9
settembre

QUARTO GRADO, SIMONE TOSCANO A DM: VI SPIEGO COM’E’ NATA L’INTERVISTA A MICHELE MISSERI DAVANTI ALL’ALTARINO

Simone Toscano, Quarto Grado

La nuova edizione di Quarto Grado è pronta a ripartire questa sera, alle 21.10, su Rete4. Lo farà con un’intervista a Michele Misseri che ha già riacceso, ancor prima di essere vista, gli amici dei telespettatori. Complice una location del tutto particolare: un altarino costruito da Zio Michele per la nipote-vittima Sarah Scazzi. A poche ore dalla visione, abbiamo voluto fare quattro chiacchiere con chi, quell’intervista, l’ha realizzata. Simone Toscano, giornalista VideoNews, dal 2005 a Mediaset dove è entrato come stagista del Tg5 subito dopo aver conseguito una laurea in Scienze della Comunicazione con un tesi sulla Comunicazione politica del centro-sinistra.

Sei consapevole che un’intervista a Zio Michele di questi tempi può rappresentare un ‘massacro’ per chi la realizza?

Diciamo che sono consapevole che ci sono dei pregiudizi, anche perchè non credo che si possa giudicare un’intervista prima di averla vista. E’ facile dire ‘che vergogna’ per aver realizzato un’intervista davanti ad un altarino, ma il giornalista raccoglie dei fatti e se l’intervista è stata realizzata in un luogo del genere è perchè quel luogo è stato costruito dallo stesso Michele Misseri. Io ho realizzato l’intervista il 25 agosto… nel frattempo alcuni giornali (Stampa e Corriere) hanno fatto degli articoli scritti proprio sull’altare di Misseri. Nei loro confronti – giornali e giornalisti – non si dice nulla: lì i giornali non hanno colpe, mentre appena la stessa cosa viene detta dalla tv, la colpa c’è, a prescindere. Eppure entrambi i media hanno solo riportato quello che lui ha detto o fatto. La colpa non è di nessuno.

Ci sono anche interviste organizzate a tavolino…

Non è questo il caso. Ti racconto come è andata… Sono arrivato davanti a casa Misseri intorno alle 22, c’era la porta del garage aperta e mentre scendevamo dalla macchina Misseri ci ha tirato una secchiata d’acqua per poi entrare nella villetta e… gettarci altre due secchiate d’acqua! Non ci ha neanche rivolto la parola e dal suo punto di vista posso anche comprenderlo, sarà esasperato. Ma ho provato a parlarci ugualmente, seppur senza ricevere risposte. Ad un certo punto, però, gli ho detto: “Io non so se lei è l’assassino o meno, però un comportamento mostruoso l’ha avuto quando, uscito dal carcere, ha rilasciato una serie di interviste per spiegare come avrebbe preso la nipote senza dedicare un pensiero di scuse alla famiglia di Sarah o per chiedere perdono. Possibile che lei faccia questa cosa come se Sarah non contasse niente?”. Lui si è messo a piangere nel cortile della villetta, ha aperto la porta e mi ha detto “Vieni con me, ti faccio vedere una cosa che non ha visto mai nessuno”. E così siamo andati in garage e lì è nata l’intervista. Noi, alla fine, cerchiamo documenti, è questo ciò che caratterizza Quarto Grado.

Qualcuno critica proprio questa ricerca, definendola ossessiva…

Si può fare cronaca nera in due modi: o in maniera seria, portando documenti a sostegno dell’una o dell’altra tesi, oppure chiacchierando del nulla, basandosi su posizioni psicologiche.

Quale programma rientra in questa seconda ‘alternativa’?

Secondo me non c’è un programma nello specifico, so solo che le critiche sono nate perchè tanti programmi si sono occupati di cronaca nera. Ma Quarto Grado, come pure Chi l’ha visto, sarebbero gli unici programmi deputati a farlo anche se hanno mission diverse.

