Muammar Gheddafi nelle mani dei miliziani, col volto atterrito e scioccato dell’animale in trappola. Spintoni, urla e percosse. Poi gli spari dei kalashnikov: “Allah akbar“. E il Rais è una maschera di sangue esanime. Le immagini degli ultimi istanti di vita dell’ex dittatore libico, catturato e morto l’altro ieri a Sirte, hanno fatto il giro del mondo. In diretta tv abbiamo visto l’esecuzione del Colonnello, senza filtri né censure. Il crudo reality della morte. Guardando quella sequenza, in molti hanno provato un moto di fastidio e si sono chiesti se fosse necessaria e umanamente accettabile.
Anche Enrico Mentana ha espresso il proprio disappunto di fronte al filmato che documenta la morte di Gheddafi. All’indomani della divulgazione di quel video shock, il direttore del Tg La7 ha manifestato la propria condanna sulla sua pagina Facebook.
“A me le immagini di Gheddafi catturato, poi ferito e ucciso hanno fatto davvero schifo. E non credo proprio che la giornata di ieri sia stata bella per la democrazia. Di più: finchè non vedo almeno uno dei paesi della “primavera nordafricana” stabilmente libero e democratico continuo a temere per il futuro di quei popoli“. Ha scritto ieri il giornalista.
Parole che hanno sintetizzato il pensiero di molte persone che, in rete, si sono affrettate ad applaudirlo: troppo bravo ’sto Mitraglietta. Il video di Gheddafi insanguinato e in fin di vita ha suscitato anche in noi ribrezzo: i fautori delle democrazie (mediatiche) non dovrebbero ballare sui cadaveri. Una convinzione che anche Mentana sembra condividere. Ma a scoppio ritardato, quando l’indignazione è ormai fine a se stessa.
Infatti, visitando il sito Internet del Tg La7 fino al tardo pomeriggio di ieri, si poteva guardare il video dell’esecuzione con estrema facilità. Il filmato campeggiava in apertura e bastava un clic per avviare lo ’show’. Le stesse immagini avevano trovato ampio spazio anche nel notiziario di giovedì, edizione delle 20. E solo ieri sera, quando il pubblico di La7 le conosceva ormai a memoria, è cambiato qualcosa.
Durante il tg, Mentana ha precisato che la sua redazione si era premurata di “isolare tutte le immagini più gravi e raccapriccianti, per rispetto…“. Alla buonora! Ci domandiamo se lo sdegno del direttore non avesse potuto trovare applicazione prima, in modo da risultare più logico e credibile. Alla fine sarebbe bastato davvero poco: una selezione dei fotogrammi meno crudi e un apposito ‘disclaimer‘ alla versione web.
Intervenire dopo 24 ore suona quasi come un inutile pentimento. Va bene indignarsi di fronte alle immagini di Gheddafi morente, ma è troppo tardi farlo quando esse sono già state esposte a lungo dalla macelleria mediatica. E pure in vetrina.
1. giudy ha scritto:
22 ottobre 2011 alle 05:20