Francesca Macrì

La voce squillante, i modi zuccherosi, il sorriso splendente, un po’ ingenua, un po’ surreale: Francesca Macrì è una delle giovani più interessanti nel panorama della comicità nostrana. Archiviato, almeno per il momento, il ruolo da stagista di Quelli che il Calcio e di inviata del satirico Tg Stadio Aperto 1, ne ha fatta un’altra delle sue. Francesca ha inciso, con il suo consueto stile, un album dal titolo “Il Fantastiloso Mondo di Francesca” da lunedì 23 maggio scaricabile da iTunes e da tanti altri portali di musica. Proprio il recente “debutto discografico” è stato il pretesto per la nostra intervista, in cui Francesca fa il punto sulla sua carriera presente e futura senza risparmiarci qualche giudizio su Simona Ventura e Caterina Balivo. Prima di procedere, però, una domanda è stata d’obbligo…

Francesca, quanto ci sei e quanto ci fai?

Tutti me lo chiedono perché sembro una scheggia impazzita, un po’ surreale e un po’ ingenua. Ma io non lo dirò mai, sta a voi scoprirlo.

Perché hai fatto un album di canzoni?

L’idea del “Fantastiloso Mondo di Francesca” è nata a Quelli che il Calcio dove ho avuto modo di esprimermi con delle canzoni ironiche. Pur non essendo una cantante credo sia giusto confrontarsi in vari ambiti.

Vuoi diventare la nuova Cortellesi?

Mi piacerebbe tantissimo, ho avuto modo di conoscerla all’interno di Stadio Aperto, è una persona molto semplice ed è veramente un’artista con la A maiuscola. Se c’è da cantare sa cantare, se c’è da ballare sa ballare, se c’è da recitare sa recitare perciò seguire le sue orme mi piacerebbe. Sto studiando per arrivare a fare tutto ed essere completa per ogni occorrenza. A me piacerebbe fare l’attrice comica, farei la conduttrice ma solo se si trattasse di qualcosa nelle mie corde perché non si può fare tutto. Per il resto devo dire che partecipando ad un programma così lungo non mi sono mai guardata intorno per cercare altro.

Sei tu a scrivere i tuoi testi?

Io ho un autore bravissimo che mi segue dai tempi in cui lavoravo ad All Music. Si chiama Dario Tajetta, autore storico anche di Quelli che il Calcio, e abbiamo instaurato un bel rapporto. Devo dire che per il cd mi sono messa anche a scrivere: perché limitarsi solo a cantare? Era da tempo che volevo metterci del mio anche se in passato mi era capitato di dare dei suggerimenti.

Di chi è l’idea di coinvolgere Marika Fruscio nei tuoi sketch?

Del mio autore. Io ho detto sì perché la vedevo adatta.

Studio Aperto lo guardi?

Certo, mi tengo informata e seguo un po’ tutti i notiziari. E poi come farei a fare la parodia di un qualcosa che non ho mai visto?

L’hanno presa bene?

Sinceramente non lo so, penso si debba avere l’intelligenza per capire quando si scherza e essere autoironici. Io, dal canto mio, lo faccio da tempo. Spero, in definitiva, abbiano riso anche loro.

Rimarrai a Quelli che il calcio anche l’anno prossimo?

Per il momento non so dirti nulla, abbiamo appena finito. Sicuramente Quelli che il calcio è un programma che mi ha dato tantissimo, in cui mi sono trovata benissimo, per me sono stati 2 anni intensi e di grandissima crescita.

Caterina Balivo ti piace?

Io adoro Simona Ventura che ho conosciuto proprio come persona, guardandola dalla tv mi piaceva per il suo carisma ma dal vivo è adorabile e spero che continui. La Balivo a volte la seguo a Pomeriggio sul 2 e ho avuto modo di conoscerla a Quelli che il Calcio, mi sembra una ragazza in gamba, una brava professionista ma non posso esprimermi più di tanto. A Simona voglio bene, da parte mia c’è gratitudine, è difficile per i giovani farsi strada in questo ambiente e avere una persona come lei che investe sui giovani.

Chi è il comico più bravo di quelli della nuova generazione?

Spero di essere io o almeno di essere tra una rosa di comici bravi. Devo dire che sono davvero validi quelli con cui ho lavorato a Quelli che il calcio. Anzi, auguro loro tanta fortuna perchè si è creato un bel rapporto e di sicuro sentirò la loro mancanza. Sulle mie capacità, posso dire che ci metto impegno e passione ma poi deve essere il pubblico a giudicare.

Hai partecipato a Veline?

Sì, mi sembra fosse il 2008. Striscia la notizia mi sembra un ottimo programma e poi a 18 anni va bene anche fare le selezioni per Veline. Ogni cosa ha la sua età, quello può esser un punto di partenza per farsi strada lavorando e studiando. In quest’ambiente è difficile arrivare e solo professionalità e preparazione ti possono portare avanti.

Un cinepanettone lo faresti?

Non lo so, penso che prima di accettare un ruolo bisogna valutare la sceneggiatura e la validità del regista. Mi è capitato di vederli, alcuni li ho trovati divertenti, altri meno.

Ci sono stati mai imprevisti nei tuoi due anni a Quelli che il calcio?

No, non me ne ricordo, perché cerco di prepararmi anche per gli imprevisti. Una difficoltà può essere che ti scappa da ridere e devi stare seria. A volte capita di interagire con degli attori che dicono di tutto e di più.

Un programma che vorresti presentare?

Vorrei presentare Sanremo.

Ambiziosa…

La mia carriera è iniziata per gioco. Fin da piccola mi piaceva l’idea della recitazione ma non l’avevo mai fatto; appena finito il liceo mi presentai al provino per All music e anche se non ci avrei scommesso 100 lire sono stata presa. Un sogno potrebbe essere fare un programma comico, tipo Zelig con Claudio Bisio, ma parliamo di un domani, prima devo iniziare un percorso. Non ho mai pensato troppo a cosa vorrei fare perchè credo che se pensi troppo non ti capita niente. Io sono fatalista e anche scaramantica. Credo anche che, se ti impegni e studi, se va male una volta, ti andrà bene quella successiva.

Cosa pensi di chi arriva per via traverse?

Se vuoi continuare a fare questo lavoro devi studiare, non c’è altra via. Se fai un reality hai fatto il reality. Punto. Se vuoi fare l’attore studia e basta.

Studiare d’accordo, ma il talento?

Conta. Se vuoi cantare come Celine Dion e sei stonato, studiare può servire a poco. Ma è comunque sempre fondamentale mettersi alla prova per conoscere i propri limiti.

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