“Mi sento come Amanda, sono in carcere da innocente. Ma quattro anni qui dentro non resisto“. Sabrina Misseri come Amanda Knox. Il paragone se lo cuce addosso la stessa figlia di zio Michele, accusata assieme alla madre Cosima Serrano di aver ucciso la piccola Sarah Scazzi. Prosegue così, tra dichiarazioni spontanee e prove frammentarie, il processo per il delitto di Avetrana, col suo carico di attese mediatiche ed ingerenze televisive. Ad un anno dal truce omicidio, non si spengono i riflettori della cronaca nera raccontata come una fiction e gli obiettivi delle telecamere restato puntati per cogliere l’immagine “esclusiva”, il restroscena inquietante. Quando lo shock fa show.
Il piccolo schermo suggestiona ed influenza la percezione della vicenda giudiziaria, come dimostrano le parole pronunciate da Sabrina Misseri e riportare da Repubblica.
“La televisione, i giornali, mi hanno fatto illudere anche quando è venuta fuori la sentenza, ma io e mia madre siamo ancora in questa cella. Ora invece vogliamo essere messe in libertà, noi non abbiamo ucciso Sarah” ha detto la ragazza.
Su tali dichiarazioni è intervenuto anche Claudio Scazzi, fratello della vittima, il quale ieri è stato ospite della trasmissione Pomeriggio Cinque. Il giovane ha affermato di non riuscire a commentare il paragone con Amanda Knox fatto dalla cugina. Su Canale5, Claudio ha anche parlato delle contraddittorie ammissioni di colpa che Michele Misseri sta rilasciando davanti alle telecamere, nel tentativo di scagionare la figlia e la moglie.
“Se crediamo a zio Michele? Sto aspettando il processo, perché lì devi anche motivare quello che dici e allora posso crederci o meno. La soluzione è complicata. Se chi ha commesso il fatto avesse confessato oggi non saremo qua. Lo zio Michele ha promesso di non parlare più di Sarah, io seguo la procura e se accusano Sabrina e Cosima avranno i loro motivi…”. ha dichiarato in diretta tv.
Intanto, la procura della Cassazione ha chiesto lo spostamento del processo per il delitto di Avetrana da Taranto a Potenza perché nel capoluogo pugliese ci sarebbe troppa “emotività ambientale“. Lo dimostrerebbero alcune intimidazioni rivolte verbalmente a Michele Misseri ed il lancio di pietre avvenuto durante l’arresto di Cosima Serrano. La domanda è stata rigettata, come annunciato stamane dalla giornalista Ilaria Cavo nel corso di Mattino Cinque.
Ancora non si capisce quanto lo spostamento della sede processuale potesse smorzare quella “emotività” che – grazie ai media – ha oltrepassato sin da subito i confini “ambientali”, travolgendo in diretta l’intero pubblico televisivo. Come è accaduto per l’attesissima sentenza di Perugia. La tv abbatte le barriere territoriali, propaga i sensazionalismi della cronaca nera ed espone i suoi protagonisti alle mercè della piazza mediatica.
“Ad Avetrana c’è un po’ di agitazione, dirti che vai a fare il processo a Potenza rispetto a Taranto può avere tante sfaccettature. Per mia madre e mio padre vuol dire farsi tre ore e passa per un’udienza che può durare anche solo 10 minuti. Dal punto di vista giuridico credo che tutti i tribunali siano validi. Mia mamma evita di uscire in questi giorni perché è un assedio”. Ha aggiunto Claudio Scazzi a Pomeriggio Cinque.
In mancanza di gravi indizi di colpevolezza, e in concomitanza con l’annullamento dell’ordine di custodia cautelare, nelle prossime ore Sabrina Misseri e Cosima Serrano potrebbero uscire dal carcere. I teleguardoni da obitorio non attendono altro.
1. pincopallo ha scritto:
13 ottobre 2011 alle 04:07