E’ uno di quei personaggi che la televisione la sanno fare perché ne comprendono in tempo reale le dinamiche di cambiamento. Parliamo di Carlo Freccero, firma di garanzia del piccolo schermo italiano, e della sua recente intervista a Repubblica, all’interno della quale riesce a dare dei contorni chiari alla transizione mediatica che il Paese sta vivendo.
Cali d’ascolto, nuove sfide per i grandi editori, riduzione del digital divide, competizione con le piattaforme virtuali: la carrellata di Freccero riesce a costituire sempre letteratura pregevole per gli studiosi di comunicazione. Ecco alcuni dei suoi contributi più brillanti dalla sua recente chiacchierata. Partiamo dalla sua critica diretta a Mediaset, e più in generale al vecchio modello di produzione e distribuzione dei contenuti:
Ha una posizione conservatrice rispetto al mondo di internet, vuole difendere i suoi contenuti. Un atteggiamento che sicuramente verrà travolto dalla rete. Oggi non c’è più bisogno di editori come Berlusconi o Murdoch. Perché Youtube non è solo consumo, è produzione, è controinformazione. [...] Internet agisce come fronda contro i grandi editori. Si sta creando una frattura tra le tv di una volta che hanno bisogno di editori e Internet che va oltre il consumo e diventa produttore.
In effetti il paradosso che Freccero nota nella gestione della protezione dei contenuti da parte di Mediaset è veramente acuto. Da un lato l’incomprensione per la tutela di Ballandi e la Carlucci, dall’altro un vetusto rinchiudersi dentro il proprio selciato web per la diffusione.
Ed è proprio in questa direzione di rottura coi paradossi che Freccero legge i fenomeni Santoro e Dandini, vendicati dal web dopo la tormentata lotta contro i vertici Rai per la sopravvivenza delle loro creature.
Quando Michele Santoro dice ‘io sto per conto mio’ vuol dire che lui produce informazione senza il disco verde dell’editore. E va in rete.
Serena Dandini, estromessa dalla Rai, la sera stessa su Twitter ha fatto la fronda di chi l’ha estromessa: il suo pubblico l’ha seguita in diretta. Internet sta dietro tutte le forme di rivolta degli ultimi mesi. Non c’è dubbio che il referendum sull’acqua in Italia è stato vinto grazie alla rete.
La testimonianza di quanto la grossa editoria accentratrice sia e potrà essere in crisi è testimoniato dalla ricerca di nuove tecnologie per trattenere gli spettatori in fuga. Il parallelo, calzante e intelligente, è con la storia del cinema americano che nei momenti di crisi del settore ha costretto le grandi case di produzione a investire fortemente sulle nuove tecnologie. Esattamente come sta accadendo per il progetto 3D di Sky.
(La tv in 3d, ndr) E’ la tv dei grandi padroni, delle major americane. Non a caso Murdoch potenzia la sua offerta un 3D, immerge lo spettatore in visioni incantate, esaltando la dimensione creativa. Crescerà la tv spettacolare, quella degli effetti speciali.
1. Giuseppe ha scritto:
4 ottobre 2011 alle 16:56