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luglio

STEFANO ORSUCCI, HEAD OF DEVELOPMENT & INTERNATIONAL FORMATS DI MAGNOLIA, A DM: ECCO PERCHE’ UN MINUTO PER VINCERE NON E’ LA COPIA DE IL CUBO. XFACTOR 5, MENO NAZIONALPOPOLARE E STESSO BUDGET. ENZO E CARLA PRONTI PER SHOPPING NIGHT.

Stefano Orsucci

Un Minuto per vincere clone de Il Cubo? Per Magnolia la risposta è un “no” secco. In seguito al nostro articolo che sollevava la questione, Stefano Orsucci, head of development and international formats di Magnolia, ha scelto di intervenire su queste pagine per spiegare le differenze intercorrenti tra i due format. Un’occasione utile per una chiacchierata a 360 gradi con l’ex direttore dei canali intrattenimento Sky, da 11 mesi nella società del gruppo Zodiak: dal mercato mondiale dei format a Shopping Night, la nuova sfida di Enzo e Carla per Real Time che ci rivela in anteprima, passando per il beffardo destino di Parenti Talenti e naturalmente XFactor, alle prese con il debutto su SkyUno, MasterChef, programma di punta di Cielo, e l’Isola dei Famosi.

Minute to win it e The Cube: due format differenti per te. Perchè?

Sì. The Cube è un gioco molto tecnologico, con un cubo tridimensionale in studio. E’ spettacolare  e, allo stesso tempo, di grande tensione. I partecipanti sono fisicati, è una cosa un po’ da superuomini mentre la filosofia di Un minuto per vincere è: “tutti possono farcela”. Si tratta di un gioco per famiglie per il preserale di Rai1, molto moderno, dove ci si allena a casa con oggetti quotidiani per una prova che è un po’ come quelle che si facevano da piccoli. Non c’è stata nessun tipo di contaminazione tra i due format tant’è che in Inghilterra Itv manderà in onda anche Minute to Win it. Se fosse stata una copia questo non accadrebbe.

Sembra che alla base ci sia un’idea simile ma declinata in maniera differente…

Ci sono delle prove da eseguire in un tempo stabilito e si vincono dei soldi, ma queste sono molto differenti come dicevo.

E se la versione italiana di The Cube fosse più semplice, magari improntata all’ironia, data la presenza di Mammucari, cosa accadrebbe?

L’hanno registrato sul set inglese che è futuristico per cui penso che sarebbe stato difficile farne una versione semplificata. Poi è chiaro che Teo abbia un approccio più scanzonato ma non credo che si assomiglieranno. Anzi, non si assomigliano.

Chi ha acquistato per primo il format?

Noi. Come MasterChef, ‘Minute to win it’ è un format di Shine, società che Magnolia rappresenta in Italia e con cui abbiamo un rapporto privilegiato.

MasterChef  si inserisce in un filone, quello della cucina, del quale si inizia ad abusare…

La differenza fondamentale tra questo e gli altri programmi di cucina è l’elemento aspirazionale. Master Chef è l’XFactor della cucina: se tu hai sempre desiderato fare lo chef e ti ritieni bravo ma nella vita fai altro, grazie alla televisione puoi realizzare il tuo sogno. Si parte da un grande casting per poi seguire una liturgia che in 3 mesi, grazie ai coach e ai giudici, punta a far crescere professionalmente i concorrenti.

Cosa puoi dirci del programma?

Sarà simile alla versione americana. Noi non abbiamo Gordon Ramsey ma il suo braccio destro Joe Bastanich, un ristoratore di origine friulane che parla anche italiano, conosciuto  per i suoi tanti ristoranti. Dà grande importanza alla capacità degli aspiranti chef di comunicare tramite il piatto che propongono. Il giudice cattivissimo, come Ramsey, è invece Carlo Cracco, mentre Barbieri è il più calmo ma si incazza anche lui.

Niente diretta, però!

No, appartiene  a quella tipologia di reality basati sul racconto montato che in Italia si fa fatica a far passare. La prima cosa che ti dicono i direttori è che ci deve essere la diretta, lo studio, il talk, ma il reality vero nasce in un periodo: si  girano tantissime ore per poi montarle per far venir fuori il racconto, come se fosse un film. E’ un modo di fare anglosassone, che soltanto Sky utilizza perchè le generaliste temono che sia troppo freddo.

Però siete stati voi con l’Isola dei Famosi ad introdurre il reality in diretta…

Eh lo so, quando ti chiedono il colpo di scena…

Pensi che prima o poi anche sulla generalista ci sarà un grande reality senza studio?

Prima o poi sarà inevitabile anche per la generalista. C’è un genere che in Italia non è ancora arrivato: il reality adventure come The Amazing Race e Peking express, in cui ci sono dei concorrenti sia vip che non vip che devono affrontare un percorso. Ora esistono delle macchine che rendono dei percorsi dei veri e propri  set cinematografici. A tal proposito il gruppo Zodiak ha un format molto bello in catalogo: Bound by Blood ossia Legami di Sangue: si tratta di un percorso sul Rio delle Amazzoni dove partecipano genitori e figli o fratelli e sorelle per otto settimane. Mi piace perché c’è l’avventura, ci sono i paesaggi, i sentimenti.

