15
settembre

IN ONDA, TELESE E PORRO ANNUNCIANO: ‘DURIAMO TRE GIORNI’

Luca Telese e Nicola Porro

Tandem d’attacco, penna sottile e sarcasmo schierato: essere moderati non è il loro mestiere. Manca pochissimo al debutto della nuova stagione di In Onda dopo l’exploit estivo che ha permesso un bel balzo di popolarità al prodotto. Il week end che ci apprestiamo a vivere tra i tanti ritorni illustri annovera il primo appuntamento con la nuova spalla di Luca Telese nella tribuna di La 7, Nicola Porro.

A Vanity Fair tra il serio e il faceto non nascondono quanto sia difficile la missione dell’equilibrio in un’accoppiata così spumeggiante. E’ già tempo di intervista doppia e i due non ci pensano più di tanto a raccontare qualche piccola cattiveria dei propri sostenitori contro il giornalista avversario. Lo sporco comunista, da un lato, e il lacché stipendiato di Berlusconi, dall’altro. All’alba dell’avventura la coppia si scambia simpaticamente i commentacci che leggono in giro sul giornalista partner.

Non appena si svelano gli altarini apprendiamo persino che i due hanno condiviso lo stesso tetto. Ecco il racconto della breve convivenza secondo le parole di Porro:

Telese scriveva le brevi per il magazine del Corriere della Sera. Uno sfigato insomma, considerando che io ero già al Corriere economia. Siccome lo pagavano male mi chiese di dormire a casa mia un paio di giorni. E’ rimasto tre mesi.

Che cosa ci attenderà? Durerà davvero tre giorni questo esperimento come profetizza la voce de Il Giornale? Ci prova Luca Telese a spiegare il perché di questa scelta editoriale e quali sono le intenzioni di interazione, quali le novità rispetto al canto unico che qualcuno vedeva nella co-conduzione con la compagna Costamagna:

Abbiamo rivisto uno spezzone di Lerner e Ferrara che si mandano aff…. con una violenza inaudita. Ma io credo nella tv della glasnost, in questo loro sono maestri. Molto meglio vedere una diversità civilmente manifestata che un’ipocrisia laidamente dissimulata.

Il leitmotiv del battibecco che inscenano già alla vigilia gioca sulle classiche contrapposizioni dei due schieramenti politici. Se il giornalista di Travaglio accusa l’altro di proteggere evasori e difendere i ricchi, la penna in forza all’organo di stampa di Feltri contrattacca parlando del comunista come uno che difende i terroristi.

Una cosa che li mette d’accordo è la nostalgia per quello slot del giovedì sera di Raidue che non vedrà più il battagliero Santoro a imperversare. Con i dovuti distinguo ecco il loro punto di vista sull’illustre collega:

Luca Telese: Considero una tragedia per il servizio pubblico la perdita di Santoro. E il motivo per cui non c’è più è perché Berlusconi non lo vuole. E’ indubitabile. [..] Se Santoro firmava per La7 la sua libertà non era minore perché qualcuno gli vedeva la scaletta. Faccio un esempio: Travaglio, vicedirettore del Fatto, vuole vedere i pezzi che pubblichiamo.

Nicola Porro: Per me è un peccato che Santoro non sia più in Rai. Il suo modo di fare tv lo detesto ma è come un pacchetto di sigarette, c’è scritto sopra ‘nuoce gravemente alla salute’. Se lo vedi, sai cosa ti aspetti. Non è disonesto.

Un incontro-scontro dunque tutto da vedere e da gustare. Considerata la scomparsa di Annozero potrebbe veramente diventare il salotto più frizzante dove ritrovare scontri a muso duro e escandescenze magari un po’ teatrali ma formalmente in linea con i toni esasperati del caos politico italiano.



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8 Commenti dei lettori »

1. PHILOSOPHO ha scritto:

15 settembre 2011 alle 16:49

Tra i due non c’è proprio paragone…Telese infinitamente migliore di quel servo (uno dei tanti, da Belpietro a Feltri) di Porro….



2. Giuseppe ha scritto:

15 settembre 2011 alle 16:54

Speriamo che facciano più giornalismo che teatro e che frizzante sia il modo di intervistare e argomentare. Il mestiere lo conoscono e la televisone pure. Tutto il resto (lo sporco comunista e il lacchè stipendiato da Berlusconi) spero se lo lascino a casa. Molto più interessante la dialettica fra due modi non superficialmente diversi di interpretare i fatti.



3. pig ha scritto:

15 settembre 2011 alle 18:18

Uno che crede nelle idee di Berlusconi è per forza un servo?Come state ridotti male



4. nadiap ha scritto:

15 settembre 2011 alle 19:08

Pig uno che crede alle idee di Berlusconi non è un servo. E’ un servo chi, come ad esempio Minzolini, nega o manipola la realtà dei fatti per sostenerlo sempre e comunque, anche quando è indifendibile. Personalmente ritengo Porro un valido giornalista e aspetto di vederlo “in onda” per l’appunto.



5. Revolt ha scritto:

17 settembre 2011 alle 17:17

E’ vero che dureranno 3 puntate, ma per altri motivi: faranno un sonoro flop di ascolti.



6. fiordaliso ha scritto:

18 settembre 2011 alle 11:37

vista la puntata del 17 settembre sono anch io piu che sicura che non dureranno piu di tre giorni telesio zittito porro sfottente col solito ghigno ovviamente si sente Dio che schifo avevamo gia la rai adesso anche La 7ma come si fa a non vedere e sentire questi servi….ditemelo graze….ah l ha gia detto don Gallo…….



7. fiordaliso ha scritto:

18 settembre 2011 alle 11:37

vista la puntata del 17 settembre sono anch io piu che sicura che non dureranno piu di tre giorni telesio zittito porro sfottente col solito ghigno ovviamente si sente Dio che schifo avevamo gia la rai adesso anche La 7ma come si fa a non vedere e sentire questi servi….ditemelo graze….ah l ha gia detto don Gallo…….



8. dallaregia ha scritto:

23 settembre 2011 alle 16:41

Porro indigesto con i suoi sorrisi finto-accomodanti che nascondono in realtà il tono di sufficienza, totalmente privo di ironia, con il quale abitualmente tratta gli interlocutori da lui considerati meno “acuti” (si è visto con don Gallo) e la sua spocchia da Signor “So-Tutto-Io”. Giusto Telese può sopportarlo, un po’ perché suo amico ed ex-coinquilino (sia di casa che di giornale) un po’ perché il vice de “Il Giornale” e l’astro nascente del giornalismo “di sinistra” possono ‘brillare’ senza paura di concorrenza. Ne deriva una conduzione tutta al maschile e dal sapore goliardico che dubito offrirà chissà quali colpi di scena. Molta meno tensione (anche creativa) che con la Costamagna, i due giornalisti rampanti sembrano più una coppia con alle spalle qualche decennio di matrimonio che – a differenza di quanto promettono con il loro spot in stile “attenti a quei due” – duellanti.



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