finire col discorso sulla politica, ma non la buttiamo sempre sui soliti temi, che col passare del tempo, a parlare delle stesse cose, ci si stufa.

L’Italia sta attraversando un momento delicatissimo, adesso non vedo cosa centri il bunga bunga o qualche altra cosa simile.



27. Marco Leardi ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:34

Il governo di larghe intese è un vero bunga bunga politico…



28. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:35

vincenzo, infatti è per questo che santoro non mi piace. Se l’italia viene derisa da mezzo mondo,è grazie ai giornalisti… non penso che tutti i politici del resto del mondo sono santi….. ma solo noi,grazie ai vari santoro, ci sputtaniamo da soli. Gli altri paesi invece le cose personali dei politici se le tengono strette per loro…siamo gli unici a rovinarci con le nostre stesse mani. Ad ogni modo non affiderei mai il governo a quella bugiarda di Rosy che è stata sbugiardata ieri in diretta a porta a porta… ammenoché vespa non abbia spudoratamente modificato il comunicato dell’agenzia di stampa.



29. Giuseppe ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:41

Una volta andava di moda il termine ‘ammucchiata’.



30. Marco Leardi ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:49

@pippo. l’importante è che i toni del confronto siano civili e non cadano nel pregiudizio, che è l’unica cosa che mi dà veramente fastidio.



31. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:51

Luigino, ma scherzi o parli sul serio?
Che te ne frega se la borsa crolla e lo Stato non può più pagare? ( lo spred oltre certi limiti porta al default)
Vediamo se ti è chiaro il quadro..
—————
Che faccia ha l’apocalisse per la casalinga di Voghera? Per quanto insolita, la domanda ha il suo senso. In questi giorni è tutto un rimbalzare da giornali e televisioni di espressioni del tipo “rischio-Grecia”, “Stati sull’orlo del default” e altre formule tanto inquietanti quanto misteriose per l’uomo della strada. In fondo la vera preoccupazione dei cittadini non sono le questioni macroeconomiche ma piuttosto le ricadute sulle loro tasche. In altre parole la vera domanda è: quali sono gli effetti per le persone se uno stato fallisce?

Lo spiega bene il professor Paolo Manasse, docente di Macroeconomia all’Università di Bologna, intervistato. Ecco in sintesi le principali conseguenze dell’ipotesi estrema – ma realistica di questi tempi – del fallimento di uno Stato.

Un paese a gambe all’aria

Anche un paese può fallire, come un’impresa. Questo succede quando lo Stato non è più in grado di far fronte ai suoi debiti (e ai relativi interessi) e a sostenere la spesa pubblica (pensioni, sanità , scuola, stipendi dei dipendenti pubblici ecc.).

Il “default” di uno Stato (termine tecnico con cui si indica il fallimento) però non è mai totale, ma ha diversi livelli di gravità. In altre parole lo Stato cerca sempre di “ristrutturare” il suo debito, cioè di raggiungere un accordo per cui, invece di restituire la cifra pattuita, ne rende una inferiore o spalmata su più anni.

Come una qualunque famiglia in difficoltà economica, se lo Stato non ha più soldi può fare sostanzialmente due cose: aumentare le entrate, cioè le tasse, o tagliare le spese. Probabilmente – come succede in Grecia – le farà entrambe.

Sul versante delle entrate può aumentare ad esempio le imposte indirette, come sta facendo la Grecia con l’Iva. Col rischio però di deprimere ancora di più i consumi e innescare un circolo vizioso (aumenta l’aliquota ma diminuisce il gettito).

La scure sui costi

Più direttamente lo Stato può ridurre le sue spese. Le voci di costo che in genere (e sicuramente in Italia) pesano di più sui conti pubblici sono tre:
• le pensioni,
• la sanità,
• le retribuzioni dei dipendenti pubblici.