Quarto Grado, però, era partito con un obiettivo diverso: occuparsi di casi freddi.

Noi siamo partiti con un’idea diversa, poi il programma è cresciuto. La cosa da sottolineare è che noi ci siamo occupati di Sarah ancor prima che ci fosse il boom del caso Scazzi in una puntata che ha fatto il 4%. Avevamo pensato che non era giusto occuparsi solo di casi freddi ma anche alla cronaca. E credo si proseguirà su questa linea.

E il boom come te lo spieghi?

Probabilmente grazie a Facebook; è stato il primo caso di ragazza scomparsa per il quale gli amici hanno aperto un gruppo sul social network facendo rimbalzare la notizia su tutti i media.

Che idea ti sei fatto su Michele Misseri?


Io c’ho parlato tanto con Misseri. Sicuramente qualche dubbio in più rispetto a prima ce l’ho.

Sull’innocenza o sulla colpevolezza?

Su tutti e due. Nell’ultima intervista non abbiamo parlato di nessun tecnicismo. Lui ha voluto parlare col cuore e ha voluto rivolgersi alla famiglia per chiedere scusa. Non ti nascondo che ero anche un po’ impressionato… la luce dell’altarino e tutto il buio intorno…

Non hai paura che il pubblico possa valutarti professionalmente solo per gli ultimi lavori legati alla cronaca nera?

Per ora non mi è ancora capitato. Poi sono stato anche fortunatissimo perchè nonostante non abbia neanche trent’anni ho fatto tutti i programmi di VideoNews e ho lavorato due anni al Tg5; diciamo che riesco a passare con facilità da un argomento all’altro.

Se dovessi immortalare in una foto un momento che non dimenticherai mai nella tua carriera, cosa fotograferesti?

Il terremoto de L’Aquila ha rappresentato l’esperienza umana e professionale più forte della mia vita. Il giorno dopo il terremoto, alle 11, ero a L’Aquila davanti alla casa dello studente. Nel pomeriggio, quando sono arrivato ad Onna, era buio, grandinava e c’erano dei cani che abbaiavano sopra le macerie per aiutare a ritrovare i corpi. C’ho messo un po’ a superarla. Sono anche rimasto in contatto con qualcuno e due domeniche fa ci sono tornato con la mia ragazza per andare a trovare una signora che avevo conosciuto in una tendopoli e che ora ha qualche problema di salute.

Un momento positivo?

Un momento che non dimenticherò mai fu quando, dopo il terremoto de L’Aquila, abbiamo mostrato in tv la foto di un signore scomparso, in precarie condizioni psicologiche, del quale non si sapeva più nulla. Dopo un po’ una ragazza ci ha chiamati dicendo che lo aveva riconosciuto: era stato registrato con un altro nome in un ospedale a 100 km di distanza. Senza la trasmissione non l’avrebbero mai ritrovato. Non dimenticherò mai quando si sono ricongiunti con la figlia; ho preso una bottiglia di spumante e abbiamo festeggiato a telecamere spente.

C’è un giallo che giornalisticamente ti ha appassionato e ti sarebbe piaciuto ‘raccontare’?

Mi ha colpito molto il caso di Erika e Omar. Un caso che si è risolto nel giro di poco, ma veramente crudo. Io sono uno che ha uno stomaco abbastanza forte, ma ho letto esattamente ciò che era successo e mi sarebbe piaciuto occuparmene per cercare di capire cosa possa spingere a livello psicologico due ragazzi ad avere un comportamento così mostruoso. Per fortuna nessuno ha raccontato tutti i dettagli. Alcuni sono veramente non riportabili.

Cosa guardi in televisione?

Per anni ho guardato telegiornali dalla mattina alla sera.

Quali reputi il migliore?

Beh, a parte il TG5, che è quello al quale per ovvie ragioni sono più affezionato, Tg3 e  Tg La7. Ma seguo con interesse anche le sperimentazioni di Studio Aperto.

