29
marzo

LO SMEMORATO DI COLLEGNO: UNO STRAORDINARIO ENIGMA DI 83 ANNI FA

Lo Smemorato di Collegno (Gabriella Pession e Johannes Brandeup) 

Un mistero ancora insoluto, una vicenda intricata e complessa, un caso mediatico che divise, appassionò e fece discutere l’Italia intera: è la storia de “Lo smemorato di Collegno” che rivive, sui nostri schermi, questa sera e domani in prime time su Raiuno. La miniserie, prodotta da Rai Fiction e Casanova Entertainment e diretta da Maurizio Zaccaro, volge lo sguardo su un avvincente enigma sociale e psichiatrico che, oltre ad aver ispirato la penna di grandi scrittori quali Sciascia e Pirandello, reclama ancora, incredibilmente da 83 anni, una soluzione certa e univoca.

Siamo nel 1926 quando un barbone viene arrestato mentre sta rubando un vaso nel cimitero israelitico di Torino. Portato in questura, l’uomo non è in grado di fornire le proprie generalità e viene così ricoverato nel manicomio di Collegno dove gli verrà diagnosticata un’amnesia retrograda globale. La storia, apparentemente anonima e insignificante di un povero “scemo di guerra”, si trasforma ben presto in un caso nazionale, che vede coinvolti intellettuali, politici, giornalisti e persino Santa Romana Chiesa.

Ma questa è anche e soprattutto una storia di amore conteso fra due donne che lotteranno, caparbiamente e coraggiosamente, per riabbracciare quello che entrambe credono sia il loro congiunto. Lo smemorato, infatti, dapprima viene identificato come il professor Giulio Canella di Verona, misteriosamente disperso in Macedonia in occasione della Grande Guerra, mentre, successivamente, sempre più fondati si faranno i sospetti che egli sia Mario Bruneri, tipografo, simpatizzante socialista e soprattutto incallito truffatore.

A poco a poco il romanzo popolare dello smemorato comincia a inglobare, muovere e rimescolare un foltissimo insieme di interessi. Una trama intricatissima e avvincente in cui si insinuerà, ciascuna con le proprie ragioni e finalità, la stampa, in primis “La Domenica del Corriere”, ma anche la politica, attraverso un eminente uomo del regime Roberto Farinacci, legale della famiglia Canella, e la Chiesa (Padre Gemelli era, infatti, un amico di Giulio Canella). Un dramma dallo straordinario appeal e dalla prorompente carica emotiva, nel quale, però, nessuno avrà il privilegio di essere ammesso a godere della verità.

La miniserie, liberamente ispirata al saggio di Lisa Roscioni edito da Einaudi, vede come protagonisti Gabriella Pession, Johannes Brandrup, Lucrezia Lante della Rovere, Giuseppe Battiston e Franco Castellano.



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5 Commenti dei lettori »

1. Mibemolle ha scritto:

29 marzo 2009 alle 15:52

83 anni fa era un enigma, adesso non lo sarebbepiu.. anzi, adesso si potrebbe comodamente risolverequell’enigma… con il testdel DNA. su chi? ma sui figli naturalmente! (che sono morti, main questo paese si esuma)
due dei fgili sono nati prima della scomparsa di Canella,quindi sicuramente i suoi.
Tre sono nati invece dopo la sua “ricomparsa”, sono quindi figli del presunto Canella…
ecco, si fa un prelievino, una PCR e un incrocio dei dati…
facile dire se tutti e 5 i figli sono nati dagli stessi genitori o meno…
e poi le conclusioni vengono da sole…..

io, se fossi un magistrato, disporrei il test….se non altro perrisolvereun caso giudiziario che è stato trent’anni nelle aule dei tribunali senza che nessuno abbia mai trovato una soluzione…..



2. STE ha scritto:

29 marzo 2009 alle 16:21

che storia avvincente!
peccato che non riuscirò a vederla :-( mi scoccia.



3. roberto ha scritto:

30 marzo 2009 alle 09:28

E se poi qualcuno vuol vedere anche la versione tragi-comica, c’è un bellissimo film con lo stesso titolo, con Totò, Erminio Macario e Nino Taranto, diretto da Corbucci nel 1962



4. enniopasquali ha scritto:

31 marzo 2009 alle 14:58

Vorrei sapere se ci sarà un replica della prima puntata
Grazie.



5. Mari 611 ha scritto:

31 marzo 2009 alle 15:27

Fiction mal fatta a mio parere. Incongruenze, assurdità linguistiche e tanta fantasia. Poca vericidità storica anche riguardo alla casa di cura. Peccato.



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