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dicembre

MAURO MASI REPLICA ALLE ACCUSE: NESSUNA CENSURA SU FAZIO E MAZZETTI. ORA IL SUO GRATTACAPO SONO LE SPESE DEL MINZO

Mauro Masi

Mauro Masi vuole precisare due o tre cosette. Non ci sta ad essere ritratto dai giornali come il grande Censore di Fabio Fazio, colui che avrebbe rimproverato il conduttore dei record per aver sforato di soli due minuti in una puntata del suo Vieni via con me. E guai a chi lo accusa di iniquità per quella sospensione di 10 giorni rifilata al capostruttura di Raitre Loris Mazzetti (maggiori info qui). A partire da quegli episodi, infatti, il Corriere della Sera aveva pubblicato un articolo a firma di Aldo Grasso intitolato “Rai due minuti di follia”. Una prosa critica che non è piaciuta al DG di Viale Mazzini, il quale ieri ha replicato a tono sullo stesso giornale.

Nessuna censura. Mauro Masi assicura che nonostante le dichiarazioni “furbine” di Fazio non c’è stata nessuna reprimenda nei suoi confronti, ma soltanto “una lettera di routine che la Direzione del palinsesto manda da decenni in casi analoghi a tutte le trasmissioni e a tutte le reti, in particolare quando ci sono gli spostamenti di spot pubblicitari“. La stessa interpretazione l’aveva data il viceDG Antonio Marano, che nei giorni scorsi aveva posto il problema degli affollamenti pubblicitari e definito “cavolate” le parole sdegnate del conduttore di Raitre.

La mazzata a Mazzetti, invece, non c’entra nulla con lo sforamento di Vieni via con me. Il capostruttura della terza rete “ha in corso una procedura disciplinare che è la settima consecutiva applicatagli da diverse Direzioni Generali” ha replicato Masi sul Corriere, spiegando che anche il Presidente Paolo Garimberti lo aveva sollecitato ad agire in tale direzione. Nella sua risposta al giornalista Grasso, Masi ha ostentato sicurezza vantando di “non nascondersi dietro a soluzioni ‘furbine’ care a molti” ma di metterci la faccia e la reputazione.

Se sullo ’sforamento’ di Fabio Fazio il DG Rai ha fornito repliche convincenti, forse gli sarà difficile fare altrettanto su un altro ‘esubero’ che pare stia creando qualche grattacapo ai piani alti. Si tratta delle spese folli di Augusto Minzolini, che come vi avevamo raccontato avrebbe un esagerato con i costi di rappresentanza rimborsabili con la carta di credito aziendale. Un vicenda sulla quale Garimberti è stato categorico: “deve essere fatta chiarezza al di là di ogni ragionevole dubbio” ha detto, auspicando “risultati cristallini” dall’indagine interna che è stata avviata. Il direttore del Tg1, intanto, ha querelato il quotidiano Il Fatto per una serie di articoli che lo pungolavano sui suoi esborsi.

Ora Mauro Masi avrà il suo bel da fare. Come dice, la Rai è piena di ‘furbini’.



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3 Commenti dei lettori »

1. sirgeorgebest83 ha scritto:

9 dicembre 2010 alle 17:51

a me a convinto di più la risposta di aldo grasso (che è un hombre vertical)

Non posso che apprezzare il tono di questa lettera; forse se il direttore generale avesse riservato qualche complimento in più alla trasmissione di Fazio e Saviano ci saremmo evitati inutili polemiche. Quanto alle precisazioni, il “Corriere” è stato il solo giornale che ha distinto il “richiamo” per il ritardo della trasmissione dai provvedimenti nei confronti di Mazzetti. È vero la Rai è passata da 3 a 14 canali, e magari un giorno si potrà discutere insieme di questa vocazione “espansionistica” del servizio pubblico. Nella mia breve esperienza radiofonica (sei mesi ai tempi della “Rai dei professori”) ricordo grandi sforamenti e nessuna lettera di contestazione. Ricordo però che quando i “professori” sono stati cacciati, come può testimoniare il presidente Garimberti, ce ne siamo andati senza rimostranze o cedimenti al martirio (a.g).



2. Marco Leardi ha scritto:

9 dicembre 2010 alle 18:08

@ sir: va bene. quella che posti è l’ulteriore replica di Grasso (giusto per non perdere i pezzi:)



3. boop ha scritto:

9 dicembre 2010 alle 19:05

Oh, hai visto che sei come Santoro?
Se non lo attacchi nessuno ti si fila ;)



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