6
settembre

SBARCA IN OLANDA IL GAME SHOW PER IMMIGRATI. E SCOPPIA LA POLEMICA

La prima puntata di Weg van Nederland

Non solo i reality show, ma anche i quiz fanno discutere. Il primo settembre ha preso il via in Olanda il game show Weg van Nederland, fin dal titolo controverso. In olandese, infatti può significare sia «Ama i Paesi Bassi» sia «Via dall’Olanda». I concorrenti sono immigrati ai quali è stata respinta la richiesta di permesso di soggiorno, quindi costretti a lasciare il paese nel giro di pochi mesi. In palio 4.000 euro con i quali gli ospiti momentanei dell’Olanda potranno ricominciare una nuova vita nel proprio paese d’origine. Per vincere il montepremi bisogna rispondere correttamente a una serie di domande sulla storia e sulla cultura dei Paesi Bassi.

Nella prima puntata, andata in onda giovedì scorso sul network Vpro, si sono affrontati cinque giovani: tra questi si sono distinti un ingegnere aeronautico camerunense e uno studente di lingue slave d’origine cecena. Alla fine però ha prevalso Gulistan, un diciottenne curdo la cui famiglia è fuggita dall’Armenia undici anni fa. Per lui è prevista l’espulsione assieme ad altri 11.500 immigrati clandestini; nel suo caso addolcita dal premio vinto in tv.

Società e televisione si incrociano e, inevitabilmente, scoppia la polemica. Il game è stato definito cinico, addirittura razzista. Di certo, si tratta di una mossa furba per cavalcare l’onda del problema dell’immigrazione per conquistare un’audience maggiore. I responsabili del format, però, si difendono e dichiarano come obiettivo del gioco, quello di dare agli espulsi una sorta di incentivo.

E in Italia, alle prese con profughi, immigrati e isole in difficoltà (vedi Lampedusa), un programma di questo tipo potrebbe funzionare?

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9 Commenti dei lettori »

1. Giuseppe ha scritto:

6 settembre 2011 alle 16:26

Temo di sì, potrebbe funzionare. Basta dare uno sguardo ai commenti all’articolo su questo argomento pubblicati sul sito del Corriere della Sera. L’Olanda ha una tradizione storica di grande tolleranza e liberalità, sebbene abbia partecipato e partecipi all’avventura colonialista. Evidentemente la crisi, non solo economica, si fa sentire anche da quelle parti. Non si tratta solo di una mossa furba ma di un sintomo. Dopo i fatti della Norvegia, gli scontri in Gran Bretagna e nelle banlieue francesi il tema della società multietnica si rivela sempre più irrisolto e non mi stupirebbe che, se la crisi economica dovesse progredire, tornino in auge anche i nazionalismi. Io, per principio, sono contrario a qualsiasi forma di censura e spero sempre nel buon gusto del prossimo. Però sono convinto che da questo degrado si potrà uscire solo con la costruzione di un’Europa unita non dal vincolo monetario, ma da un politica dei popoli aperta agli altri popoli e alle altre culture non europea. E solo il convivere civile di tante voci, la solidarietà e la vera legalità, non quella delle espulsioni, potranno farci superare questo brutto periodo storico. Proporre trasmissioni televisive più intelligenti potrebbe essere d’aiuto.



2. PeregoLibri ha scritto:

6 settembre 2011 alle 16:34

Si, anche da noi potrebbe funzionare, ma poi arriverebbero i soliti Moige, Chiesa, politici e altri bigotti falsi moralisti a far chiudere baracche e burattini al programma.



3. mocjso ha scritto:

6 settembre 2011 alle 16:52

qui un programma del genere non partirebbe neanche. Funzionerebbe? Più che altro susciterebbe un ENORME curiosità.



4. Giuseppe ha scritto:

6 settembre 2011 alle 18:00

Comunque va precisato che quella andata in onda è una puntata pilota. Quindi potrebbe trattarsi di una provocazione. Qualche anno fa l’emittente olandese Bnn annunciò che avrebbe mandato in onda De Grote Donorshow dove malati in lista d’attesa per un trapianto avrebbero dovuto contendersi gli organi di una malata terminale. Il tutto si rivelò una trovata pubblicitaria in favore della donazione di organi. Mentre gli olandesi, forse, scherzano, in Italia ci facciamo onore con i nostri CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) autentici lager.



5. marcko ha scritto:

6 settembre 2011 alle 20:18

si, e io ho anke già il nome del conduttore, TEO MAMMUCCARI.



6. lele ha scritto:

6 settembre 2011 alle 20:18

@mocjso
assolutamente d’accordo con te

@Giuseppe
bhè, allora apriamo le frontiere e facciamo entrare gente in massa senza criterio.



7. Giuseppe ha scritto:

6 settembre 2011 alle 22:25

Lele, le nostre frontiere, e quelle dell’Europa, sono volutamente da tempo colabrodi utili per far entrare manodopera a buon mercato e clandestini da sfruttare senza che gli venga riconosciuto alcun diritto e dignità. Dobbiamo sempre ricordarci che questa “massa di gente” sono persone come noi, disperate perchè nel loro paese c’è guerra, fame e carestia spesso causate da noi. Quindi non c’è bisogno di chiudere ciò che è già aperto ma bisogna cambiare il nostro modo di rapportarci a chi ci chiede aiuto. Con politiche concrete.



8. Davide Maggio ha scritto:

7 settembre 2011 alle 02:06

Giuseppe: non é sempre così.



9. Giuseppe ha scritto:

7 settembre 2011 alle 06:16

Davide Maggio: lo so, ma anzichè spendere miliardi in armamenti il mondo occidentale dovrebbe investire per eliminare i guasti all’origine del problema. Pensa alla carestia del Corno d’Africa. Con i soldi usati per bombardare la Libia si sarebbero potuti sfamare milioni di persone e avviare iniziative produttive in loco frenando in parte l’esodo che ora investe le nostre coste. Ma la logica del profitto e il nostro egoismo ci spingono in senso contrario. Ricordiamoci che la ruota gira e che certe cose potranno ricapitare anche a noi: tra il 1861 e il 1985 29 milioni di italiani sono stati costretti a emigrare e non tutti sono stati trattati bene.



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