Chi comanda l’Italia? La domada delle cento pistole torna d’attualità a periodi alterni, quando la cronaca politica cede il passo ad inchieste giudiziare che svelano l’esistenza di società segrete e poteri deviati. Subdole camere di compensazione tra la stanza dei bottoni e la ‘cricca’ dei faccendieri. Ci si addentra così in una zona grigia, e rispondere al quesito non è certo facile: richiede competenza, precisione, e una buona dose di garantismo che non guasta mai. Ieri sera Exit su La7 ha tentato l’impresa, dedicanto una puntata all’argomento, ma il risultato non è stato all’altezza delle aspettative. Troppo fumo e altrettanta politica attorno ai contenuti per riuscire a dipanare i fili che portano ai “burattinai nascosti” del Paese.
“Cercheremo di capire se davvero in Italia ci sono dei complotti da parte della magistratura oppure se è la politica che a volte delegittima i giudici” ha spiegato Ilaria D’Amico in apertura. A quel punto lo spettatore si preparava a un puntatone di quelli seri, anche perchè in studio si notavano alcuni volti della politica e del giornalismo in grado di garantire una confronto costruttivo. Ma l’illusione è svanita presto, giusto il tempo che qualcuno pronunciasse il nome di Silvio Berlusconi, ormai diventato ago della bilancia ideologica di qualsiasi dibattito, soprattutto televisivo.
Così la discussione, nel suo evolversi, si è spostata direttamente sul piano politico: maggioranza rinfaccia ad opposizione, e viceversa. A quel punto Ilaria D’Amico ha cercato invano di riprendere le redini del confronto, sovrastata dagli interventi strillati di alcuni ospiti. La scena si è ripetuta più volte ma la conduttrice, in evidente difficoltà, non è riuscita a gestire le esuberanze dello studio. “Uno alla volta, vi prego“, “scusate, non è questo l’argomento” e ancora “senatore Gasparri la devo interrompere!“… Niente da fare, la D’Amico sembrava una supplente alle prime armi in una classe indisciplinata.
Nota sul registro al chiacchierone Gasparri (Pdl) e al bulletto De Magistris (Idv), lo scalmanato Viespoli (Fli) via, dietro alla lavagna: laddove la maestrina Ilaria ha dimostrato di non avere alcun polso (a danno dei telespettatori) provvediamo noi. Sia chiaro, il confronto è il sale di ogni dibattito ma quando l’accusa fine a se stessa o la divagazione prendono il sopravvento la discussione diventa sterile, fastidiosa alle orecchie di chi la segue. Ieri sera Exit è scivolato proprio su questo punto, sprecando quelle potenzialità che lo rendono un programma d’approfondimento smarcato rispetto ad altri talk.
Nella puntata abbiamo visto anche un servizio molto completo sullo scandalo della P3 e un’interessante intervista a Licio Gelli, ex Venerabile Maestro della massoneria piduista. Peccato solo che il dibattito in studio abbia risentito di una conduzione poco efficace. Probabilmente anche la stessa D’Amico se ne è resa conto e infatti, durante la sigla di chiusura, commentava a microfono ancora aperto “mi fate morire così…”, riferito agli ospiti indisciplinati che l’avevano fatta dannare. Nella prossima puntata vorremmo vedere la maestrina Ilaria più severa, pronta ad arginare i politici ciarlieri e a dettare i tempi del programma. (La)7 in condotta a chi sgarra, Exit ne ha bisogno.
1. XxGiOsInOxX ha scritto:
28 ottobre 2010 alle 11:28