L’impressione è che in giro ci siano tanti piccoli format ma che quelli mainstream latitino…

E’ vero, mancano nuove grandi idee. L’ultima ondata, quella dei talent musicali, c’è già da due tre anni. Tutti stanno cercando il nuovo talent dopo XFactor e The Voice, ma forse sul canto si è già detto tanto, così come sul ballo; stiamo tutti lavorando per capire la nuova area su cui costruire un nuovo format.

Quale potrebbe essere?

A noi piacerebbe far diventare lo sport spettacolo con l’ausilio di ex sportivi coach o amanti. Gli italiani cosa sognano da bambini?  Fare il cantante, il calciatore. Ecco, stiamo pensando a qualcosa di piu’.

Voi avete in catalogo So you think you can dance: credi che il successo di Baila, aggiunto a quello di Ballando con le stelle, potrebbe favorire la sua “ascesa”?

Me lo auguro, anche se diciamo che Dancing e Baila sono nell’area del celebrity talent, mentre So you think you can dance è più vicino ad Amici e XFactor. Spero che il successo di questi format sul ballo possa favorirlo. Visto che Rai e Mediaset hanno già i loro format, forse noi speriamo di poter andare verso un terzo interlocutore.

Inutile dire di chi si tratta… Paesi da tener d’occhio per la caccia di nuovi format?

Noi lavoriamo molto con la Svezia. Un Minuto per Vincere è nato là: c’è una società fatta di giovani, Friday Tv, che ha inventato il formato e l’ha venduto alla Nbc in America dove poi è esploso. In Svezia, come in Olanda, hanno pochi soldi per produrre ma tante idee.

Un format di Zodiak sul quale punterete?

Quello che faccio con Ilaria (Dallatana, ndDM) e Giorgio (Gori, ndDM) è lavorare ogni giorno su un nuovo format. Per fortuna il mercato è più ampio con Sky e anche LA7, che sta investendo sull’intrattenimento. Posso dirti che stiamo rielaborando un format che è stato bistrattato prima che Magnolia entrasse nel gruppo Zodiak. Parlo di Don’t forget the Lyrics (Canta e Vinci, ndDM): ne stiamo facendo una versione 2.0 insieme ai colleghi inglesi. Il karaoke con la formula quiz secondo me potrebbe essere ancora divertente e spero di poterlo presentare al prossimo Cannes. E poi ci sono piccole cose, piccole per modo di dire, come quelle che facciamo per Real Time che sono, poi, esportabili in tutti i paesi del mondo in cui esiste il canale. In questo caso la prima regola è la semplicità. Abbiamo realizzato il pilot di un nuovo programma con Enzo Miccio e Carla Gozzi che se va bene potrebbe essere esportato. Posso anticipare soltanto il titolo: Shopping Night.

Un format che sembrava dovesse esplodere e poi in pratica si è rivelato tutt’altro?

Sono da meno di un anno in Magnolia ma abbiamo lavorato su prodotti che per fortuna sono andati tutti bene. C’è un programma, però, Parenti Talenti che all’estero continua ad essere venduto, ma non è mai stato realizzato qui in Italia, un vero peccato. Può capitare che un numero zero vada nella serata sbagliata e bastano due punti in meno per non realizzarne una serie.

Un format che avresti voluto acquistare?

Un format di Fremantle, in onda su Itv, che si chiama Ant & Dec’s Push the Button. E’ molto divertente perché giocano le famiglie e ci sono i vip che intervengono.

Capitolo XFactor: sarà tutto un altro Xfactor?

Sì sarà molto più internazionale, Alessandro (Cattelan, ndDM) è un ragazzo che ho preso da All Music per fargli fare TRL: si è dimostrato bravo con le grandi folle, reggerà il palco benissimo. Il fatto che ci sia Simona fa si che ci sia grinta, quella necessaria nevrosi positiva. Sky ci ha chiesto una versione meno nazionalpopolare ed è quella che noi  consegneremo, di questo sono sicuro.

Ci sarà un budget minore?

Il budget non può essere minore perché è un programma che deve essere bello, fastoso, oltre a dover essere migliore e un po’ diverso. Ogni edizione di Xfactor è cresciuta nelle realizzazione, nelle luci: per questo saremo in un teatro ancora più grande rispetto agli studi di Via Mecenate. Non farei confronti con i precedenti, sarà un Xfactor diverso.

Della messa in onda su Cielo si sa qualcosa?

Non è una cosa che devi chiedere a me. Scrosati è direttore di entrambi i canali, potrebbe darsi ma non lo so. Penso comunque che il programma ne gioverebbe.

