28
marzo

IL BRONTOLO DI OLIVIERO BEHA: VI FIDERESTE DI UN POLITICO MASCHIO CHE SI TINGE I CAPELLI?

Brontolo, Oliviero Beha

‘Avete abituato la gente a parlare di sciocchezze’. E’ questo il giudizio critico verso il giornalismo di Achille Occhetto, lontano dalle ribalte che contano ormai da anni, e oggi resuscitato per un intervento nella trasmissione Brontolo, condotta da Oliviero Beha, dedicata al rapporto tra immagine, comunicazione e successo politico. Nonostante la bacchettata dell’ultimo leader del Pci la trasmissione corre sul binario previsto, una riflessione a tutto tondo che parte dalla denuncia di Pierluigi Bersani lamentatosi non molto tempo fa della classe politica più giovane del Pd, incapace di bucare lo schermo.

Quale migliore termometro dell’immagine della politica allora se non una capatina nella barberia dei deputati? Una carrellata sui cartelli che regolano i flussi degli onorevoli nei giorni di seduta parlamentare all’interno del salone di bellezza al maschile, una veloce intervista all’uomo che mette mano alle teste dei nostri rappresentanti, una sottile ironia di fondo coerente con l’indignazione anti-casta già del libro di Gian Antonio Stella. A volo di uccello si indaga sull’evoluzione ‘pilifera‘ dei politici: look, gusti, cambiamento, prodotti. C’è chi è dovuto scappare con la testa bagnata per andare a votareracconta il barbiere della Camera - aneddoto che non ci stupisce considerati i trasformismi politici, i salvataggi e le fiducie all’ultimo voto.

Ma soprattutto il domandone finale: ci sono parlamentari che si fanno la tinta? Con tanto di rapido sondaggio popolare in studio presso una mini-platea di televotanti dotati di elmetto luminoso. Beha chiede: ‘Vi fidereste di un politico maschio con i capelli tinti?’ Il verdetto che arriva dagli spalti, come riassume lo stesso conduttore, fa capire una certa indifferenza al problema. Gli italiani hanno paura di dimostrarsi frivoli e vanitosi o i meccanismi di persuasione sono così inconsci che sfuggono a tutti?Nel giorno in cui scopriamo che esiste un barbiere ogni 52 deputati e uno ogni 40 senatori non poteva mancare il parere dell’esperto massmediologo Klaus Davi, convinto sostenitore da sempre dell’importanza dell’apparenza nella politica più recente. A suo parere, ma anche secondo tantissimi altri, le sorti elettorali del nostro paese sono legate fortemente alle forme di comunicazione veicolate dai partiti: se in Italia vince  da anni colui che è il miglior comunicatore non è un caso’.

Posto che ormai l’associazione sia evidente e che non ci sia bisogno di troppi teoremi per dimostrare che le scelte comunicative premiano chi abbia saputo capire meglio i segreti del senso di lettura dei destinatari del messaggio, la tintura può essere considerata davvero un segno rivelatore? Si può essere premier con parrucchino, riporto e tinta fiammeggiante nonostante l’età faccia pensare alla canizie?



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