
30
agosto
PRIVILEGI DELLA CHIESA IN TV. A PARLARNE PERO’ E’ LA RETE FRANCESE TF1

Mario Staderini intervistato da Tf1
Non tende a calmarsi il ping pong di botta e risposta tra Radicali e Chiesa sulla questione privilegi fiscali e tassazione. Il dibattito televisivo chiesto dal segretario Staderini alla Rai non è arrivato e non ci sono state neanche note che spiegassero meglio i termini televisivi della questione, perché questa querelle non possa essere risolta dando lo spazio adeguato davanti alle telecamere. In Italia il teleschermo tace (anche se è doveroso ricordare che il gruppo di Report in passato ha dedicato parecchia attenzione al tema). Unica e relativa eccezione il tg di Enrico Mentana che ha dedicato un servizio per spiegare ai suoi telespettatori cosa si stesse agitando nell’opinione pubblica.
Il clamore anziché placarsi continua a crescere, con la pagina Facebook di Vaticano pagaci tu la manovra finanziaria giunta in questo momento a quasi 140 mila adesioni. Ecco allora che arriva da oltralpe una mano a sostegno di Staderini e compagni, forse termine non adattissimo data la posizione interlocutoria della sinistra quantomeno sulla necessità di parlarne in tv, anche dei seguaci più ligi del Marx più convinto demolitore del senso religioso. Tf1 ha infatti dedicato nell’edizione di ieri un servizio di due minuti e mezzo all’argomento che insieme ai privilegi della casta e dei calciatori scioperanti sta facendo infiammare un bel po’ di italiani.
La posizione dei francesi è abbastanza chiara. Nel loro sottolinare l’ambiguità del nostro apparato normativo in materia di tassazione delle attività commerciali legate a luoghi religiosi e nella relativa lucida disamina degli abusi che l’escamotage di giustificazioni religiose può fornire ai contribuenti si esprime una sorta di solidarietà a color che chiedono almeno di intervenire nuovamente sui codici per ridurre al minimo le furbate e gli sconti ingiusti.
Il telegiornale transalpino sceglie di intervistare Ignazio Ingrao, giornalista esperto di questioni legate alla Chiesa e al Vaticano, che non nega il forte problema italiano, specie nella culla della rappresentanza apostolica cattolica romana, e lo stesso Mario Staderini che ribadisce l’opposizione da sempre netta dei Radicali a questa tipologia di tassazione che non tiene conto del diritto di chi non si riconosce nell’istituzione a non dover subire l’onore economico di tali attività, tesi peraltro confermata in qualche modo da un passante intervistato.
I toni stupiti portano la mini inchiesta tra le mura di una congregazione trasformata in casa di accoglienza, in un negozio di souvenirs religiosi fino addirittura (con un notevole incremento di incredulità nel servizio) ad un ristorante romano che sarebbe in affitto alla Chiesa e quindi titolare tanto quanto oratori, centri di solidarietà e di associazionismo benefico del diritto all’esenzione dal pagamento dell’imposta comunale sugli immobili.
Intanto nel paese il mormorio continua, con comuni come quello di Bologna che sono molto orientati a chiedere nuovamente il pagamento dell’imposta (ci sono in ballo circa 2 milioni di euro solo sotto all’ombra delle due torri). C’è persino il responsabile della comunicazione della Cei che sgombra il campo da accuse di connivenza legittimando un intervento statale per stanare i furbi che abusano a proprio vantaggio di una normativa inizialmente volta a riconoscere il ruolo sociale della Chiesa.
L’unico fronte che rimane immune a questo brusio di considerazioni è quello dell’approfondimento del servizio pubblico italiano, sordo alle cifre che i colleghi francesi snocciolano alla fine del servizio: 2 milardi di euro il giro d’affari che si muove intorno a questo filo e un patrimonio ecclesiastico stimato in una percentuale prossima al 20 % sul totale degli edifici italiani.


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4 Commenti dei lettori »

Ciao.
La questione è semplice, e lo dico da persona NON di parte, ed è il motivo per cui Mentana ha parlato della questione come “opinione pubblica” e non come “privilegi gratuiti”: l’80% delle cose che ho sentito sui cosiddetti privilegi della Chiesa non sono veri, il restante 20% le hanno tutte le associazioni no-profit.
Pertanto, il servizio di TF1 è basato su tutte le ca*ate che vengono dette a proposito. Non credo sia un bel giornalismo.


2. Cristian Tracà ha scritto:
se in città come Bologna hanno calcolato 2 milioni di euro e hanno portato la proposta in giunta perché dovrebbero essere tutte cose non vere o strumentali?


3. Giuseppe ha scritto:
Marx, che più che demolire il senso della religione cercava di spiegarne l’origine nell’alienazione delle società basata sullo sfruttamento della forza lavoro, forse avrebbe detto: qui la religione non c’entra niente e avrebbe snocciolato tutta una serie di cifre e norme, quelle che vengono tirate in ballo, non da oggi, dai radicali, e proposto azioni concrete per rovesciare la situazione. Ai suoi tempi Marx veniva tacciato di essere ebreo e massone invettiva, quest’ultima, riferita ultimamente anche all’iniziativa di Staderini. Dal punto di vista elettorale, però, far pagare le tasse a tutti, e le iniziative commerciali ammantate di egida religiosa in particolare, non rende molto e mina la coesione interna del gruppo dirigenziale di certi partiti. Facendo pagare il “giusto” a chi non paga niente all’ombra dei chiostri si caverebbe fuori mezzo miliardo di euro senza impoverire nessuno. Il dibattito televisivo non si farà. Perchè siamo abituati da sempre a farci prendere per il culto.


4. Giuseppe ha scritto:
Comunque con l’imminente riavvio di trasmissioni come Ballarò forse della questione se ne parlerà anche in televisione. Personalmente credo che la battaglia dei radicali potrebbe essere meglio compresa se il tema della denuncia di particolari privilegi venisse inserito in una proposta complessiva per la lotta all’evasione fiscale.

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1. folies ha scritto:
30 agosto 2011 alle 11:54