Anchorman preferito?

Senza dubbio Fabrizio Summonte ed Alberto Bilà, pacato e semplice. Mi piacerebbe un giorno poter replicare la loro conduzione.

Un futuro da conduttore quindi?

Per prima cosa devo continuare a crescere professionalmente. Però, dopo 7 anni a Mediaset, spero che in futuro anche da noi si possa sperimentare come fa la Rai con Uno Mattina Estate con dei conduttori giovani.

Qual è la notizia che vorresti dare?

Mi piacerebbe dare un contributo a questi casi irrisolti. E poi mi piacerebbe molto intervistare Ahmadinejad per capire le motivazioni che spingono un’ideologia fatta in nome della religione a prevaricare proprio quest’ultima.



Articoli che potrebbero interessarti


Quarto Grado, Salvo Sottile e Sabrina Scampini
QUARTO GRADO RIPARTE CON L’ALTARINO DI ZIO MICHELE. SOTTILE: I PLASTICI LI LASCIO A VESPA


Michele Misseri altare Sarah Scazzi 3
QUARTO GRADO INTERVISTA MICHELE MISSERI DAVANTI ALL’ALTARINO IN RICORDO DI SARAH: “E’ MORTA QUI…”


Michele Misseri in tv
QUARTO GRADO, IN UNA LETTERA CONCETTA SCAZZI GRIDA DI DOLORE: MISSERI ABOMINEVOLE, FA IL DIVO IN TV


Salvatore Parolisi
SALVATORE PAROLISI E MICHELE MISSERI: UN “MOSTRO” E DUE DESTINI OPPOSTI

3 Commenti dei lettori »

1. nadiap ha scritto:

9 settembre 2011 alle 18:50

Prima osservazione: sono aquilana ed ho vissuto in prima persona il terremoto, il giorno dopo il sisma non c’è stata nessuna grandinata, non dico sia un dettaglio essenziale ma non vedo la necessità di fare certi ricami sul racconto.
Seconda osservazione: considerando l’attenzione mediatica del caso di Avetrana, mi sembra improbabile che il signor Misseri rilasci interviste, dichiarazioni o ammetta la stampa in casa così su due piedi, ma credo che si muova dietro consiglio e autorizzazione di avvocati, per cui la storia che questa “intervista davanti all’altarino” sia nata per caso a me personalmente convince molto poco.



2. Giuseppe ha scritto:

9 settembre 2011 alle 19:15

Neppure io credo che Toscano si trovasse per caso davanti alla casa di Misseri. Sul fatto che nessuno brontoli nei confronti dei quotidiani che affrontano le stesse tematiche va considerato che un servizio televisivo è molto più seguito rispetto all’articolo su stampa, e molto più suggestivo. Nessuno, poi, critica il diritto di cronaca. Ma dall’esercitarlo sobriamente a farne un vero show a puntate ce ne passa. Non è questione di moralismo è anche questione di buon gusto e di rispetto nei confronti delle vittime. Senza contare che presentare certi protagonisti come divi, ma anche come mostri, può innescare effetti negativi in chi non ha sufficienti strumenti critici interpretativi. Però, ognuno è libero di svolgere la propria professione come meglio crede così come si è liberi di prende in considerazione ciò che sempre liberamente viene proposto. Si tratta, come sempre, di scelte. Grazie a Davide Maggio per l’intervista veramente molto tempestiva.



3. Bradz ha scritto:

10 settembre 2011 alle 00:46

Ma quant’è bono Simone Toscano!!!!!!!!



RSS feed per i commenti di questo post

Lascia un commento


Se sei registrato fai il login oppure Connetti con Facebook

Per commentare non è necessaria la registrazione, tuttavia per riservare il tuo nickname e per non inserire i dati per ciascun commento è possibile registrarsi o identificarsi con il proprio account di Facebook.