Vuole andare al paesello del playboy Giuseppe, che finora se n’è fatte sette (di esterne) a casa sua con altrettante donne diverse, ma non vuole condividere il talamo con lui. La signora La Morte tiene banco a Uomini e donne. Cognome che fa partire la ‘macabra’ gag, con tutta l’ironia del caso e il sorriso spontaneo che fa nascere.
Rosetta in tutto ciò sconsiglia quest’acquisto all’amico Giuseppe e mentre la signora fa il suo ingresso in studio compie tutti i rituali di scongiuro del caso. Corna e ombrelli e il solito ritornello di Che c…o vuoi? accompagnano l’avventura mediatica della signora in studio.
Maria deve gridare per moderare il dibattito tra i suoi arzilli protagonisti dell’amore dai capelli grigi. L’effetto è spesso straniante: basti pensare alla signora Franca che rivede la sua storia d’amore con il signor Raffaele, un vero e proprio parente del celebre Caccamo teocoliano, tra la difficoltà di un dialogo in una lingua impastata di italiano e dialetto, come tipico della generazione di riferimento.
Tra vecchiette pirandelliane che s’impomatano i capelli con tinte improbabili, che addirittura cercano di affibiare anche all’acconciatura più classica della De Filippi, ritorni di fiamma e i volti storici della trasmissione over, sempre più calati nel ruolo, Maria non ha problemi a imbastire il suo spettacolo.
E la commedia umana va avanti. Tra Tina che viene chiamata Elisa e poi Pina (con la conduttrice che grida Tina, con la T) e i vari intrallazzi che tanto dividono il pubblico nel solito catalogo di dubbi che il people show porta con sé e lo sfondo di prodotto riflessivo e talk che mai guasta per l’appeal.
1. King92 ha scritto:
3 ottobre 2011 alle 16:42