Tandem d’attacco, penna sottile e sarcasmo schierato: essere moderati non è il loro mestiere. Manca pochissimo al debutto della nuova stagione di In Onda dopo l’exploit estivo che ha permesso un bel balzo di popolarità al prodotto. Il week end che ci apprestiamo a vivere tra i tanti ritorni illustri annovera il primo appuntamento con la nuova spalla di Luca Telese nella tribuna di La 7, Nicola Porro.
A Vanity Fair tra il serio e il faceto non nascondono quanto sia difficile la missione dell’equilibrio in un’accoppiata così spumeggiante. E’ già tempo di intervista doppia e i due non ci pensano più di tanto a raccontare qualche piccola cattiveria dei propri sostenitori contro il giornalista avversario. Lo sporco comunista, da un lato, e il lacché stipendiato di Berlusconi, dall’altro. All’alba dell’avventura la coppia si scambia simpaticamente i commentacci che leggono in giro sul giornalista partner.
Non appena si svelano gli altarini apprendiamo persino che i due hanno condiviso lo stesso tetto. Ecco il racconto della breve convivenza secondo le parole di Porro:
Telese scriveva le brevi per il magazine del Corriere della Sera. Uno sfigato insomma, considerando che io ero già al Corriere economia. Siccome lo pagavano male mi chiese di dormire a casa mia un paio di giorni. E’ rimasto tre mesi.
Che cosa ci attenderà? Durerà davvero tre giorni questo esperimento come profetizza la voce de Il Giornale? Ci prova Luca Telese a spiegare il perché di questa scelta editoriale e quali sono le intenzioni di interazione, quali le novità rispetto al canto unico che qualcuno vedeva nella co-conduzione con la compagna Costamagna:
Abbiamo rivisto uno spezzone di Lerner e Ferrara che si mandano aff…. con una violenza inaudita. Ma io credo nella tv della glasnost, in questo loro sono maestri. Molto meglio vedere una diversità civilmente manifestata che un’ipocrisia laidamente dissimulata.
Il leitmotiv del battibecco che inscenano già alla vigilia gioca sulle classiche contrapposizioni dei due schieramenti politici. Se il giornalista di Travaglio accusa l’altro di proteggere evasori e difendere i ricchi, la penna in forza all’organo di stampa di Feltri contrattacca parlando del comunista come uno che difende i terroristi.
Una cosa che li mette d’accordo è la nostalgia per quello slot del giovedì sera di Raidue che non vedrà più il battagliero Santoro a imperversare. Con i dovuti distinguo ecco il loro punto di vista sull’illustre collega:
Luca Telese: Considero una tragedia per il servizio pubblico la perdita di Santoro. E il motivo per cui non c’è più è perché Berlusconi non lo vuole. E’ indubitabile. [..] Se Santoro firmava per La7 la sua libertà non era minore perché qualcuno gli vedeva la scaletta. Faccio un esempio: Travaglio, vicedirettore del Fatto, vuole vedere i pezzi che pubblichiamo.
Nicola Porro: Per me è un peccato che Santoro non sia più in Rai. Il suo modo di fare tv lo detesto ma è come un pacchetto di sigarette, c’è scritto sopra ‘nuoce gravemente alla salute’. Se lo vedi, sai cosa ti aspetti. Non è disonesto.
Un incontro-scontro dunque tutto da vedere e da gustare. Considerata la scomparsa di Annozero potrebbe veramente diventare il salotto più frizzante dove ritrovare scontri a muso duro e escandescenze magari un po’ teatrali ma formalmente in linea con i toni esasperati del caos politico italiano.
1. PHILOSOPHO ha scritto:
15 settembre 2011 alle 16:49