Lo avevamo lasciato qualche settimana fa impegnato a disquisire in materia di tv di qualità, stilando un bilancio tutt’altro che positivo della situazione televisiva italiana. Stiamo parlando di Paolo Bonolis, pronto a tornare in onda dal 27 marzo su Canale 5 con la nuova edizione de Il senso della vita. Secondo il conduttore, la televisione attuale, pessima e con pochi ascolti, sarebbe invasa da quel mondo mediocre che negli anni ha invaso anche la politica. Una tv di gente mediocre che vuole avere gli stessi privilegi di chi la televisione la sa fare.
Dello stesso tenore o quasi, le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dallo stesso conduttore all’Adnkronos riguardo l’ultima fortunata edizione del Festival di Sanremo. Bonolis, padrone di casa della kermesse nel 2005 e nel 2009, pur riconoscendo il successo d’ascolti, non ha risparmiato alcune precisazioni.
Il Festival di quest’anno è ben interpretato e i risultati sono molto positivi, ma la formula che è stata adottata è la nostra, quella che abbiamo immaginato prima nel 2005 e poi nel 2009. I meccanismi sono gli stessi. E ora queste innovazioni continuano con altri interpreti. Un conto è interpretare il Festival e un altro è scriverlo.
Paolino torna quindi a porre l’accento sull’importante ruolo avuto nel restyling festivaliero degli ultimi anni. Un restyling del quale ha giovato non solo Gianni Morandi, ma anche la sua collega di scuderia Antonella Clerici. Ma lo scorso anno, a seguito degli ottimi risultati ottenuti dal Festival, fu sempre Bonolis a invitare a non confrontare la sua edizione con quella della prosperosa conduttrice.
Se si devono proprio fare dei paragoni, allora bisogna farlo tra elementi assimilabili, non si possono confrontare i tempi di chi corre i 100 metri con chi ne corre 150 e dire che chi fa i 100 è più veloce.
Insomma, a detta di Paolo Bonolis, durante le edizioni di Sanremo da lui curate, sono state introdotte grandi innovazioni, rivelatesi importanti nel decretare il successo dell’evento televisivo anche negli anni successivi. Opinioni che non possiamo che condividere. Bonolis, che la televisione la sa fare, è riuscito con il suo lavoro a ridare lustro a una manifestazione ormai agonizzante, proponendo idee in grado di rilanciare alla grande l’evento canoro. Basti pensare alla serata dei duetti in seguito ripresa da tutti i suoi successori o al nuovo ritmo, garantito da un regolamento fatto di eliminazioni e ripescaggi. E ancora l’aver allargato il campo alle proposte provenienti dai talent show, garantendo al Festival un pubblico giovane, sino ad arrivare alle innovazioni dal punto di vista scenografico. Innovazioni anche in questo caso mantenute con successo.
Onori e meriti dunque a Bonolis, sulle cui capacità d’intrattenitore e conoscitore del mezzo televisivo non vi sono dubbi. Ancor di più, se ci si avventura in un azzardato paragone con i protagonisti dell’ultimo festival, tanto premiato quanto pasticciato. Interviste imbarazzate e imbarazzanti, occhi costantemente puntati al cielo alla ricerca del gobbo e continui buchi da riempire con improvvisazioni degne della peggiore tv locale.
Un lavoro autorale non brillante, il cui massimo ingegno creativo è consistito nel far ballare un tango a un’argentina, risparmiandoci fortunatamente un’eventuale cantata in dialetto sassarese da parte di Elisabetta Canalis.
1. pietro89 ha scritto:
23 febbraio 2011 alle 16:37