Mauro Masi vuole precisare due o tre cosette. Non ci sta ad essere ritratto dai giornali come il grande Censore di Fabio Fazio, colui che avrebbe rimproverato il conduttore dei record per aver sforato di soli due minuti in una puntata del suo Vieni via con me. E guai a chi lo accusa di iniquità per quella sospensione di 10 giorni rifilata al capostruttura di Raitre Loris Mazzetti (maggiori info qui). A partire da quegli episodi, infatti, il Corriere della Sera aveva pubblicato un articolo a firma di Aldo Grasso intitolato “Rai due minuti di follia”. Una prosa critica che non è piaciuta al DG di Viale Mazzini, il quale ieri ha replicato a tono sullo stesso giornale.
Nessuna censura. Mauro Masi assicura che nonostante le dichiarazioni “furbine” di Fazio non c’è stata nessuna reprimenda nei suoi confronti, ma soltanto “una lettera di routine che la Direzione del palinsesto manda da decenni in casi analoghi a tutte le trasmissioni e a tutte le reti, in particolare quando ci sono gli spostamenti di spot pubblicitari“. La stessa interpretazione l’aveva data il viceDG Antonio Marano, che nei giorni scorsi aveva posto il problema degli affollamenti pubblicitari e definito “cavolate” le parole sdegnate del conduttore di Raitre.
La mazzata a Mazzetti, invece, non c’entra nulla con lo sforamento di Vieni via con me. Il capostruttura della terza rete “ha in corso una procedura disciplinare che è la settima consecutiva applicatagli da diverse Direzioni Generali” ha replicato Masi sul Corriere, spiegando che anche il Presidente Paolo Garimberti lo aveva sollecitato ad agire in tale direzione. Nella sua risposta al giornalista Grasso, Masi ha ostentato sicurezza vantando di “non nascondersi dietro a soluzioni ‘furbine’ care a molti” ma di metterci la faccia e la reputazione.
Se sullo ’sforamento’ di Fabio Fazio il DG Rai ha fornito repliche convincenti, forse gli sarà difficile fare altrettanto su un altro ‘esubero’ che pare stia creando qualche grattacapo ai piani alti. Si tratta delle spese folli di Augusto Minzolini, che come vi avevamo raccontato avrebbe un esagerato con i costi di rappresentanza rimborsabili con la carta di credito aziendale. Un vicenda sulla quale Garimberti è stato categorico: “deve essere fatta chiarezza al di là di ogni ragionevole dubbio” ha detto, auspicando “risultati cristallini” dall’indagine interna che è stata avviata. Il direttore del Tg1, intanto, ha querelato il quotidiano Il Fatto per una serie di articoli che lo pungolavano sui suoi esborsi.
Ora Mauro Masi avrà il suo bel da fare. Come dice, la Rai è piena di ‘furbini’.
1. sirgeorgebest83 ha scritto:
9 dicembre 2010 alle 17:51