8
novembre

LA RAGAZZA AMERICANA: FICTION VECCHIA E BANALE

Vanessa Hessler in La ragazza americana

Un passo in avanti e due indietro, sembra essere questo il balletto della fiction Rai, pronta a stupirci con produzioni di qualità, ma allo stesso tempo a lasciarci allibiti di fronte a prodotti decisamente meno validi ma che, per assurdo, sbancano l’Auditel. Non si fa in tempo a elogiare Tutti pazzi per amore, la cui terza stagione è partita domenica scorsa su Rai1, che ci s’imbatte in una miniserie imbarazzante come La ragazza americana.

La tanto bella quanto inespressiva Vanessa Hessler, reduce dal successo di Cenerentola, è tornata ieri sulla prima rete Rai con un nuovo film tv, la cui seconda parte andrà in onda questa sera alle 21. Una favola moderna che puzza di vecchio sin dai primi minuti, con la protagonista che corre su un chroma key nel quale vengono riprodotte malamente le immagini del Kentucky. Idea un po’ retrò, degna di una telenovela messicana, ma evidentemente valida per il regista Vittorio Sindoni, che già in passato aveva abusato dell’ingegnoso sistema nella fiction La mia casa è piena di specchi. In quel caso l’espediente passò inosservato o quasi, di fronte ad un’ultrasettantenne Sophia Loren, intenta a recitare come se nulla fosse, la parte di una ventenne.

Ne La ragazza americana, fiction prodotta dalla Immagine e Cinema di Edwige Fenech, nessuna idea o guizzo particolare sfiorano neppure lontanamente soggetto e sceneggiatura. Tutto si muove su una struttura ampiamente prevedibile, fatta di dialoghi scontati e situazioni improbabili. Che dire del bel maniscalco Giulio Berruti, accaldato e affaticato al punto giusto, pronto a perdere la testa per la bionda Hessler, arrivata dall’America per ereditare nientemeno che un castello ed un intero borgo?

FOTOGALLERY DE LA RAGAZZA AMERICANA QUI

Una fiction emblema di quella serialità italiana da anni arenata su idee e formule ormai usurate, ma che inspiegabilmente continua a piacere al pubblico. Oltre 6 milioni di spettatori con il 22.27% di share hanno infatti seguito ieri sera la prima parte della miniserie, lasciando al palo la concorrenza del Grande Fratello (4.378.000 – 19.69% di share). Difficile capire cosa possa aver spinto così tanti spettatori a seguire una miniserie che, visti i risultati ottenuti, non potrà a questo punto che continuare a dar vita ad altre serie di pari livello, aumentando sempre più il divario qualitativo non solo con le celebri produzioni americane, ma  anche con serialità europee, ben più avanti rispetto al nostro paese.

Se dalla Spagna abbiamo dovuto acquistare format di successo come Un Medico in famiglia e I Cesaroni, dalla Francia dovremmo prendere ispirazione per la realizzazione di nuovi polizieschi di successo. E’ il caso di Braquo, serie tv partita proprio ieri su Rai4. La si potrebbe definire un crime, ma sarebbe più corretto utilizzare l’espressione francese neo-polar, sintesi utilizzata dai cugini transalpini per spiegare un incrocio tra “poliziesco” e “noir”. Un serial dalle atmosfere dark e dal realismo esasperato, che racconta la storia di quattro poliziotti del dipartimento di Hauts-de-Seine, dai metodi non proprio convenzionali, pronti a ricorrere spesso e volentieri alla violenza, passando senza troppi scrupoli dalla legalità al crimine pur di arrivare a conoscere la verità.

Ideato, scritto e diretto da Olivier Marchal, già regista di pellicole di successo come Gangster e L’ultima missione, Braquo è riuscito nell’impresa di battere in ascolti e qualità alcune fra le più note e popolari serie americane. Noi italiani di americano per il momento, abbiamo solo la ragazza….

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8 Commenti dei lettori »

1. ANTONIO1972 ha scritto:

8 novembre 2011 alle 20:37

è proprio vero che in rai le fiction più sono brutte e più le guardano! non l’ho visto ma secondo questa teoria il segreto dell’acqua deoveva essere un capolavoro



2. Alessandro ha scritto:

8 novembre 2011 alle 20:45

Il chroma key della solfatara di Pozzuoli e del mare napoletano nella fiction di Sofia Loren è stato da antologia!!!:D



3. MisterGrr ha scritto:

8 novembre 2011 alle 21:09

ma è vero che il personaggio americano parlava (doppiata?) in romanesco?

Direi molto americana…



4. Daniele Pasquini ha scritto:

8 novembre 2011 alle 21:24

Carina l’idea, pessimo tutto il resto. Recitazione della Hessler non pervenuta. Lei per quanto mi riguarda può fare anche 10 fiction al giorno, ma che almeno si ritagli un po’ di tempo per mettersi a studiare. A studiare seriamente. Perchè c’è da rimanere veramente imbarazzati.



5. MisterGrr ha scritto:

8 novembre 2011 alle 21:52

mi fate ingolosire così! ho girato su rai 1 (però prima finisco di vedere le selezioni ticinesi di Eurovision Song Contest 2012)! :D



6. MisterGrr ha scritto:

8 novembre 2011 alle 22:16

…dopo che ho sentito 4 parole della Hassler ho girato.



7. luca ha scritto:

8 novembre 2011 alle 23:11

Perche tutte queste cattiverie? è fatta benissimo invece !!! guardate gli ascolti che ha fatto ieri….. e quelli che verranno mostrati domani.



8. devy ha scritto:

9 novembre 2011 alle 12:36

Senza infamia e senza lode la fiction,molto meglio Cenerentola.Però trovo esagerate tutte queste critiche a Vanessa Hessler,che vi piaccia o no è lei che ha portato avanti la fiction e non se l’è cavata male nelle precedenti.Non è che l’hanno ritagliata a fare il ruolo della bellona senza cervello,quindi qualcosina la saprà pur fare.



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