Ancora lì, a parlare di morte. A raccontare come si strangola una bambina. Michele Misseri torna sul luogo del delitto, in quel “garage degli orrori” dove, secondo la sua ultima confessione, il 26 agosto scorso avrebbe ucciso la piccola Sarah Scazzi. Lo accompagnano le telecamere di Matrix, pronte a raccogliere la sua testimonianza, ad ascoltare una versione dei fatti che gli inquirenti ritengono inattendibile. Secondo i pm, a commettere l’omicidio sarebbero state sua figlia Sabrina e la moglie Cosima Serrano, attualmente detenute nel carcere di Taranto. Ma zio Michè insiste, e grida in tv la sua colpevolezza: “Sarah l’ho uccisa io, giuro“. Va in onda una nuova puntata dell’Avetrana show, macabro ed impietoso reality.
Ieri sera il programma condotto da Alessio Vinci ha trasmesso un’intervista in cui Misseri ha mostrato alla giornalista Ilaria Cavo il “luogo del delitto” e ricostruito le fasi più cruente del misfatto. L’uomo ha portato le telecamere davanti alla porta che collega il garage alla sua abitazione, giustificando il ritrovamento di alcune macchie di sangue sullo stipite con la supposizione che un inquirente si fosse ferito nel tentativo di aprirla. Poi ha raccontato dello strangolamento di Sarah, del suo cellulare caduto a terra e della decisione di occultarne il corpicino. Una versione piuttosto controversa che gli investigatori ritengono zeppa di incongruenze
Infatti Misseri ha ritrattato più volte il suo racconto, e anche le intercettazioni effettuate sembrano tradirlo. “A chi ti riferivi quando, parlando da solo in auto, hai detto: ‘Li scoprirò’ ?” domanda Ilaria Cavo. Zio Michè si impappina, dichiara di aver detto “mi scoprirò“, anzi è convinto di non ricordare proprio. Si chiede come mai nessuno gli creda e pensa in continuazione alla moglie e alla figlia detenute. E quando la giornalista gli ricorda che ora Sabrina può rischiare l’ergastolo afferma: se la situazione non si risolverà “la farò finita“. Sembra intenda sul serio, anche quando aggiunge di aver preparato e nascosto un veleno mortale da qualche parte.
Già lo scorso 31 maggio Matrix aveva raccolto le dichiarazioni fiume dell’uomo subito dopo la sua scarcerazione, sollevando indignazione e polemiche. Sin da quella occasione Michele aveva dimostrato di saper usare con scaltrezza le telecamere, impiegando il mezzo televisivo come strumento per diffondere la sua controversa verità. Dopotutto la ‘tv del dolore‘ non aspettava altro, e Misseri lo sapeva bene.
Come infatti dimostrano alcune pagine di quaderno scritte da lui stesso e mostrate ieri sera da Matrix, durante i giorni di carcere Michè guardava la televisione ed in particolare quelle trasmissioni che si occupavano dell’omicidio di Sarah. “Alla tv ho sentito che…“ annotava l’uomo nel suo diario, e ancora: “ho seguito il programma sul due e ho visto che parlavano di me…“. Ora, nelle sue recenti interviste-show, Misseri rivela una piena consapevolezza della forza d’impatto del piccolo schermo.
Ci si chiede dunque se sia giusto aprire i microfoni alle confessioni, spesso senza riscontri, dell’uomo e ritrovarsi poi a dibattere su chi abbia speculato maggiormente sulla vicenda. Ieri sera, a tal proposito, Matrix ha replicato alle lezioni di stile predicategli dalla concorrenza (leggasi Porta a porta) definendole una “frustrazione professionale per lo scoop mancato“.
Si bisticcia sugli scoop mancati, ma del mancato rispetto al ricordo di Sarah nessuno parla. Lo si ignora, in nome della “tv verità”.
1. sirgeorgebest83 ha scritto:
16 giugno 2011 alle 11:44