I primi a cadere sotto la scure saranno gli organici e i salari della Pubblica amministrazione (in Grecia verranno tagliati del 20%), con pesanti conseguenze sui servizi erogati. La stessa sorte toccherà a sanità e pensioni, che già ora in Italia pesano quanto un quarto del Pil.

Bot spazzatura

La bancarotta ricadrà su tutti coloro che hanno investito in titoli di Stato (Bot, Cct ecc.). Il Tesoro non potrà più pagare gli interessi (la cedola periodica) e al momento della scadenza del titolo non si potrà più tornare in possesso dell’investimento iniziale. Qui interviene la ristrutturazione del debito. Lo Stato propone un differimento della restituzione: una parte oggi, una parte domani. Chiaramente un evento del genere porta al crollo del valore del titolo, con possibilità pressoché nulle di rivenderlo.

L’assalto alle banche

L’insolvenza dello Stato si estende quasi automaticamente alle banche. Se i titoli di Stato diventano carta straccia, sono loro le prime a risentirne perché, non ricevendo più gli interessi sul portafoglio, si trovano inevitabilmente a corto di liquidità e rischiano di fallire a loro volta.

Tutto questo innesca un rischiosissimo effetto-domino perché in economia l’elemento psicologico ha un peso enorme: se si diffonde la voce di insolvenza delle banche, tutti i loro clienti correranno agli sportelli a ritirare i depositi prima che sia troppo tardi. Parte l’assalto agli sportelli e non c’è istituto che possa resistere al prelievo contemporaneo di buona parte dei suoi clienti.

In una situazione di questo genere saltano anche i sistemi di sicurezza esistenti, come il Fondo di garanzia sui conti correnti, operante in Italia come in tutti i paesi europei. Il Fondo copre l’insolvenza delle banche fino a un ammontare di 103 mila euro per conto corrente e il suo funzionamento dipende da un accordo interbancario. Ma può funzionare in caso di default di una sola banca, non dell’intero sistema creditizio.

Tutto questo solo per considerare i costi economici e non le enormi conseguenze sociali e sul piano dell’ordine pubblico. Lo scenario si sta tragicamente avverando a poche centinaia di chilometri da noi. Basterà l’intervento della comunità economica internazionale per contenere la “marea nera” ed evitare che arrivi sull’altra sponda del Mediterraneo?



32. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 18:53

Scusa la lunghezza, ma è solo per luigino e per fargli capire il senso dei numeretti e cosa succede se lo spread arriva a 600 e passa.
Paghiamo tutti le conseguenze di tasca nostra… e in maniera salata.
Qui non si tratta di pregiudizi ma di giudizi.
Chiudo qui con un sorriso :-D



33. Mike ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:00

Ricordo a tutti che se un titolo (es. Mediaset oppure un BTP) sale o scende nella sua quotazione di mercato, questo non vuol dire che ci sono guadagni o perdite: infatti solo in caso di vendita si avrebbe la manifestazione (guadagno o perdita) delle oscillazioni di mercato! Ma, ovviamente, i compagni del PD-CGIL (come Pippo76) evitano di dirlo al popolo bue che ora osanna Monti e insulta (con dei toni insopportabili da “maestrina isterica”) lo staff di DM per aver detto la verità, ovvero che il governo tecnico “è una cagata pazzesca” (citazione famosa): infatti vi ricordo che il sedicente governo tecnico, presieduto da un neo-senatore a vita (super pagato: come se già non ne avessimo abbastanza…), ha una pseudo-maggioranza di sinistra-centro (PD, UDC, API e i traditori del PDL che stanno nel FLI e in altri gruppi o nel Misto) e, addirittura, pare che l’ex-Psi Frattini (l’uomo che prima bacia la mano a Gheddafi per poi ucciderlo) rimarrà agli Esteri… con il voto favorevole del PD! Ecco spiegate tutte le stupidate da lui commesse negli ultimi 12 mesi…



34. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:01

pippo76,in casa mia non abbiamo pensioni,non siamo dipendenti statali, non andiamo più a scuola,non abbiamo grosse somme in banca (siamo la famiglia media che consuma tutto entro la fine del mese :D) e non abbiamo investimenti in banca. Quindi per favore non deprimermi, grazie :-)



35. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:03

luigino
ma paghi almeno le tasse? No perchè tornerà anche l’ICI e saranno iù pesanti :-P



36. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:06

ed è per questo perché non voglio votare la sinistra…. perché la sinistra per risanare le finanze dello state farà un’impennata di tasse. E quindi io la Rosy non la voto :-)



37. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:09

poi cmq la sinistra non la voto anche per colpa di D’alema….da buon cattolico non ho digerito che d’alema avesse favorito il kossovo,così ora abbiamo un paese islamico nel cuore dell’europa. QUalsiasi cristiano un minimo avveduto,quindi, non potrà votare la sinistra anche per questo.



38. Giuseppe ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:12

L’analisi di Manasse, come quella di tanti altri economisti, è chiara nel dispiegare quello che a Dicembre forse accadrà in Italia, anche in caso di default controllato. Purtroppo non sono altrettanto chiare le proposte del mondo politico per risollevarci da tale eventuale disastro.



39. Mike ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:14

Dunque, moltissimi italiani (di sinistra) credono che il bocconiano Mario Monti sia il Messia: ma non era la Carlucci che ha fatto cadere Berlusconi il Messia?!? E pensare che un anno fa era “Fini il fascista” (insieme a “Casini il clericale”) il Messia della sinistra italiana… come mai il PD non vuole andare a votare? Di cosa hanno paura? Che vinca ancora Berlusconi? Mi sembra difficile questa volta: o forse devo pensare che Travaglio ha ragione nella sua teoria generale?

Appena chiuse le urne (quindi prima di sapere il risultato) per il ballottaggio Moratti-Pisapia, Travaglio da Mentana su La7 disse che “anche con la eventuale (poi concretizzatasi) vittoria di Pisapia a Milano, Berlusconi può ancora vincere perchè i vertici del PD faranno di tutto per far rivincere il PDL, esattamente come fecero nel 2006 quando Prodi dilapidò i suoi 5 punti di vantaggio nell’ultima settimana prima del voto: Silvio si ricorda di questo e può sorridere pure nel disastro… e gli elettori della sinistra, grazie alla solerte dirigenza nazionale, la prendono, sempre e comunque, in quel posto!”

Conosciamo tutti i dirigenti del PD: piuttosto che correre il minimo rischio, preferiscono fare il governo tecnico… semplicemente demeziale: se il PDL fosse furbo, dovrebbe fare violentissima opposizione a Monti (ma solo dopo che si sia insediato con il voto del PD e Terzo Polo) per dimostrare che il suo governo è quello del PD. Se io fossi un dirigente del PDL o del PD, avrei pochi dubbi su cosa fare… nel caso del PDL mi asterrei il giorno dell’insediamento per poi passare all’opposizione dal giorno dopo (Forza Italia e AN fecero una cosa simile con il Governo Dini nel 1995) – nel caso del PD cercherei le elezioni per evitare la trappola che il PDL potrebbe fare…



40. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:14

Giuseppe, è semplice. Bisogna “aggredire” la comunità cinese… i cinesi sono ricchi e sono sicuramente grandi evasori…..quindi bisogna assalire il bottino cinese. :-)



41. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:15

Mike. Quindi se un titolo crolla non fa nulla? Tanto non lo devi vendere ora, giusto? :-D
—–
Il crollo di un titolo in Borsa può causare tutta una serie di effetti negativi che poi pesano sulla società rendendo le cose sempre complicate.
Per esempio se le azioni scendono abbastanza la gente e il mercato può (a torto o a ragione) percepire che l’azienda è in crisi e quindi smettere di fare affari con loro. Inoltre diventa più difficile per una società chiedere prestiti alle banche e la società dovrà mettere più soldi per coprire / ridurre l’ndebitamento esistente. Quindi, il prezzo scendendo può sicuramente rendere le cose molto più difficili per l’azienda.
Se vuoi ti faccio l’esempio di Mediaset caro Michele
——- (dagospia)
Sembra infatti che dopo il vertice famigliare con Confalonieri, Ermolli e i figli Marina e Piersilvio, a far tremare la statua del Cesare di Arcore sia stato il crollo di ieri in Borsa del titolo Mediaset, un segnale registrato con enorme preoccupazione nella galassia delle aziende che costituiscono l’impero.
A picchiare sulla cassaforte del Cavaliere controllata per il 38,9% da Fininvest, sono arrivati i fondi stranieri che fanno parte dell’azionariato. Il primo è il fondo canadese Mackenzie Cundill Investment che detiene il 3,44% di Mediaset, oltre ad alcune partecipazioni in altre realtà italiane come la Cir di De Benedetti e la Exor degli Agnelli.
Il secondo bulldozer che ha fatto tremare i vetri di Arcore e di Cologno Monzese è BlackRock, la più grande società di investimento nel mondo che ha sede a New York ed è presente tra i soci di Mediaset con un 2,28% di azioni. Stiamo parlando di un colosso che gestisce poco meno di 3.500 miliardi di dollari in tutto il mondo ed è presente con partecipazioni in molte aziende e banche italiane.

Da queste due roccaforti della finanza internazionale sono arrivati al quartier generale di Mediaset messaggi inequivocabili che i famigliari e i famigli del Cavaliere hanno trasmesso a Palazzo Chigi di enorme preoccupazione di fronte al rischio di vedere crollare l’impero televisivo e mediatico.



42. Giuseppe ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:21

L’intuizione di Luigino a proposito del bottino cinese mi sembra sia simile a quella di alcuni politici tedeschi e francesi. Il problema è che i cinesi chiedono garanzie solide anche perchè sono in difficoltà con l’economia USA di cui hanno acquistato una parte consistente del debito.



43. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:22

scusami, pipp76,ma paradossalmente proprio il crollo di un’azione impedisce che i titoli vengano venduti… giusto? quindi è una buona notizia che i titoli mediaset siano crollati,perché così nessuno può venderli :-)



44. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:24

giuseppe, grazie, lo sapevo che oltre ad avere ottimi gusti televisivi, avevo anche una vocazione per fare politica. Ad ogni modo io intendevo i cinesi residenti in italia….. c’è una economia cinese di sottobosco assolutamene inesistente per lo Stato. Se i cari amici cinesi iniziassero a pagare un po’ di tasse visto che lavorano nel nostro paese,forse sarebbe cosa gradita…..



45. Mike ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:25

@ 41. Pippo76
Guarda che io parlavo in generale (non del caso specifico) e facevo il ragionamento dal punto di vista del piccolo risparmiatore… esempio facilissimo: chiunque abbia comprato azioni Apple nel 1997 a 4 dollari (dicesi quattro) ha potuto ridere quando nel marzo 2009 le azioni Apple sono crollate da 200 (duecento) a 100 (cento) dollari. Meglio ancora chi aveva comprato a 1 dollaro alla fine degli anni 80, visto che oggi valgono sui 400 dollari: un ragionamento simile si potrebbe fare per Mediaset (ovviamente io parlo dal punto di vista del piccolo risparmiatore e dell’investitore cassettista in stile Warren Buffett). Spero di aver chiarito questo nostro fraintendimento: grazie :) ! Ora dovrei fare la doccia… dopo leggo il papiro che hai scritto ;) !



