“Le immagini sulla stampa progressista non sono solo immagini. Sono comunicazione, memoria, sapere, educazione…”. L’incipit de Il corpo delle donne 2, il (contro)documentario realizzato dalla redazione di Striscia la notizia, richiama astutamente quello dell’omonimo reportage di Lorella Zanardo. Parole simili, tesi opposte. Un effetto voluto, che “para-normale ma badaben badaben.. è normale”. Con un collage di fotografie e pezzi d’archivio, infatti, il tg satirico di Antonio Ricci ha confezionato una replica provocatoria alle argomentazioni della scrittrice sulla mercificazione femminile. Il servizio, lungo poco più di 19 minuti, è andato in onda ieri sera durante una puntata a tema di Matrix.
Se la Zanardo se la prendeva con la tv, demonizzandola come portatrice di un modello sotto-culturale che avrebbe umiliato la donna, la redazione di Striscia ha ribaltato il punto di vista e ha monitorato come si comporta la “stampa progressista“ riguardo alla tutela della dignità femminile. Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti il quotidiano Repubblica e i canali del gruppo Espresso. Ecco dunque una carrellata di pagine di giornale tappezzate di pubblicità ricche di allusioni sessuali e donne discinte, oppure di articoli sul concorso di Miss Italia in cui si descrivono le proporzioni del volto ideale. “Sul sito di Repubblica tutto va bene per sfruttare il corpo della donna” afferma la speaker, e vengono mostrati alcuni filmati che con fotomodelle, sexy meteorine e sballonzolamenti di seni sulle montagne russe…
“Su L’Espresso viene esaltato un certo tipo di mentalità sessista…“, così accanto ad una foto dell’ingrinzito Eugenio Scalfari si parla di un laser in grado di cancellare le imperfezioni dal volto femminile. Il documentario realizzato dalla redazione di Striscia colpisce, insiste, esagera e pare lo faccia apposta, come a rispondere per le rime all’originale reportage della Zanardo, che allo stesso modo accostava alcuni passaggi televisivi d’effetto a sostegno della sua tesi granitica. Un giochetto che, comunque la si pensi, invita a riflettere sull’opportunità di certi sermoni a senso unico dall’aria moralista.
Infatti, prima di demonizzare un determinato programma tv come corruttore dei costumi, dovremmo forse chiederci se una generale tendenza allo svilimento del ruolo femminile non sia piuttosto insita nella nostra società. Ci sono colpe e responsabilità diffuse, a riguardo. Senza dimenticare che certi comportamenti accadono anche nell’esperienza quotidiana, e che alcune donne sarebbero disposte a ’svendere’ spontaneamente la propria dignità, magari in cambio di successo. L’argomento è complesso, e lo si è capito ulteriormente nella puntata di ieri sera di Matrix e durante il dibattito in studio con Alessandra Mussolini, Ritanna Armeni, Paola Concia, Gianluca Nicoletti e Gabriella Germani.
Emblematica e geniale, in ogni caso, la chiusura del documentarario firmato Striscia: “La stampa progressista ha messo la donna in croce. Basta, dobbiamo risorgere… se non ora, quando?“
1. tinina ha scritto:
25 febbraio 2011 alle 11:33