Chi pensava che i vari George Leonard, Roberto Mercandalli, Davide Baroncini fossero i peggiori personaggi da orticaria si deve prontamente ricredere. I complimenti vanno tutti al settore casting, chiamiamo così ormai una parte del recruiting mirato che sembra passare per le solite tre-quattro direttrici fondamentali, capace di scovare una calamita naturale di antipatia: Filippo Pongiluppi.
Basta seguire i suoi sproloqui per una mezz’oretta per rimanerne turbati. Il sentirsi capo del manipolo degli scissionisti che da tre giorni ormai fanno vita separata al secondo piano l’ha gasato all’inverosimile con effetti devastanti ma televisivamente pregnanti. Il Grande Fratello se lo terrà ben buono l’ex di Nicole Minetti, difficile trovare egocentrici euforici di tale portata. Nonostante rimbrotti chi si specchi in continuazione lui è capace di sistemarsi il ciuffo e controllare la tartaruga tra le cento e le cento venti volte al giorno.
Si fa fatica a credere che non reciti un copione per la mole di frasi ad effetto che sgancia a Cinecittà dal suo ingresso. Convinto di essere la molla del Gf il caro Filippo si autoapplaude e si compiace con una frequenza impressionante, facendosi forza con il gruppetto che tiene sotto scacco non appena aderisca alle sue vivaci prese di posizione. Richiama quasi alla mente quegli esperimenti di sociologia delle relazioni testate sulla serotonina dei maschi alfa dei primati con la sua carica di adrenalina narcisistica.
Non si contano più i suoi rigurgiti da piacere solipsistico. E’ già il bersaglio della Gialappa’s con il suo sopravvalutarsi. Sulla sua imitazione di Maurizio Costanzo gioca gran parte del suo fascino non arrestandosi nemmeno dinanzi alla totale assenza dell’uditorio, nel frattempo scappato in qualsiasi direzione pur di non doverlo reggere più.
Per il Grande Fratello citofonare al piano di sopra- è solo una delle frasi euforiche che le nostre orecchie hanno dovuto sentire nel bel mezzo dell’attacco di entusiasmo coinvolgente che ha portato i suoi seguaci, gli scissionisti, a traslocare insieme a lui nella veranda del secondo piano. Non ha tutti i torti Amedeo, un altro simpatico come il brutto tempo a Pasquetta, quando sospetta che il romagnolo stia trascinando un gruppuscolo di inquilini facilmente influenzabili.
Come dicono dalle sue parti Filippo è lo sborone per antonomasia: uno che pronuncia frasi piene di ripetizioni della parola valori, senza poi riuscire a definire nemmeno cosa sia la parola in sé. La veste in cui lo preferiamo però è quella di stuntman delle puzzette: appena perde qualche freno inibitorio il Pongy si diletta a darsi delle arie anche fuor di metafora, con tanto di competenza lessicale forbita sulle diverse tipologie e un catalogo incandescente di aneddoti.
L’antipatico dell’anno da spiattellare nei momenti clou delle prime serate. Lui, che sprovveduto non lo è per niente, sembra essere perfettamente cosciente di cosa gli si richieda e accetta di buon grado l’immolazione sull’altare della prima serata e dei salotti.
1. MisterGrr ha scritto:
7 novembre 2011 alle 13:35