9
ottobre

IL GENERALE DELLA ROVERE: SU RAI1 RIVIVE L’ANTI-EROE DI MONTANELLI

Il Generale della Rovere

Genova 1944. Durante il secondo conflitto mondiale, il giocatore d’azzardo Giovanni Bertone, vive di truffe sfruttando il dolore di chi ha vissuto la cattura di un parente o una persona cara da parte dell’esercito tedesco. I suoi traffici non passano inosservati nella città. Al comando tedesco il Colonnello Muller lascia correre il tutto, solo perché impegnato a risolvere un problema molto più grave: il Generale della Rovere, in contatto con i partigiani per cercare di risollevare le sorti del paese dopo l’armistizio, è stato ucciso per sbaglio.

Un giorno però, Bertone viene denunciato da due donne che stava cercando di truffare. Messo sotto torchio da Muller, fa sfoggio di tutte le sue abilità istrioniche per fingersi innocente, dando vita ad uno spettacolo davvero credibile. Bertone è un imbroglione nato, ed è esattamente quello che Muller sta cercando, ovvero qualcuno che si finga il Generale Della Rovere e che faccia da esca per trattare coi partigiani. L’uomo si ritrova così di colpo a vivere nell’orrore del carcere, tra i detenuti torturati dalla Gestapo. La dura convivenza gli darà modo di riflettere sulla propria esistenza e sulle sue scelte di vita, portandolo presto a tramutarsi in un coraggioso “uomo d’onore”.

Questa la trama de Il Generale della Rovere, la miniserie in due puntate diretta da Carlo Carlei, con protagonista Pierfrancesco Favino, in onda questa sera e domani su Rai1. Un’appassionante vicenda tratta dall’omonimo romanzo di Indro Montanelli, resa ancor più celebre dall’indimenticabile film di Roberto  Rossellini con protagonista Vittorio De Sica.

Ed è proprio l’inevitabile confronto con la pellicola del 1959, a creare ancor prima della messa in onda qualche polemica. A mettere le mani avanti è lo stesso Pierfrancesco Favino, che al Corriere della Sera dichiara:

“Sì, lo so, il confronto con De Sica è improponibile. Forse io stesso, quando mi rivedrò in tv, esclamerò: ‘Eh! Lui era un’altra cosa!’. Ma è anche vero che il grande, inimitabile Vittorio fa parte del mio dna d’attore: chiunque ami il cinema e faccia questo mestiere non può prescindere da un monumento cinematografico come lui”

Particolarmente scettico sull’opportunità di realizzare una fiction sulla figura di Della Rovere, è Manuel De Sica, primogenito del grande Vittorio, che sulle pagine de Il Giornale dichiara:

“L’avevano proposto a mio fratello, Christian De Sica. Ma lui ha rifiutato. Ovviamente. Figuriamoci se Christian avrebbe osato scimmiottare, o peggio ancora competere, con la mirabile interpretazione di nostro padre. Il generale Della Rovere è un capolavoro, il primo e unico film cui lavorarono assieme mio padre e Rossellini; il soggetto era di Indro Montanelli; fu la più grande interpretazione drammatica di De Sica; vinse il Leone d’Oro a Venezia, ex-aequo con La Grande Guerra. È un film d’arte, insomma. La fiction Rai, per quanto buona, sarà sempre una fiction. E la fiction non è arte. Buon artigianato, al massimo”.

Parole forti, a cui ha prontamente risposto dalle stesse pagine de Il Giornale, il produttore della fiction Angelo Rizzoli:

“Mi dispiace che Manuel De Sica esca dalle sue competenze musicali per toccare un terreno non suo. Prima di parlare, bisognerebbe aver visto le cose. E poi nessuno ha il diritto di venire a sindacare le mie scelte”.



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