Reduce dall’ennesima soddisfazione professionale con La donna che ritorna, nella televisione che sta subendo batoste a destra e a manca, Virna Lisi racconta il segreto del suo lavoro sempre molto apprezzato. A Sorrisi la veterana interprete chiarisce in pochissime battute le sue abitudini, la sua professionalità , il suo carattere:
Oggi spesso si fanno cose a tirar via. Invece a me piace lavorare a fondo su un ruolo. Studio il copione mesi prima delle riprese e quando arrivo sul set l’ho metabolizzato.
Paola Silenti è solo l’ultimo volto della lunghissima galleria di personaggi che la Lisi ha interpretato per cinema, televisione e teatro. Come dimenticare ad esempio la popolare ma suggestiva interpretazione della badessa arcigna de Le ali della Vita. Eppure tanti sono stati anche i no, che bellezza, nel corso della longeva carriera. Tra tutte le parti che Virna non ha accettato ci sono anche quelle de Il portiere di notte e di Barbarella. Se ripensa a quelle vicende l’attrice analizza così la sua vita:
Ci sono ruoli che ho preferito non fare perché guardando mio padre in faccia lui avrebbe potuto dire: ‘Virnuccia, se questo non lo facevi era meglio.’ Bastava l’idea che mio padre, mio marito o mio figlio potessero dire una cosa del genere. Ma non è un film in più che rende felici nella vita.
Già prima di questo racconto l’alto profilo di donna sobria ed elegante era chiaro ai più, nonostante la rivendicazione puntuale, anche nel corso di questa intervista, dell’amore per la natura che la Virna contadina non ha perso andando a vivere nella trafficata Roma.
Il suo monito per l’impegno costante, per i contenuti e per l’integrità morale sembra riecheggiare all’unisono con un periodo di ritransizione a cui il mondo dello spettacolo sembra indirizzato dopo qualche anno di sciocco livellamento al ribasso, che proprio in questi giorni grida vendetta.
Una donna di classe mai sopra le righe che sogna la tranquillità di una casa accogliente in cui accudire i nipotini, un balcone fiorito in cui curare qualche pianta lontana dal caos della metropoli e del mondo. Un esempio da indicare a chi vuole veramente studiare per recitare nel chiuso del suo laboratorio teatrale o nell’intimità della propria camera.
1. luke ha scritto:
25 ottobre 2011 alle 14:52