Le idee originali sono sempre le benvenute, soprattutto quando hanno un retroterra non banale e una capacità di creare mondi, di farsi intertesto. Pietrangelo Buttafuoco, senza dubbio uno dei giornalisti di centro-destra dalle argomentazioni più interessanti, debutta stasera con un nuovo format ispirato un po’ alla metafisica di De Chirico ma in salsa più contemporanea.
Questa non è una pipa: il titolo porta già in sé il germe della particolarità. Niente talenti in circolazione o patate da lessare, bensì un quadro di Magritte come riferimento. Si scaverà nella quotidianità ma in maniera brillante: qual è il senso che diamo alle cose, materialmente intese, una volta aggirata la loro funzione meramente strumentale?
Il programma, che debutta su Rai 5 alle ore 22,45, sembra figlio della rivoluzione duchampiana e incrocia la sua matrice avanguardistica con l’interesse sociologico, come testimonia il sottotitolo dizionario della contemporaneità. Dall’orinatoio trasformato in oggetto da museo ai fasti wahroliani la storia degli oggetti nei rapporti umani ha scritto numerose pagine, tutte interessanti e da riscoprire dinanzi alle ultime frontiere della tecnologia.
Buttafuoco di settimana in settimana proporrà all’attenzione un oggetto che meccanicamente penetra la quotidianità di ciascuno. Si svilupperà sullo stimolo del superamento delle barriere funzionali una riflessione affidata sia alla gente, il Vox Populi, sia ai personaggi famosi, l’Ipse dixit.
Per l’esordio il focus metterà al centro della ribalta il cellulare. Al pari del guanto gigante dechirichiano il telefono mobile susciterà un’analisi sul cambiamento di abitudini, e perché no sui riflessi filosofici che la sua introduzione ha scatenato. A seguire il giornalista amico di Giuliano Ferrara dedicherà le proprie puntate a oggetti-concetti molto diversi tra loro come il wonderbra, la coca-cola, il wireless e persino il kebab.
La regia del programma è affidata a Tiziana Vasta e per i toni e colori che supporteranno l’environment grafico la fonte riporta all’arte di Fortunato Depero. Come set d’azione è stato scelto quel luogo a suo modo metaforico che è il piazzale degli sfasciacarrozze di periferia: un modello di televisione che affascina e che merita tutti gli auspici migliori per superare la fase di crisi di idee attuali dei format.
1. MisterGrr ha scritto:
2 novembre 2011 alle 11:39