Il Mitraglia è come il potere nell’aforisma andreottiano: logora chi non ce l’ha. In un’epoca di “uomini medi” (copyright Zio Giulio), Enrico Mentana si distingue dalla massa, suscita invidie ed attenzioni, diventa un gigante dell’informazione televisiva. Forte dei successi ottenuti dal Tg La7 che dirige, ieri sera il giornalista è tornato a condurre un dibattito d’approfondimento in diretta, come ai tempi del suo Matrix. L’occasione è stata la messa in onda de Il Divo di Paolo Sorrentino, trasmesso per la prima volta in chiaro dalla rete cenerentola delle generaliste. Al termine del film, Mentana ha presentato un talk sul tema del Potere in Italia, ieri e oggi. Un appuntamento di raffinata fattura giornalistica, di quelli che non vedevamo da tempo, abituati come siamo ai postriboli televisivi vari ed eventuali del prime time.
Nell’approfondimento di Chicco Mitraglia ci si confronta senza azzuffarsi, si ricorre il concetto, c’è la sana presunzione di voler informare il pubblico in modo lineare e completo. Una sfida non da poco, che ieri sera – dopo qualche anno - il direttore del Tg La7 ha intrapreso assieme ad un parterre di ospiti scelto con cura. Ad animare il dibattito c’erano infatti Gad Lerner, Nicola Porro, Paolo Mieli, Marco Ferrante e Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio, il liquidatore della Banca privata italiana che pagò con la vita l’aver indagato sugli affari del banchiere Michele Sindona. Niente politici, troppo abituati a recitare il solito copione e a far gazzarra davanti alla lucina rossa delle telecamere.
Da parte sua, Mentana ha retto con abilità le redini del dibattito, dando spazio al confronto delle opinioni ma interrompendo prontamente la fastidiosa sovrapposizioni delle voci. Così, ad un Gad Lerner che paragonava l’intricatissimo sistema del potere andreottiano al berlusconismo e alle “cricche” dei nostri giorni, si alternavano Mieli e Porro, convinti invece che la situazione sia diversa, perchè “alcuni poteri forti, oggi sono più deboli“. Politica, magistratura, banche, finanza: nel dibattito di La7 si passano in rassegna i poli di comando della società, quelli di cui spesso la tv non parla nemmeno per autocensura. Il Mitraglietta mira ai punti nevralgici del sistema e poi, per quanto si possa fare nei tempi di una trasmissione tv, prova a tracciare il filo rosso che li unisce.
Un esercizio poco praticato nell’informazione italica (come rimprovera Mieli) ma molto utile, perchè permette di collegare tra loro i fatti che influenzano le sorti del Paese. Da riconoscere a Mentana, anche la capacità di aver organizzato un dibattito vivace e polifonico nonostante non ci fossero ulteriori contributi video (oltre a quelli del film di Sorrentino) a sollecitare gli interventi degli ospiti. Come dire: quando i contenuti del confronto sono sostanziosi, possono venir meno tutti quegli orpelli utilizzati ad arte da molti talk, anche di successo.
Sull’onda di pubblico che ha seguito Il Divo, la seconda serata di approfondimento condotta dal Chicco del giornalismo ha totalizzato un ottimo 5.72% di share. A maggior ragione, pare che l’esperimento di La7 possa ripetersi presto con altri appuntamenti analoghi. Dall’impressione che abbiamo avuto ieri sera nell’ascoltare l’entusiamo di Mentana, il giornalista è pronto a concedere il bis da un momento all’altro. Il Mitraglietta è carico: non vede l’ora di sparare.
1. fabio maressa ha scritto:
3 febbraio 2011 alle 17:46