La palma di telegiornale dell’anno va senza alcun dubbio al TgLa7, che in soli 12 mesi è riuscito a triplicare i propri ascolti, viaggiando nell’edizione delle 20.00 costantemente oltre i 2 milioni di telespettatori. Un successo firmato dal direttore Enrico Mentana, artefice della scalata di un’intera rete, seppur rimanga, ancora oggi, la minore tra le generaliste. L’arma vincente? L’aver lavorato in totale libertà. Un fattore, questo, a cui possono aggrapparsi in pochi:
“Ci siamo lasciati alle spalle Tg2, Tg3, Tg4 e Studio Aperto – dichiara il direttore a Il Corriere della Sera – Lo dico con orgoglio, ma non sono Mandrake! Ho avuto la fortuna con la ‘C’ maiuscola, essendo capitato nel momento in cui la condizione del mercato si era modificata: i tg delle due ammiraglie avevano perso appeal, troppo attenti a non pestare i piedi al governo, ai politici, al potere, con poche hard news e troppe notizie fru-fru, la tintarella, i cani, i festival… Noi non tifiamo per nessuno, siamo critici con tutti. Insomma, c’era spazio per fare concorrenza ai telegiornali tradizionali”.
A La7, dunque, si può brindare, anche se c’è chi involontariamente ha “rovinato” la festa. Quel Michele Santoro mai approdato nel terzo polo è ancora motivo di rammarico per Mentana:
“In questi mesi, è stato il momento più difficile. Ho fatto di tutto, perchè portare un giornalista come lui a La7 non solo sarebbe stato molto utile per gli ascolti, ma avrebbe reso più forte la rete. Invece ci sono andato a sbattere contro. Io stesso sono stato vittima di fuoco amico (…) Santoro sarebbe stato bene a La7, perchè è una rete libera. A me nessuno ha mai chiesto di visionare il prodotto prima di mandarlo in onda. E nessun altro sarebbe stato assoggettato a questa ordalia (l’AD Giovanni Stella dice il contrario, ndDM). Tuttavia, le colpe del fallito matrimonio con Santoro sono anche qui a La7. Ma spero ancora che questo matrimonio si possa fare“.
Intanto, però, c’è soddisfazione per il doppio arrivo da Rai 3 di Roberto Saviano e Paolo Ruffini. Il primo, a breve, debutterà su La7 in prima serata, in una sorta di antipasto delle otto puntate che proporrà sulla rete, “di cui quattro da protagonista assoluto, quattro insieme a Fabio Fazio” sottolinea Mentana. Del nuovo direttore, invece, soltanto parole di stima: “Non è la star che viene qui a guadagnare di più o perchè è stato cacciato da dove stava, ma perchè ha ritenuto giusto scegliere questa rete sul mercato: da La7 non va via nessuno“.
Un appello, se così si può definire, lo rivolge proprio all’azienda per cui lavora e ai suoi colleghi di “scuderia”. Guai a dormire sonni tranquilli, l’onda (del successo) va cavalcata finchè si può:
“Si può e si deve, a patto che l’azienda ci aiuti. Non abbiamo corrispondenti, a parte la redazione di Milano, e neanche un operatore interno! Poi, ci vuole più cura delle immagini: non si possono trasmettere sempre le stesse di repertorio. Insomma, basta con la monastica povertà”.
1. Giuseppe ha scritto:
31 agosto 2011 alle 13:14