“Giudico positivo l’obiettivo raggiunto da ‘Il senso della vita’ che, in accordo con l’Azienda, vuole proporre argomenti e linguaggi nuovi rispetto all’offerta abituale di Canale 5. A chi volesse parlare di numeri aggiungo che sono eccellenti data la tipologia del programma”. Così Paolo Bonolis commenta lo scarso 11.9% di share (a.m 2.486.000) raggranellato ieri da Il senso della Vita, cavalcando prima e seconda serata. Ebbene sì proprio colui che solo un anno fa si faceva beffa della frammentazione degli ascolti con picchi del 30% di share con Ciao Darwin, ora si accontenta del 12% in nome della qualità del programma.
In una televisione dominata dai numeri, un ragionamento con tali presupposti potrebbe quasi apparire “nobile” se non fosse che Rai 3 con Report, un programma d’inchiesta che costa pochi euro, abbia fatto meglio di Canale 5. Un risultato così, infatti, non può non significare l’esistenza di difetti insiti nella costruzione del programma che hanno determinato la débacle proprio come la serata altamente competitiva o la poca ricettività del pubblico di Canale 5 a quel tipo di televisione.
Il vero problema de Il senso della Vita risiede nelle fondamenta, però. Il passaggio in prime time di un programma di quel genere doveva essere concepito dalla rete come una specie di evento: quattro puntate, non dieci, e grandi ospiti. Ma così non è stato. Per gli annales si ricorda che l’ultima conduttrice a dichiararsi soddisfatta per un 12% è stata Barbara d’Urso con Stasera che sera. In quel caso, le affermazioni della signora dei pomeriggi di Canale 5 furono letteralmente “sbugiardate” da Mediaset che procedette alla soppressione immediata del programma.
Difficilmente – e giustamente data anche la tipologia di programma – con il Re Mida Paolo Bonolis accadrà lo stesso.
1. Zoro ha scritto:
4 aprile 2011 alle 17:40