46. Giuseppe ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:34

Vedo che alcuni cinesi residenti in Italia sicuramente investono i propri guadagni in auto di grossa cilindrata non di marca italiana. Ma saranno state acquistate in Italia? O in Cina? E questo curioso fenomeno riguarda anche alcuni italiani noti al fisco come nullatenenti. La Finanza lo saprà?



47. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:45

economia per bambini:

facciamo conto che il capitale di un’azienda è 1000. io decido di quotare l’azienda in borsa e decido di dividerla in 1000 azioni. Quindi ogni azione vale 1 euro, ci siamo?
ora, l’azienda è in crisi, la d’urso non riesce a carburare il famigerato 20% di share, crollano gli investimenti pubblicitari e il capitale scende a 700.
Quindi significa che le azioni valgono 70 cent ciascuna, giusto?
Io, azionista, non seguivo le travagliate vicende della d’urso che non raccoglieva il 20% di share e non ho venduto le azioni in tempo,me le ritrovo a 70 cent. Che posso fare?
al massimo aspetto un imbecille che, fiducioso che la d’urso e la marcuzzi riusciranno a risollevare le sorti di mediaset, mi comprerà queste azioni.
Morale della favola: le azioni sono crollate, e allora? Caro pippo,da quel che so non è che un azionista può di sana pianta ritirare le sue azioni.
Il problema,semmai, è che la gente non ha fiducia in mediaset e non compra altre azioni,aggiungendo quindi capitale alla società.
Per esempio se io volessi comprare 500 azioni dell’attuale valore di 70 cent,ma allo stesso tempo vorrebbe comprarli anche un altro acquirente,chiaramente il prezzo delle azioni lieviterebbe,chessò, a 1,20 euro. Quindi 0.5 (la plusvalenza) x 500= 250. Vale a dire che io, riuscendo a convincere due imbecilli che le mie azioni valgono tantissimo, ha apportato nuovo capitale all’azienda pari a 250.

Quindi Pippo,se le azioni crollano,è colpa dell’azienda e STOP. Nonè una tragedia.
Alemno io la vedo così.



48. pippo ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:45

che poi a dirla tutta, il pd è l’unico partito al mondo che perde le elezioni da lui stesse organizzate (neanche tafazzi sarebbe capace di tanto). vedasi le primarie vinte a milano ed a napoli da candidati estranei al pd, e poi diventati sindaci. per questo al pd paiciono le ammucchiate pur di non andare al voto. che poi se le vincono le elezioni, sempre due anni massimo governano vedasi tutti gli utlimi governi di sinistra dal ‘96 ad oggi. sarkozy e brown vanno in libia per dividersi le macerie rimaste, e noi in italia perdiamo tempo a pensare cosa fa berlusconi nel privato ed a impedirgli di governarci serenamente, come qualsiasi presidente dovrebbe e meriterebbe di fare. che amarezza! (cit. fassari)



49. Pippo76 ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:49

La tua è economia fai da te.
Già leggendo il finale “se le azioni crollano è colpa dell’azienda ma non è una tragedia” fa rabbrividire.
Al Cepu forse dicono ste cose :-P



50. luigino ha scritto:

10 novembre 2011 alle 19:58

pippo,tu sei la classica persona che viene impaurita dai media con storielle….il tuo articolo cosa significa?
COSA SIGNIFICA?

—–
A picchiare sulla cassaforte del Cavaliere controllata per il 38,9% da Fininvest, sono arrivati i fondi stranieri che fanno parte dell’azionariato. Il primo è il fondo canadese Mackenzie Cundill Investment che detiene il 3,44% di Mediaset, oltre ad alcune partecipazioni in altre realtà italiane come la Cir di De Benedetti e la Exor degli Agnelli.

——

CHE CAXXO significa questa cosa?

Pippo,se io divento azionista,divento socio.Non è che posso venire e prelevare di sana pianta il capitale investito…. lo capisci? devo vendere le azioni a qualcun’altro.

Quindi ad Acore non trema nessun vetro.



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