“E’ la rete televisiva più sperimentale del nostro Paese, una vera palestra creativa. Chi volesse fare paragoni con Rai2 sbaglia strada il confronto non regge proprio (…) Italia 1 non ha concorrenza nel panorama televisivo nazionale, soprattutto a livello generalista. La nostra rete è una sorta di zona franca della creatività.”
A sentire Luca Tiraboschi che descrive la sua Italia 1 viene in mente una vecchia canzone di Pino Daniele in dialetto napoletano: “Ogni Scarrafone è bello a mamma soja“. Tradotto: anche una persona brutta (uno scarafaggio, per l’appunto) è bello agli occhi di sua madre. Il direttore, infatti, intervistato da L’Eco di Bergamo tesse le lodi di una rete in parabola discendente. La seconda rete di Cologno Monzese avrà anche un’identità precisa, a differenza di Rai2 che ha L’Isola dei Famosi o XFactor ma anche Guardì o Magalli, e un pubblico giovane e pregiato - come ribadisce il direttore - ma la qualità (e anche quantità) e la forza mediatica dei programmi è inevitabilmente calata. Rai2 avrà si i suoi problemi con un daytime ‘vecchio’, ma al tempo stesso può (o poteva?) contare su prime serate in grado di illuminare la rete (Isola dei Famosi ed XFactor). Su Italia1, al contrario, non se ne vedono da tempo; non a caso ci si aspetta molto dal prossimo Chiambretti Muzik Show.
Il direttore parla piuttosto di programmi di avanguardia che andrebbero in onda su Italia 1 ma a guardare le novità della stagione appena trascorsa come The Call, Tamarreide (“non mi pento assolutamente, un programma ben fatto” dice nell’intervista) e Uman, si ha tutt’altra impressione. D’accordo, il resto dei programmi in palinsesto è anche buono (“ci sono I Simpson, Le Iene, CSI,” sottolinea il direttore omettendo che il ‘più giovane’ va in onda da 10 anni) ma è proprio quella forza creativa e propulsiva di cui ci si ’vanta’ ad esser diminuita. Ad aggravare la situazione si è aggiunto il nuovo quadro competitivo con le nuove reti digitali e satellitari che, come specifica il direttore, “sono le vere concorrenti perchè vanno a colpire la tipologia di pubblico che è da sempre il nostro core business. [...] La mia convinzione è che questa miriade di nuovi canali e canalini non abbia una proposta contenutistica paragonabile alla nostra.“
Peccato, però, che nessun canale o canalino, per obiettivi e brand awareness, sia paragonabile ad Italia 1 e che trovare un programma della rete giovane che abbia fatto più ‘tendenza’ di Romanzo Criminale, Boris o di un programma di Real Time è veramente difficile (c’era sì Benedetta Parodi ma ora è finita su La7!). Vero è che il budget, anzichè aumentare per fronteggiare l’avanzata dei nuovi canali, è diminuito anche se per Tiraboschi:
“la sfida per il futuro è pensare a buone idee che costino poco“.
1. morgatta ha scritto:
21 agosto 2011 alle 12:22