L’esperienza dovrebbe insegnarlo. Se un prodotto tv non trova il consenso di pubblico, al suo debutto, difficilmente potrà migliorare le proprie performance nei successivi appuntamenti. Qualsiasi cambiamento, apportato in corso d’opera, si rivelerà puntualmente vano. Ad avvalorare la nostra tesi troviamo l’infelice esordio de L’amore non basta (quasi mai), fiction nata dalle ceneri della sfortunata Due mamme di troppo.
Il primo appuntamento con la serie diretta da Antonello Grimaldi ha portato a casa appena 2.263.000 telespettatori e il 12,01% di share. Oltre 800.000 persone in meno rispetto alla puntata d’esordio di Due mamme di troppo, che lo scorso 26 novembre ottenne una media di 3.094.000 spettatori e dell’11,65% di share. A nulla è valso dunque cambiare titolo, effettuare nuove riprese in quel di Parigi, incentrare la trama sulla storia d’amore tra Giorgio Pasotti e Sabrina Impacciatore, e ridurre il ruolo delle mamme “di troppo”, Angela Finocchiaro e Lunetta Savino.
Se la speranza è l’ultima a morire, e conquistare il meno esigente pubblico estivo poteva rappresentare un obiettivo facilmente raggiungibile, è anche vero che a cambiare l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. La fiction prodotta da Mediaset con Rainieri Made e Fuscagni Comunicazione, pur vantando un cast di tutto rispetto, ha mostrato sin dal suo esordio una trama sin troppo prevedibile. Il vecchio cliché della suocera invadente (seppur ridimensionato in questa versione rieditata), unito al conflitto sociale, ovvero l’amore tra il ricco e ambizioso Alessandro e la più modesta Rita, artista costretta a fare i conti con il precariato, ha portato la serie, tra dialoghi e battute prevedibili, a muoversi su binari ampiamente abusati da cinema e tv.
Intanto, stasera è prevista la seconda puntata: cambieranno i risultati de L’amore non basta (quasi mai)?
1. Zoro ha scritto:
27 luglio 2011 alle 17:52