Non c’è giorno dell’anno in cui almeno un paese al mondo non trasmetta Big Brother. Secondo Endemol il format è stato trasmesso nel 2010 in ben 81 nazioni. Dato impressionante, per certi versi inquietante e rivelatore della globalizzazione della creatività, della concentrazione delle risorse. Ma questo è. Mentre in Italia si prepara un’edizione ancora più lunga, nelle altre parti del mondo non si resta certo a guardare. Due grandi paesi europei come Germania e Regno Unito sono ad esempio nel pieno delle loro edizioni che, è importante segnalarlo, hanno sposato delle linee di programmazione molto meno conservatrici che in Italia.
In Big Brother Germany la formula spy game ha limato abbastanza l’effetto scandalistico, nonostante non siano mancati i colpi di teatro con rientri dei concorrenti e una fantasia nella prove che il nostro Gf non raggiungerà mai (concorrenti costretti a vivere come fossero nell’Ottocento, punizioni con sequestro di tutti i comfort, prove di resistenza e veglie notturne come nei reality di sopravvivenza). Buoni di conseguenza i risultati con un prolungamento della stagione e con la possibilità innovativa di televotare tramite il web con un sistema a crediti.
In Inghilterra prima della classica avventura nella casa per non famosi si è dato il via alla formula Celebrity Big Brother con una casa veramente splendida e l’arruolamento, ormai probabile, di personaggi illustri come Pamela Anderson. Una staffetta tra vip e nip che dimostra la vitalità del format a chi ne aveva decretato la morte qualche anno fa, già tra gli stessi inglesi. E adesso anche l’Ucraina, un’apertura storica dato che finora non aveva mai ospitato il programma. Lasciamo però alle parole di Marina Williams, CEO di Endemol per l’Europa Centro-Orientale il commento dell’evento:
The Ukraine has an extremely vibrant market and it’s great to see an increase in local production in the region. There is a massive trend towards reality television there and Big Brother remains at the forefront of this phenomenon. These are some of the top global formats in Endemol’s portfolio and it’s fantastic to bring them to viewers in the Ukraine.
Ma anche i Paesi Scandinavi hanno deciso recentemente di tornare a cavalcare l’onda del Big Brother. Dopo periodi di grande difficoltà legate a contingenze di ascolti e polemiche, il programma è tornato ad essere un punto di riferimento dei palinsesti di tutti i paesi della penisola, con l’eccezione della vicina Danimarca che piuttosto che seguire la falsariga del più classico dei reality ha optato per esempio su format come quello di Paradise Hotel. Ecco cosa si sta muovendo nello specifico: se la Svezia ha concluso da pochi mesi la sua ultima avventura preparandosi alla prossima, i vicini di fiordo sono all’apice dell’adrenalina:
Finlandia: parte il 31 agosto la settima edizione. I finnici hanno tardato ad aprire le loro porte al reality ospitando la prima stagione solo nel 2005, ma da allora in poi sono arrivate conferme con una riprogrammazione costante. Eppure di situazioni controverse i produttori ne hanno dovute oltrepassare parecchie. Una su tutte l’accusa di abuso sessuale pendente sul carico di Mika, concorrente della seconda serie, espulso per aver fatto il furbetto con una compagna d’avventura addormentatasi dopo una sbronza. Così come non è passata inosservata (nel bene e nel male, a seconda della propria idea di tv) all’opinione pubblica mondiale la scelta di non censurare alcuni contenuti. In Italia sarebbe successa una rivoluzione per molto meno. Figurarsi se si fossero trasmessi i rapporti sessuali tra concorrenti (filmati poi finiti in molte videogallery di siti a carattere pornografico) o le saune nature. Chissà che anche quest’anno non ci sia una numerosa serie di eventi piccanti che rimbalzino maliziosamente sul web.
Norvegia: parte stasera la quarta edizione. Qui il format viene rispolverato dopo ben otto anni (tuttavia norvegesi e svedesi hanno goduto di una trasmissione in tandem nelle annate 2005 e 2006). La prima edizione risale al 2001 e fino al 2003 programmazione sempre confermata; poi la decisione di sospendere per un po’ la produzione nazionale. Adesso un ritorno di fiamma. Considerate le difficoltà della programmazione generalista il reality può diventare sempre una manna grazie al suo forte potere di fidelizzazione e alla mai sopita curiosità voyeuristica del pubblico. Il curriculum hot di queste poche edizioni trasmesse ad Oslo e dintorni non è sicuramente da meno rispetto ai cugini di Helsinki. Del resto la diversa concezione di pudore che queste trasmissioni veicolano è solo una naturale conseguenza di una visione meno maliziosa della corporalità, con tutto ciò che ne deriva a livello di shock emotivo per gli internauti che si ritrovano frame molto epsliciti di passioni e divertimento tra i concorrenti.
Entrambe le produzioni hanno confermato la possibilità di seguire il live 24 ore su 24 con una molteplicità di regie molto consona allo spirito del gioco. Niente di particolare, direte voi. E invece no. La tendenza a trasformare il format da reality a soap opera sta prendendo piede anche al di fuori dell’Italia. Secret Story in Francia, in onda da poco più di un mese nella sua quinta edizione, così come la versione del Gf per i Vip in Gran Bretagna non prevedono diretta no stop e si limitano alle sintesi quotidiane e ai live feeds del web, così come la tendenza a ridurre la gamma di regie visibili sta prendendo piede pericolosamente, a scapito dell’autenticità delle dinamiche, vero nucleo della trasmissione.
1. Zoro ha scritto:
29 agosto 2011 alle 17:10