Le telecamere arrivano dopo. Sempre dopo. Quando è successo il disastro e ormai non c’è più nulla da fare. La domenica televisiva che segue l’alluvione abbattutasi su Genova è in gran parte dedicata all’esondazione dei torrenti Fereggiano e Bisagno. Ancora una volta, la natura si è mostrata nella sua potenza distruttrice: ci sono stati sette morti e ora si cercano le responsabilità. Sempre dopo… L’Arena di Massimo Giletti e lo spazio di Domenica Cinque condotto da Claudio Brachino hanno inaugurato il pomeriggio odierno dedicandosi all’onda di fango che ha travolto il capoluogo ligure. Collegamenti con gli alluvionati, dibattiti e polemiche in studio: la tv del ‘dopo tragedia’ passa e lascia il segno.
In particolare, il pezzo forte degli approfondimenti domenicali dedicati all’alluvione è stata l’intervista al sindaco di Genova Marta Vincenzi. L’amministratrice è stata ospite de l’Arena, dove si è sottoposta alle domande dei genovesi riversatisi in strada, e subito dopo di Domenica Cinque. “Da giovedì abbiamo fatto scattare quanto previsto dal grado di allerta due. Da oggi allerta due non significa più soltanto quelle azioni di prevenzione per quanto è capitato ma significa dover dire che la città doveva essere tutta chiusa: ciò che è capitato non è più un’allerta due ma un disastro” ha dichiarato il Sindaco alla trasmissione di Rai1. In collegamento, la rabbia dei cittadini che le rinfacciavano di non aver avvisato tempestivamente la città del grado di pericolo.
“Un’alluvione così, con i mezzi di prevenzioni previsti in essere, non e’ stata possibile ne’ da gestire ne’ da fermare come sarebbe stato giusto” proseguiva la Vincenzi mentre su Rai3, a In mezz’ora, Pierluigi Bersani invitava a non trasformare il sindaco genovese (in area Pd) in un capro espiatorio. Ora, va bene tutto ma sostenere che l’alluvione non fosse prevedibile suona davvero come una macabra barzelletta: che fosse in arrivo una perturbazione insidiosa lo ripetevano da giorni i meteorologi e gli esperti, soprattutto in tv.
Di lì a poco il sindaco di Genova appariva in collegamento con Domenica Cinque, pronta a sottoporsi alle domande e ai giudizi degli ‘espertoni’ presenti in studio. Su Mediaset ripeteva la tardiva considerazione rilasciata su Rai1:
“Spero che col tempo si capisca che ciò che è accaduto era da segnalare come ‘disastro’ e non Allerta 2. Col senno di poi, avrei fatto chiudere l’intera città. A seguito dell’Allarme 2 ricevuto dalla protezione civile, quest’anno a noi segnalato 6 volte, abbiamo seguito un protocollo che però non prevede la chiusura di tutte le scuole né il blocco di tutta la città”
Infine la Vincenza dichiarava: “Porterò per sempre le vittime di questo disastro sulla coscienza. La responsabilità ce la prendiamo tutti e io per prima”. Intanto Genova piange e si lecca le ferite. Per questo le parole di un politico o di un opinionista tv seduto all’asciutto oggi servono a poco. Scorrono via e talvolta esondano: come acqua mista a fango.
1. Giuseppe ha scritto:
6 novembre 2011 alle 17:47