Da ex direttore di SkyUno, pensi che Sky stia raschiando il fondo del barile puntando sull’intrattenimento?

No, tutt’altro. Quando c’ero io non c’erano tutti questi soldi, mannaggia! Scrosati crede molto nell’intrattenimento e sta facendo operazioni molto importanti con Guzzanti, laVentura… L’importante è che ci siano delle idee accanto ai nomi: quelle sono piu’ difficili perché bisogna vederci lungo.

Novità sull’Isola dei Famosi?

Non te lo so dire stiamo parlando con la Rai ma non lo sappiamo ancora. Noi ci crediamo e pensiamo che possa essere condotto da altri conduttori o conduttrici perché in tutto il mondo si fa cosi. Non è che quando va via una conduttrice chiudono il programma. Per il resto credo che sia meglio parlare con Giorgio Gori che però è a Formentera e non ti consiglio di chiamare (ridiamo, ndDM)!



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14 Commenti dei lettori »

1. Ettore ha scritto:

25 luglio 2011 alle 14:00

Bella intervista. Penso che la questione sia come La Corrida, Italia’s Got Talent, il ceppo è lo stesso ma non si può dire che siano due programmi uguali. Per il resto non vedo l’ora di seguire la nuova avventura di Enzo e Carla.



2. Marco ha scritto:

25 luglio 2011 alle 14:04

Vogliono Xfactor meno nazionalpopolare e ci mettono la Ventura, Morgan, Arisa, e Elio… Bah…



3. sirgeorgebest83 ha scritto:

25 luglio 2011 alle 14:09

mi piace questo tizio



4. Massimiliano ha scritto:

25 luglio 2011 alle 14:13

Credo che Parenti e Talenti magari con qualche modifica, a cominciare dalla Isoardi (che non reggo), potrebbe esser riproposto. Legami di sangue sarebbe bello, ma non lo vedo collocabile su una generalista in Italia in prima serata.



5. Mattia Buonocore ha scritto:

25 luglio 2011 alle 14:20

@Marco anch’io in un primo momento l’ho pensato. Ma poi mi so detto quelli sono i nomoni che servono per attrarre il pubblico e far parlare (meno nazionalpopolare non significa per pochi) e soprattutto scegliendo dei nomi più di nicchia si rischiava di far passare il concetto: ecco vanno sulla tv satellitare sarà tutto più piccolo. Saranno il casting, la scelta delle canzoni, gli ospiti, il cavalcare delle polemiche piuttosto che altre ad indicare il “grado di nazionalpopolarità”. Ma poi come fai a rinunciare alla Ventura, Morgan ed Elio? :D



6. fabio maressa ha scritto:

25 luglio 2011 alle 15:42

quindi lo studio di xfactor non sarebbero i nuovi studi sky di Milano (zona Milano Santa Giulia/Rogoredo) ?



7. Peppe93 ha scritto:

25 luglio 2011 alle 16:46

Io spero che l’isola si faccia. Invece per quanto riguarda Parenti Talenti mi ricordo che si doveva fare una serie di più puntate ma su rai 1 ci furono dei flop e Del Noce non volle rischiare, però io oggi lo farei un tentativo.



8. pietro89 ha scritto:

25 luglio 2011 alle 17:25

@ mattia
quindi secondo te resterà nazional-popolare per quanto riguarda lo stile del programma (giudici, studio…) anche per non dare l’idea di “satellite=low-budget”, ma sarà più di nicchia nella scelta dei cantanti e quindi del vincitore…?
in effetti non è male l’idea, si può diventare famosi senza per forza fare la pop-star…



9. Mattia Buonocore ha scritto:

25 luglio 2011 alle 17:57

@Si e no pietro 89 nel senso che alla fine ci sono tanti cantanti che all’inizio della loro carriera non sono stati ben accolti dalle tv, perchè poco televisivi, ma che poi cmq hanno sbancato le classifiche.



10. genesis ha scritto:

25 luglio 2011 alle 18:00

Non ha fatto ascolti Fiorello su Sky figuriamoci la Ventura con il polemico Morgan…



11. genesis ha scritto:

25 luglio 2011 alle 18:03

@Mattia Buonocore
come fai a rinucniare alla Ventura, Morgan ed Elio?
Sara’ che sei troppo Venturiano…ma io ci rinuncerei eccome…
Probabilmente se X Factor non ha funzionato in tv e’ anche merito loro.



12. WHITE-difensore-di-vieniviaconme ha scritto:

25 luglio 2011 alle 18:06

bene sono contento per x factor.non vedo l’ora.



13. Mattia Buonocore ha scritto:

25 luglio 2011 alle 21:08

@genesis veramente la seconda edizione con la ventura ha più che funzionato



14. genesis ha scritto:

25 luglio 2011 alle 22:32

@Mattia Buonocore
ah ah ah
tranquillo non te la tocco…vedremo che ascolti fara’…
Ma la tua Ventura nn ha abbandono’ X Factor prima che la nave affondasse?



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