“Ormai ho capito quale rapporto intercorre tra me e la rete. Se funziono, bene, altrimenti mi tolgono di mezzo. Una cosa del genere a Ezio Greggio o a Gerry Scotti non la farebbero mai”. Questo è soltanto l’inizio dell’amaro sfogo di Enzo Iacchetti che, a “Tv, Sorrisi e Canzoni”, ha raccontato, senza freni, i rapporti tutt’altro idilliaci con Mediaset.
“Credo c’entri il fatto che loro sono legati all’azienda da più anni. La stessa azienda che io non ho mai tradito. Ho avuto offerte sia dalla Rai, sia da Sky, ma non ho mai accettato. Ho rispetto per chi mi ha scoperto e mi ha cambiato la mia vita. Il problema è che il mio rispetto non è ricambiato. Non hanno capito che per me i soldi non contano. Mi muove la passione, amo questo mestiere. E’ tutto quello che sta intorno che mi fa schifo. Troppe ipocrisie: in una fabbrica se un operaio ha passione e abilità lo promuovono, non lo lasciano alla catena di montaggio. Mi sento non gratificato, non è la prima volta che lo dico. Continuano a ripetermi che dovrei star zitto, ma io non ci riesco. Almeno ho la coscienza a posto, mi sento pulito. Ho sempre dato il massimo, non sono mai mancato un giorno, neppure quando stavo male, neppure quando sono stato colpito da lutti personali. Vorrei solo che mi dicessero: ‘Bravo Iacchetti, si vede che ha passione, sa recitare, cantare, fa i musical. Ci faccia delle proposte’. Invece niente. Io sono quello che sta dietro il bancone di Striscia, punto. Nessuno dell’azienda è mai venuto a vedermi in teatro per capire cosa combino. M’hanno proposto pure la conduzione di ‘La sai l’ultima?’ (come da anteprima di questo blog, ndDM). Ho risposto: ‘Dopo 15 anni è questo il rispetto che avete per me? Mi proponete barzellette? Nemmeno se mi date otto milioni di euro’. Così ora loro sono a posto. Quando vado a lamentarmi mi possono rispondere: ‘Ti abbiamo offerto uno show e tu l’hai rifiutato…’”.
Uno sfogo contro Mediaset, quello del “Sior Enzino” che si aggiunge a quello di Bongiorno e che fa da ideale contraltare alle proteste, invece rivolte alla RAI, di Antonella Clerici.
Contrariamente, però, ai più rodati colleghi, andrebbero ricordati a Iacchetti i non proprio felici esiti della serie televisiva di Italia1, “Medici miei“, soppressa qualche mese fa, dopo poche puntate, per imbarazzanti indici d’ascolto. Inoltre, tirare in ballo personaggi del calibro di Scotti e Greggio, nati con le reti del Biscione, nonchè collezionisti di successoni da almanacco della tv commerciale, è del tutto fuoriluogo.
In un nuovo corso del piccolo schermo, contraddistinto da forzati esili e da disoccupati di lusso, sarebbe auspicabile, ogni tanto, accontentarsi. Specialmente quando dei propri trionfi non si è unici autori. Vero Enzino?
1. AleJonica ha scritto:
24 marzo 2009 alle 16:47